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Morning adviser, ripartono i market mover

Pubblicato 03.09.2013, 09:18
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Davide Marone, 3 settembre 2013

INTRO
Dopo il mese di Agosto caratterizzato da bassa liquidità e l’inizio soft di settimana a causa del Labour Day negli Stati Uniti e in Canada, si torna oggi a condizioni di mercato che si avvicinano molto alla “normalità” con la volatilità che, seppur gradualmente, è in aumento e con i grandi appuntamenti macroeconomici che cominciano ad articolarsi e ci porteranno al clou di giovedì con il meeting della Banca Centrale Europea e soprattutto venerdì con i dati sul mercato del lavoro USA.

Reserve Bank of Australia e tassi invariati
Parlando di release macro, partiamo proprio dalla decisione della primissima mattina da parte dell’Istituto Centrale Australiano che ha lasciato il tasso di interesse di riferimento al 2,50%, dopo il ritocco al ribasso dello scorso meeting. Nel suo statement la RBA ha però ancora una volta lasciato intendere che sarà pronta ad ulteriori aggiustamenti della politica monetaria per sostenere la crescita, con l’inflazione che rientra nei target previsti e con il tasso di disoccupazione che è lievemente incrementato. Il riferimento alla valuta domestica, come atteso, c’é stato ed è stato ribadito ancora una volta come il dollaro australiano sia relativamente forte e che una sua debolezza sarebbe auspicabile laddove però, dal punto di vista della reazione immediata del prezzo del cambio AUD/USD, abbiamo assistito a un movimento che è stato in senso opposto con acquisti sopra la soglia di 0,90 legati verosimilmente all’assenza di riferimenti a immediati interventi di ulteriori allentamenti. Restando focalizzati sul calendario macroeconomico, varrà la pena di seguire l’Indice dei Prezzi alla Produzione dell’Eurozona alle 11 e l’Indice ISM Manifatturiero degli Stati Uniti alle 16.

Quali i temi che ci introducono ai prossimi market mover
A rivestire un ruolo tutt’altro che di secondo piano, anche a livello di mercati finanziari, è quanto sta accadendo sul fronte diplomatico internazionale sulla questione Siria con l’attacco militare da parte degli Stati Uniti che appare sempre più verosimile e un clima decisamente teso, nel quale molti appaiono essere gli attriti tra le grandi potenze economiche e militari a livello mondiale. Se a ciò si vanno a sommare le turbolenze che si stanno vivendo sui cosiddetti Mercati Emergenti, otteniamo un quadro generale di avversione al rischio che potrebbe premiare il dollaro americano. Nel cambio con l’euro, pesano anche le aspettative di molti circa clamorosi ritocchi ai tassi di riferimento dell’Eurozona, il che aggiunge ulteriore pressione al cambio Eurodollaro. Perciò, sebbene i più recenti dati economici relativi all’Eurozona si stiano rivelando possibili, gli investitori prezzano sempre maggiormente la forward guidance della BCE circa i tassi a questi livelli al punto da “scavalcare” quella pur chiara e originaria della Federal Reserve. La situazione è leggermente differente per quello che riguarda la sterlina britannica in rapporto al biglietto verde laddove quest’ultimo potrebbe apprezzarsi più moderatamente nei confronti della valuta della regina, mentre decisamente improbabili appaiono dei rafforzamenti delle commodities currencies contro dollaro. Discorso a parte meritano franco e svizzero e yen che in momenti di avversione al rischio, in particolare quando si profilano questioni geopolitiche di una certa rilevanza, vengono tuttora percepite come destinatarie di liquidità; da controaltare, sul fronte nipponico, si intravede un ritornato attivismo da parte del Governo e BOJ che (ne vedremo poi le giustificazioni anche da un punto di vista grafico) potrebbe favorire indebolimenti di yen abbastanza rilevanti. Per Borse e oro, riteniamo invece fondamentale attendere i dati di venerdì per la costruzione obiettiva di aspettative, in quanto da questi si potranno evincere verosimili scenari sul tapering del QE3 della FED; sul fronte petrolio tutto dipenderà dalla questione militare, come dimostrano questi ultimi giorni nei quali gli interventi militari che apparivano imminenti sono stati scongiurati sottraendo di fatto al greggio delle oggettive motivazioni a permanere su livelli così sostenuti.

QUADRO TECNICO

EUR/USD:
sul giornaliero restano come riferimenti la rottura del canale rialzista violato giovedì scorso (sotto 1,33) la cui proiezione tecnicamente si estende in area 1,31, la media a 21 periodi che si è direzionata al ribasso e lo stocastico che finalmente ha manifestato la divergenza che mostrava da giorni. Ciò introdotto, ha ora acquisito grande valenza il supporto statico a 1,3175 sotto il quale è possibile attendersi break verso 1,3150 dal quale l’oscillatore stocastico potrebbe palesare poi una divergenza rialzista per riprendere area 1,3225. Sul grafico orario è particolarmente significativa la media mobile a 21 periodi che funge da perfetta resistenza dinamica e che potrebbe respingere il prezzo per rotture appunto sotto 1,3175 per l’1,3150 e più ambiziosi target in area 1,31.

USD/JPY:
particolarmente significativa è stata la rottura avvenuta ieri del triangolo di medio periodo nella sua parte alta. Rottura avvenuta sopra 98,60 e che ora potrebbe sostenere al rialzo la quotazione nei giorni a venire. Nel grafico orario, in particolare, al media mobile a 21 periodi ha acquisito marcata direzionalità e può ora lavorare da supporto dinamico al prezzo per test e ripartenze. In questo senso diventa significativo il supporto in area 99,50 per target a 99,90. Sotto 99,40 il movimento sarebbe svilito e si tornerebbero a guardare il 99,10 e il 98,60.

EUR/JPY:
a differenza del “genitore” USD/JPY, la figura di riferimento a triangolo attiva ormai da tre mesi non è ancora stata invalidata laddove il passaggio della trendline discendente è lontano oltre una figura in area 132,10. Il supporto importante resta qui 131, coadiuvato dall’ottima media mobile a 21 periodi oraria, per ripartenze verso 131,60 e appunto area 132. 130,50 il target nel caso di violazioni ribassiste.

GBP/USD:
per disegnare il quadro generale partiamo anche qui dalla figura di riferimento daily individuata nel canale rialzista disegnato a partire dai minimi di metà luglio in area 1,48. E’ infatti recente il test della trendline ascendente in area 1,5480 per ripartenze long, prima ostacolate, ora favorite da medie a 21 e 100 periodi del grafico a 4 ore passanti per 1,5530 per obiettivi a 1,5590 e 1,5610. Non sussistono particolari spunti short se non la tenuta di area 1,5550/05 per obiettivi a 1,55 e 1,5480.

AUD/USD:
il canale ribassista di lungo corso (metà aprile) è proprio in queste ore messo in discussione così come la media mobile a 21 periodi sul daily passante per 0,9040, che insieme al doppio minimo potrebbero lasciare pensare a sostanziali riprese del cambio. Tutto passerà evidentemente dai liveli statici, 0,9070 in primo luogo. Superato quest’ultimo, lo scenario potrebbe essere favorevole a riprese importanti verso 0,9130. La tenuta di questa resistenza ci impone l’attenzione verso area 0,90 (di possibile pullback per ripartenze rialziste) e naturalmente 0,8955.


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