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Morning adviser, market mover in arrivo

Pubblicato 16.07.2013, 08:45
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Si entra dunque nel vivo di una settimana che sarà discretamente ricca dal punto di vista delle release macroeconomiche, che vedrà il Chairman della Fed parlare davanti al Congresso degli Stati Uniti e nella quale si terrà il G20.

In un mercato che, come intitolavamo ieri, si trova all’interno di “aspettative in costruzione” dopo la clamorosa scossa ricevuta da Bernanke non più tardi di sei giorni fa, l’arrivo di eventi che chiariscano la rotta è qualcosa della quale tenere grande considerazione quando ci si ritrova ad analizzare e soprattutto operare nei mercati finanziari.

Partire dall’analisi della curva dei rendimenti USA così come dalle aspettative di crescita degli Stati Uniti, e da qui giungere ad un quadro dollaro centrico che trova nelle manovre del suo istituto centrale di riferimento la sua giustificazione è sicuramente un buon punto di partenza; storicamente il dollaro americano si è sempre rafforzato nei periodi di “tightening” che nella fattispecie non riguarda solo (e prima) il ritocco dei tassi di interesse quanto più la riduzione del Quantitative Easing 3 e quindi parliamo più correttamente di “tapering”, mentre è sempre andato indebolendosi durante politiche espansive della banca centrale.

L’unica eccezione fu quella del 1994 quando il valore del dollaro cadde di fatto su uno spostamento della curva, che vide i tassi a 2 anni superare quelli a 10. Le aspettative quindi circa una rinnovata possibile debolezza del greenback a fronte di rendimenti al rialzo è perciò probabilisticamente fuori luogo in quanto l’economia più grande del mondo non sta affrontando un’acuta fase di rallentamento ; inoltre seguendo quello che viene chiamato il “ciclo FED”, eventuali strette dell’attuale policy da parte di Washington non appaiono né premature né tantomeno forzate.

Come questi temi siano presente ogni giorno sui prezzi è presto spiegato dalla giornata di ieri, che ha visto una prima parte interessata da acquisti generalizzati proprio del dollaro americano contro tutte le altre valute; acquisti che hanno poi lasciato il passo a vendite sulla pubblicazione del dato sulle Vendite al Dettaglio al + 0,4% contro aspettative di un +0,8%, a dimostrazione di come tutto ciò che proviene dal fronte macro sia determinante nella dinamica dei prezzi di breve e nella costruzione delle aspettative circa ciò che veramente guida i prezzi nel medio-lungo periodo e cioè i tassi di interesse attesi, leva per antonomasia degli istituti centrali.

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Un’interpretazione del mercato in questa accezione diviene fondamentale per gli operatori del mercato valutario e non solo, dal momento che l’impatto di queste logiche è più che evidente sull’azionario che continua a restare molto sostenuto sul compiacimento di poter godere ancora di così tanta liquidità e del fatto che una volta che questa verrà drenata probabilmente sarà l’economia reale a sostenerne i prezzi, e sulle materie prime, oro su tutte, che più o meno direttamente vengono interessate da ciò che attiene il dollaro americano non fosse altro che per la denominazione in questa valuta.

Intanto nel secondo trimestre la crescita della Cina si è attestata al 7,5% contro il 7,7% a conferma dei venti di rallentamento che da tempo soffiano su Pechino e che potrebbero avere effetti a catena sull’economia mondiale di cui il dragone è stata la locomotiva.

Questo fattore, insieme alle minute della Reserve Bank of Australia che non esclude nuove misure pro-easing, non hanno tuttavia portato a vendite di australiano che anzi nella notte è salito in maniera significativa su dinamiche probabili di “short covering” con la possibilità però di short che potrebbero partire una volta giunti sulle prime resistenze significative.

Da seguire la lunga settimana per la sterlina con le release che vi saranno questa mattina e fino a giovedì.

EUR/USD
Buona l’operatività in breakout della congestione notturna di inizio settimana per l’eurodollaro. Il cedimento di 1,3050/40 ha portato a buoni approdi sotto 1,30 poi ricoperti sulle vendite di dollaro del pomeriggio che hanno condotto il cambio fino alle prime resistenze significative a 1,3090. Sul giornaliero è chiara la formazione di una pin candle tecnicamente rialzista, che sul 4 ore trova il sostegno nel posizionamento delle medie mobili; in particolare la EMA 21 è ora un perfetto supporto al prezzo, per tentativi di break rialzista che potrebbe condurre a 1,3120, 1,3150 e 1,32 in estensione. 1,3090 che invece, se dovesse tenere, costituirebbe il punto ideale in riferimento al Risk Reward per vendere e detenere fino a 1,3040 con estensioni che potrebbero riportare in area 1,30.

USD/JPY
Come contesto generale, resta il riferimento grafico del canale rialzista che considera la trendline crescente tracciata a partire dai minimi di metà giugno. Attorno a quest’area è andata conformandosi una congestione che ha visto il range dei prezzi ridursi in maniera significativa e che ha visto ieri la rottura dei massimi a 99,50 e 99,80 per arrivi quasi precisi in area 100,60. Ora proprio area 99,80/70 costituisce un ottimo supporto per la continuazione della serie di minimi crescenti fino appunto a primi target sopra 100,50 con la divergenza inversa rialzista con lo stocastico su grafico orario a suffragio. Cedimenti sotto 99,50 ripunterebbero con forza in area 99, dove passa la trendline rialzista importante in grado di far partire vendite importanti fino a 98,30 in primis.

EUR/JPY
Buono il break dei massimi relativi e della soglia di 1,30 che tuttavia non è riuscito a portare il prezzo al di là dei successivi livelli a 1,3060. Nell’ambito della più ampia figura rialzista tracciata anche in questo caso a partire da metà Giugno, ci troviamo nel breve all’interno di una congestione sfruttabile per long sopra 1,3070 per obiettivi a 131,20 per stop in pari ed estensioni a 131,50, e in vendita sotto 130,25 per rientrare sotto 130 ina rea 129,50.

GBP/USD
Analisi che possiamo tranquillamente mutuare dall’eurodollaro, ma che potrebbe disallinearsi sulle numerose pubblicazioni che riguardano il Regno Unito a partire da oggi e fino a giovedì. Il 4 ore ben sottolinea possibilità di rialzo sopra 1,5140 fino a 1,5175 e 1,5220, mentre cedimenti sotto la confluenza grafica di livello statico e dinamico a 1,5080 potrebbe indurre importanti vendite fino ad approdi ideali a 1,4980.

AUD/USD
Come già detto, ottimo e inatteso il movimento rialzista del cambio che dopo i minimi di venerdì si è riportato con forza a toccare le resistenza in area 0,92. Da qui sono possibili le correzioni che, se coadiuvate dai livelli di Fibonacci, vedono in 0,9120 il primo target. Da lì si può riopeare in acquisto con la prospettiva di girarsi su nuovi eventuali cedimenti. Allunghi sopra 0,92 vedono in 0,9250 il primo punto di interesse.

Davide Marone Analyst DailyFX



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