Ultimo venerdì dell’anno di attesa Ci apprestiamo a vivere l’ultimo venerdì di trading dell’anno e non possiamo fare a meno di rimanere in attesa di quel tanto chiacchierato e sperato accordo tra Casa Bianca e Congresso, al fine di scongiurare quello che i media ci stanno dipingendo come una potenziale catastrofe, in grado di mettere in ginocchio Stati Uniti e non solo.
Ricapitolando la situazione in due parole, ipotizzando di scrivere per chi non abbia mai sentito parlare di Fiscal Cliff (precipizio, baratro fiscale), si tratta dell’aumento automatico delle tasse e del taglio della spesa pubblica, a partire dal 1 gennaio 2013 (giorno in cui sarebbe già raggiunto il tetto massimo del debito a stelle e strisce, pari a 16.400 miliardi di dollari, veri, non del monopoli), che appesantirebbero i bilanci delle famiglie medie americane di circa 2,000 dollari all’anno e che porterebbe ad un calo del Pil Usa di circa 3 punti percentuali, con il taglio del rating da parte delle agenzie all’America e potenziali effetti disastrosi per l’economia mondiale.
I prezzi degli strumenti finanziari stanno ancora scontando dei possibili accordi da trovare in extremis, e l’ultimo aggiornamento che abbiamo a riguardo pare essere una riunione, fissata per la sera del 30 dicembre (a volte sembra davvero di vivere all’interno di un film fatto di scadenze assurde, ma se si fosse lavorato prima non ci si troverebbe in questa situazione) durante la quale i membri repubblicani e democratici dovranno trovare una strada comune, fatta come sempre di compromessi, da percorrere.
Dovranno trovare un accordo, pena la partenza di una nuova e rinnovata crisi che probabilmente il mondo farà fatica a sostenere, con cali ulteriori dei livelli di fiducia che affosserebbero l’economia reale andando a smontare il significato di tutte le bolle speculative, create soprattutto su derivati di carta, da parte delle mani grosse, qualcosa che non ci si può ancora permettere di fare accadere.
I dati sulla fiducia dei consumatori americani parlano chiaro e ci siamo trovati di fronte, ieri, ad una discesa di circa 5 punti dell’indice, pubblicato a 65.1 contro attese di 70.0 ed un precedente rivisto a 71.5. Non resta molto da fare se non affidarci ai livelli tecnici, in attesa di ascoltare news sulla questione Fiscal Cliff, che se dovesse andare bene potrebbe portare ad una partenza con il botto (risk on classico, per come siamo stati abituati a vederlo nell’ultimo anno).
EUR/USD
Tentativo di rottura rialzista contenuto dal livello di 1.3285 per l’euro, che è tornato a scambiare intorno a 1.3250, dopo aver raggiunto 1.3200. La price action è chiara: situazione di incertezza con falsi breakout (che comunque consentono di lavorare sui livelli individuati, con l’accortezza di posizionare lo stop a pari della posizione nel momento in cui il mercato dovesse mostrarci dei P7L positivi). Non esiste altro modo di lavorare a nostro parere, la direzionalità è troppo incerta in questi ultimi frangenti. I due livelli indicati possono essere sfruttati per un’operatività di tipo laterale, con ordini di stop e reverse al di fuori di essi, con obiettivi di circa 30 punti.
USD/JPY
Continua il movimento ordinato dello yen, che continua a perdere forza, sia nei confronti del dollaro che dell’euro. La media mobile a 21 oraria sta funzionando molto bene come livello di supporto dinamico, ed ora troviamo in 85.90 i primi livelli di forte supporto, da poter sfruttare per posizionarsi a favore di dollaro, tenendo presente che una discesa al di sotto di 85.80 potrebbe farci accelerare verso 50. Lo Speculative Sentiment Index continua ad essere sbilanciato sul lato short, questo potrebbe essere propedeutico a nuovi tentativi di salita, con obiettivi intorno a 87.00.
EUR/JPY
Il grafico orario dell’EurJpy sembra una copia perfetta di quello del UsdJpy, con la media da seguire come supporto dinamico. 114.25 il primo punto da seguire nel brevissimo, se superato potrebbe portare a liquidazioni vero 114.00, che se dovesse lasciare spazio a 113.85 potrebbe portare a 40. Questo il supporto più importante da valutare e sotto il quale non dovremmo comunque portarci. La tenuta dei supporti sopra 114.00 potrebbe far assistere a nuovi massimi, mentre in caso di approfondimenti più in basso, i target sarebbero sui massimi relativi di periodo.
GBP/USD
Le resistenze presenti tra 1.6200 e 1.6220 hanno di nuovo funzionato egregiamente, andando a portare correzioni di oltre una figura sulla sterlina inglese. Forza durante il mattino e debolezza nel pomeriggio sembrano essere il mood per questi ultimi giorni, ponendo attenzione a 1.6150 come primo livello di resistenza (sopra 1.6175 si va nuovamente verso 1.6200/20) da sfruttare per rivedere i minimi.
AUD/USD
Ottima la tenuta delle resistenze indicate in 1.0390 ieri mattina, con il mercato che è rimasto in fase laterale perfetta, da poter sfruttare su time frame bassi con degli oscillatori (noi usiamo lo stocastico 10-6-3). I livelli rimangono quelli di ieri, con 1.0345 e 1.0390 i punti da sfruttare per accelerazioni di volatilità da una parte o dall’altra, tenendo conto che sulle prime resistenze indicate possono palesarsi buone opportunità dl punto di vista del risk reward per vendere aussie, con stop sopra di esse (e reverse se si vuole puntare a 1.0420).
XAU/USD
Anche sull’oro la lateralità mostrata dalla price action fa sì che i livelli da seguire corrispondano a quelli di ieri, con una congestione che continua a mostrare buone aree di vendita da valutare o sui pullback di 1,667.50 o sulle rotture a ribasso di 1,653.50, con obiettivi sui minimi e tenendo conto che il superamento a rialzo di 1,677.00 cambierebbe lo scenario.
CRUDE OIL
Chiudiamo la settimana con il petrolio, dove il superamento a ribasso di 90.30 ha portato al raggiungimento della media oraria a 100 periodi ma che non ha portato ad approfondimenti importanti. L’aver atteso livelli statici durante la settimana ha portato ad una buona operatività, continuiamo a ragionare in questo modo dunque, affidandoci a 90.80 per rotture ribassiste, che non dovrebbero superare in prima battuta 90.35 e 90.00 (per scendere bene deve saltare 89.75) e a 91.60 per rotture a rialzo verso 92.30.
Matteo Paganini Senior Analyst FXCM