In questi ultimi 2 giorni, non avete idea delle richieste e dei messaggi che ho ricevuto ovunque circa la nuova emissione delle obbligazioni ENI (BIT:ENI), che (per ridere) ho scritto sono state più ricercate sul web dagli italiani di Shakira e della sua canzone su Piquè.
Però davvero, questo entusiasmo e questa avidità verso uno strumento tutto sommato normale e mediocre, come Oliver Twist quando prega per un piatto di minestra, mi sembra esagerato.
Andiamo come sempre nei dettagli e nei numeri…
- emittente: ENI
- prezzo di emissione: 100
- tasso fisso
- tasso di interesse lordo minimo: 4,30%
- durata: 5 anni
- frequenza della cedola: annuale
- Lotto minimo 2.000 Euro (per lotti successivi tagli da 1.000 Euro)
- Obbligazione Senior (non subrdinata)
- l’ultima cedola pagata il 10 febbraio 2028 è collegata al raggiungimento di determinati obiettivi di sostenibilità (riduzione delle emissioni nette di gas serra e incremento dalla capacità di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili)
- periodo di sottoscrizione: dalle ore 9 di lunedì 16 alle ore 17 di venerdì 20 gennaio, salvo chiusura anticipata
- rating ENI: “A-“ S&P, “Baa1” Moody’s “A-“ Fitch
- Commissioni: non previste
Se l’obiettivo di sostenibilità viene raggiunto (ed è molto probabile che lo sia) resta il 4.30%, ma se anche solo uno dei due target non sarà raggiunto, il tasso cedolare sarà incrementato dello 0,50%.
Cominciamo però a spiegare a molti avidi compratori, che il 4.30% è lordo, quindi rendimento annuo netto, è il 3.18% (se acquistate e TENETE FINO A SCADENZA, con tassazione al 26% ed obbligazione che nasce e viene rimborsata a 100). Inoltre a livello fiscale, per le obbligazioni le cedole (a differenza ad esempio dei certificati) non sono compensabili con eventuali perdite, cosa che sicuramente molti investitori avranno in portafoglio.
Ora, la cosa positiva, è che solitamente le società e questo tipo di emittenti, producono questa tipologia di obbligazioni per investitori con capitali molto elevati (tagli da 50 o 100 mila Euro), pertanto il fatto di abbassare il lotto minimo, permette un po' a tutti di poter acquistare l’obbligazione.
Ma l’ignoranza finanziaria deriva anche dal fatto che per molti investitori, il rendimento è il classico “specchietto per le allodole”, in quanto basta menzionare un 3 o un 4 vicino alla % e subito si corre a comprare. Vorrei ricordare tuttavia che esiste quella piccola, quasi mai considerata cosina, chiamata INFLAZIONE, cioè voi ricevete da ENI il 3.18% ogni anno, ma ogni anno il pane aumenta del 5 o 6% (5.4% nel 2023, fonte ISTAT).
Questo significa che visto il rendimento “reale”, ossia al netto dell’inflazione, siete più poveri.
Confrontiamo adesso l’obbligazione rispetto ai titoli di stato italiani di pari durate.
Ad esempio, il titolo IT0005445306, scadenza 2028, rende il 3.24% annuo netto (ricordo sui titoli di Stato la Tassazione è del 12.5%). Oppure il titolo IT0005467482 rende il 3.38% annuo netto a scadenza (uno 0.20% annuo in più, anche se qui allungo qualche mese a febbraio 2029) (Fonte: RendimentiBTP.it)
Quindi ancora una volta, non è un titolo da buttare, ma non possiamo davvero a ritrovarci a fare la fila allo sportello (è vero che a voi non costa, ma la banca prende comunque da ENI un 1.45% di commissione per vendervelo) come se fosse l’investimento migliore della storia.
5 Anni è un buon orizzonte temporale, e magari un indice azionario globale farà decisamente meglio, ma cosa pretendete, date ad un italiano una cedola, e vi solleverà il mondo!