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Non solo Fiat: le altre società italiane nel paradiso fiscale Olanda

Da Investing.com (Mauro Speranza)Mercati azionari18.05.2020 16:29
it.investing.com/analysis/non-solo-fiat-le-altre-societa-italiane-nel-paradiso-fiscale-olanda-200437734
Non solo Fiat: le altre società italiane nel paradiso fiscale Olanda
Da Investing.com (Mauro Speranza)   |  18.05.2020 16:29
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In questi giorni sta facendo discutere la notizia di un possibile prestito a garanzia statale che Fiat sta trattando con il Governo italiano, con il raggiungimento dell'accordo che “riconoscerebbe il ruolo del settore automobilistico nazionale, di cui FCA, insieme ai fornitori e ai partner è il fulcro, nella ripartenza del sistema industriale italiano”, secondo le parole dello stesso gruppo.

Fiat, secondo quanto spiegano dalla società, resterebbe uno dei simboli italiani nel settore, nonostante la sua ormai caratteristica di multinazionale, vista la fusione con Chrysler di qualche anno fa (2014), e la prossima operazione con i francesi di PSA.

Secondo il suo statuto, articolo 2.3, Fiat Chrysler Automobiles (MI:FCHA) ha sede sociale ad Amsterdam, in Olanda, e rappresenta una delle tante società della pattuglia delle italiane che ha scelto il paese dei tulipani quale base fiscale e sociale.

La sede fiscale Fiat, inoltre, è in Gran Bretagna col fine di pagare meno tasse, mentre la scelta olandese riguarda il suo diritto societario, estremamente semplificato rispetto a quello di altre nazioni come l'Italia. Ad esempio, è possibile costituire una holding senza alcuna necessità di assumere dipendenti.

Olanda paradiso fiscale non riconosciuto

Tra i simboli dell'italianità nel mondo ma che hanno scelto di 'fuggire' all'estero, con l'Olanda meta preferita, ci sono Ferrari (MI:RACE), Mediaset (MI:MS), Eni (MI:ENI), Enel (MI:ENEI), Saipem (MI:SPMI), Telecom Italia (MI:TLIT), Illy Caffè, Luxottica (MI:LUX), Cementir Holding (MI:CEMI) (gruppo Caltagirone), Exor (MI:EXOR), Campari (MI:CPRI) nei prossimi mesi, mentre Ferrero ha sede in Lussemburgo.

L'Olanda non rientra nell'elenco dei paradisi fiscali europei ma ogni anno toglie agli altri paesi dell'Unione europea 72 miliardi di profitti: 10 miliardi restano al fisco olandese e il resto alle società multinazionali, secondo stime dell'economista Gabriel Zucman.

Per quanto riguarda l'Italia, ogni anno spariscono profitti per 20 miliardi di euro, sottraendo al fisco italiano 1 miliardo di euro, secondo quanto scrive l'Espresso.

A far scegliere l'Olanda sono soprattutto i prelievi relativi ai dividendi, ai guadagni da cessioni di partecipazioni, interessi incassati da prestiti infragruppo e royalties. Pertanto, le multinazionali stabiliscono nel paese le loro holding e costruiscono strutture di gruppo artificiose per far affluire denaro sotto queste forme.

Per fare un confronto, la ritenuta ordinaria dell'Italia sui dividendi in uscita è pari al 26%, mentre ne sono esenti le società in holding in Olanda. Stesso discorso per le Royalties in uscita (Italia 30% sul 75% delle royalties, esente in Olanda) e per gli interessi in uscita (Italia 26%, esenzione per l'Olanda).

“Destano preoccupazione gli accordi fiscali riservati che i Paesi Bassi, come anche altri Paesi Ue, hanno siglato e continuano a siglare con le imprese multinazionali che verosimilmente permettono di ridurre in modo consistente il livello effettivo di tassazione delle corporation”, spiega Misha Maslennikov, consulente di Oxfam Italia in tema di fisco.

“L’Olanda”, continua Maslennikov, “ha inoltre in essere un ampio network di convenzioni fiscali con altri Paesi che hanno natura particolarmente restrittiva, permettendo un abbattimento significativo delle aliquote sulle ritenute alla fonte per diverse fattispecie di reddito d’impresa che fluiscono verso Amsterdam”.

Si tratta di scelte fatte nella legalità più totale e conosciute da tutti, politici compresi. “L’Olanda è anche tra i Paesi che si avvantaggiano molto del contributo delle imprese italiane”, spiegava il Premier Giuseppe Conte, “perché molte grandi imprese che pure hanno i principali stabilimenti in Italia e ricavano i maggiori profitti nel nostro Paese poi beneficiano della legislazione fiscale olandese, molto più conveniente”

Queste società si sono trasferite tutte a quattro chilometri dal centro di Amsterdam, a Prins Bernhardplein 200, dove ha sede Intertrust, azienda specializzata nella creazione e domiciliazione di società di ogni genere.

