La luna di miele di Jair Bolsonaro come presidente brasiliano è appena cominciata. Tuttavia, il corteggiamento del mercato delle materie prime del paese potrebbe essere finito prima ancora della sua salita al comando di questa settimana.
I future scambiati a New York dello zucchero greggio, del caffè arabica e del succo d’arancia - tutte importanti importazioni brasiliane - sono crollati nelle ultime due settimane, in seguito all’impennata all’inizio del mese registrata quando Bolsonaro è emerso come principale candidato alle elezioni presidenziali del paese sudamericano.
La fortuna delle tre materie prime è cambiata ancora prima di quella del real, la moneta locale che ha spinto i loro prezzi da metà agosto. I coltivatori brasiliani fissano il prezzo del loro raccolto in real, convertendolo nel valore del dollaro che poi si evolve man mano che le materie prime raggiungono il mercato internazionale.
Real ancora forte, contrariamente alle materie prime brasiliane
Il real è schizzato per sei settimane consecutive fino a venerdì scorso, poco prima della vittoria di Bolsonaro di domenica. Dopo una serie di prese di profitto lunedì, la moneta è tornata a salire ieri, sulla scia del persistere dell’euforia per la promessa dell’ex capitano dell’esercito di adottare delle riforme economiche nella nazione oppressa da crimine e corruzione.
Gli analisti tecnici di Seery Futures a Plainfield, in Illinois, e di ADM Investor Services (ADMIS) di Chicago non prevedono immediati segnali di “buy” per le tre principali materie prime brasiliane. Investing.com ha dei consigli misti di “neutral”, “sell” e “strong sell”.
Mike Seery, a capo di Seery Futures, spiega che in base ai grafici i prezzi dello zucchero e del caffè in particolare sono stati ai massimi nella loro recente impennata. “Penso che siano in situazioni di estremo overbought”, afferma Seery, aggiungendo che i fondamentali non suggeriscono che i due mercati possano raggiungere nuovamente questi massimi a breve termine.
Previsto un ritracciamento del 50% dai massimi per lo zucchero
Lo zucchero è stato il primo dei tre a registrare un’impennata, con balzi intermittenti cominciati già nella settimana terminata il 17 agosto. Ha segnato il minimo di due settimane di 13,17 centesimi la libbra ieri, culminando in quattro giorni consecutivi in discesa. Solo una settimana fa, lo zucchero ha raggiunto il picco al massimo di 9 mesi e mezzo di 14,24 centesimi. Spiega Seery:
“Penso che i prezzi dello zucchero possano ritornare giù verso il livello di 13 centesimi vista l’impennata di quasi 350 punti di ottobre, che è stata straordinaria secondo me. Non sorprenderebbe vedere delle prese di profitto dal momento che il livello di ritracciamento del 50% sarebbe intorno al livello di 12,50”.
ADMIS ha un obiettivo ribassista simile di 13,03 centesimi per lo zucchero e afferma: “Gli studi sullo slancio indicano un calo dai livelli alti, il che dovrebbe far accelerare una mossa al ribasso”.
Altri ribassi per l’arabica dopo il tonfo dell’8%
Il caffè è crollato dell’8% nelle ultime due settimane dopo essere schizzato di oltre il 25% nelle cinque settimane precedenti. Dall’ultima attestazione di ieri di 1,1245 dollari la libbra, il caffè potrebbe arrivare al minimo dell’11 ottobre di circa 1,09 dollari, afferma Seery. Aggiunge:
“Sto consigliando una presa di profitto, se siete in una posizione long sui future, in quanto ritengo che i prezzi abbiano raggiunto i massimi a breve termine”.
ADMIS suggerisce un supporto finale di circa 1,07 dollari, affermando che “il trend intermedio [del caffè] si è invertito, con il crossover di nuovo sotto la media mobile a 18 giorni”.
Il consiglio di Investing.com sul caffè arabica è “sell”.
Il succo d’arancia è il più volatile
Il succo d’arancia è stata la più volatile tra le principali materie prime brasiliane, con mosse al ribasso intermittenti anche dopo l’impennata precedente alla vittoria di Bolsonaro.
Ieri, il succo ha chiuso a 1,3555 dollari la libbra, rimanendo invariato su questa settimana dopo il crollo del 3% delle due settimane precedenti. La materia prima si avvia a chiudere ottobre con un tonfo del 6,5%. Spiega Seery:
“Penso che i prezzi possano raggiungere il minimo di 1,20 dollari nei prossimi giorni in quanto non c’è niente di rialzista né a livello fondamentale e né a livello tecnico per il mercato del succo d’arancia in questo periodo”.
Questa prospettiva, tuttavia, si scontra con le previsioni dell’esperto di materie prime agricole Shawn Hackett, secondo cui la moneta brasiliana è solo un aspetto della recente forza del succo e l’altro fattore rilevante è l’importanza della nazione sudamericana in quanto fornitore di scorta di agrumi per lo stato USA della Florida, importantissimo per le arance.
Nella sua ultima nota, Hackett afferma che i future del succo d’arancia tendono a toccare il fondo a metà ottobre e a schizzare a dicembre per via dei timori per le gelate in Florida. Quest’anno, anche il Brasile ha avuto enormi danni alle coltivazioni a causa del maltempo che potrebbero risultare nelle scorte di succo d’arancia più basse in oltre 20 anni, avverte.
Nel frattempo, il consiglio di Investing.com per il succo d’arancia è “strong sell”.