Intertrust, infatti, cura gli affari di oltre 2.800 aziende europee e mondiali, con un flusso di denaro che si aggira attorno ai 5.000 miliardi di euro ogni anno.

Non solo Fiat: le altre società italiane nel paradiso fiscale Olanda
 

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Commenti (20)
Benvenuto FUGAZZI
Benvenuto FUGAZZI 19.05.2020 15:20
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La Sede Fiscale di FCA è a Londra da Sua Maestà, non nel paese dei tulipani….
Tomaso Epizoi
Tomaso Epizoi 19.05.2020 15:20
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Leggi bene l’articolo.
Domenico Azzolini
Domenico Azzolini 19.05.2020 12:42
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Non urge politica contro altri ma Voi che dovete cambiare idea in questo paese se no va tutto a put...,poi darete sempre la colpa agli altri, sveglia giovani credete troppo a certa classe politico sindacale che fanno credere che gli asini volano..
Mordonini Claudio
Mordonini Claudio 19.05.2020 9:27
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scusate ma il PIL dell'Olanda da cosa e' composto? Forza politici italiani, passate all'attacco, urge politica contro il paese dei mulini a vento, prima pero' dobbiamo ottenere i finanziamenti dell'Europa dopo di che andremo a Bruxelles a riprenderci i soldi che l'Olanda ci ha rubato.
Giovanni Gatta
Giovanni Gatta 19.05.2020 8:18
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e la solita storia... abbiamo dei governi di IGNORANTI...se fossero persone normali avrebbero capito che piuttosto che il 100% di niente,anche un 50/60% di soldi è meglio di niente, e avrebbero negoziato con queste aziende per farle restare,ma ai nostri politici...non gli passa nella zucca... tanto loro hanno ricchi stipendi e pensioni... che si guardano bene dal cambiare... e anche i loro familiari sono tutelati...avete mai sentito di un loro figlio disoccupato o..con contratti a termine... io NO
Marco Castiglioni
MC79 19.05.2020 8:18
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Infatti da noi sempre meno introiti e sempre più tasse per compensare. Gli anni passano ma la mentalità delle forze politiche non cambia. Raccapricciante
Luigi Pagliara
Luigi Pagliara 19.05.2020 8:18
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Forse sarebbe da dire abbiamo sempre avuto ,ma no abbiamo dei governi ignoranti.
Guido Alosi
Guido Alosi 19.05.2020 8:02
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Le politiche fiscali europee devono convergere: Olanda indegna
Vector Vector
Vector Vector 19.05.2020 8:02
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Sono gli altri paesi la d ri
Luca Joly
Luca Joly 19.05.2020 8:02
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E il nostro anche più
Matteo Alberti
Matteo Alberti 19.05.2020 3:06
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quest'articolo, per quel che mi riguarda, disinforma. scritto così sembra che FCA non paghi un euro di Ires in ita, non è proprio così. la macchina organizzativa di una multinazionale è ben più complessa.
Alessandro Soncini
Alessandro Soncini 19.05.2020 3:06
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e' un vero scandalo che si continuino a dare soldi alla Fiat , senza chiedere azioni in cambio ed entrare nella governance dell'azienda, questo paese non cambia mai e non si riprenderà mai finché si continueranno a fare queste cose, mentre chi e' in cassa integrazione deve ancora prendere i soldi, non hanno proprio capito niente, Gualtieri un' incapace come tutti quelli che lo hanno preceduto soprattutto senza chiedere in cambio azioni ed entrare nella governan
Salvo Li Calzi
Salvo Li Calzi 19.05.2020 0:31
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magari se l'Italia abbassa il Cuneo fiscale forse qualche azienda ritorna anziché farli scappare tutti.
daniele cologni
daniele cologni 18.05.2020 23:01
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attenzione questi #tulipani# sono tra i fautori #europeisti#del #no soldi# a chi come noi si trova in difficoltà a causa della pandemia covid-19, inventiamo una bella nuova tassa per quelli che si sono trasferiti e sollecitano mamma Europa a non permettere queste iniquità lottiamo !
Mau Mau
Mau Mau 18.05.2020 22:30
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Nel paese dei tulipani anche Eni, Enel, Luxottica, Illy, Telecom Italia, Prysmian e la Cementir. Il Paese formalmente non ha aliquote bassissime ma sono ridotti o inesistenti i prelievi su dividendi, guadagni da cessioni di partecipazioni, royalties. Francia, Danimarca e Polonia hanno deciso di escludere da contributi statali le società con sedi in paradisi fiscali. Per Bruxelles questa distinzione è contraria ai principi della libera circolazione dei capitali
Renzo Minchio
Renzo Minchio 18.05.2020 20:42
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a questo punto tanto vale che queste società ritornano in Italia con la tassazione dell'Olanda qualcosa si recupera meglio di niente
 
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