La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 13.08.2020
Il secondo trimestre è stato difficile per le compagnie petrolifere. Colossi del settore come Exxon Mobil (NYSE:XOM) and Chevron (NYSE:CVX) hanno riportato perdite da miliardi di dollari. Persino Saudi Aramco (SE:2222), la compagnia petrolifera più redditizia al mondo, ha registrato un crollo dei profitti del 73% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso.
E questo era prevedibile fin da quando la sovrapproduzione saudita ad aprile aveva fatto schizzare le scorte di greggio facendo crollare i prezzi, tutto mentre le serrate economiche in risposta alla pandemia di coronavirus decimavano la domanda della materia prima.
Visti questi sviluppi, ecco due importanti questioni da prendere in considerazione:
- Quanto possono riprendersi i prezzi del greggio ora che l’Arabia Saudita è tornata ai normali livelli di produzione e i paesi stanno riaprendo?
- Quanto riusciranno ad andare meglio le compagnie petrolifere nella seconda metà del 2020?
Il problema delle prospettive di Saudi Aramco
Saudi Aramco ha offerto prospettive molto positive sul secondo semestre dell’anno nella sua call sugli utili di lunedì. Secondo l’amministratore delegato Amin Nasser, il colosso dell’energia sta puntando sulla crescente domanda petrolifera in Asia per riuscire a recuperare i profitti nel secondo semestre. A prima vista, sembra una buona strategia. L’Asia, in particolare la Cina, aveva visto il crollo peggiore della domanda di greggio all’inizio del 2020 e stava già cominciando a riprendersi a marzo e aprile, quando la domanda in Europa e Nord America ha raggiunto i minimi.
Il 70-75% delle vendite di greggio di Saudi Aramco è destinato all’Asia, quindi la compagnia si prepara a trarre sempre più vantaggio dall’aumento della domanda asiatica. Tuttavia, c’è un problema serio in queste previsioni.
Il greggio è una materia prima globale e la domanda asiatica non è il fattore più importante nel determinare il prezzo del greggio globale. Persino con la domanda dalla Cina in aumento negli ultimi mesi, i prezzi del greggio sono rimasti considerevolmente stabili, muovendosi solo lievemente entro il range di 40-45 dollari, negli ultimi due mesi e mezzo.
Gli Stati Uniti sono il più grande consumatore di greggio e la più grande potenza economica al mondo, perciò le notizie economiche e sulla domanda di greggio dagli USA tendono a giocare un ruolo più importante nel determinare i prezzi globali del greggio piuttosto che le informazioni sulla domanda cinese o sulla crescita economica della nazione asiatica. Se il prezzo di mercato non salirà, Aramco si troverà in difficoltà nell’aumentare i suoi prezzi di vendita ufficiali.
Grafico settimanale future WTI
Inoltre, Aramco è ostacolata dall’impegno dell’Arabia Saudita con i tagli alla produzione OPEC+. Il costo di produzione di Aramco è talmente basso che anche quando il prezzo del greggio scende, la compagnia può aumentare i profitti vendendo più greggio all’Asia. La Cina, in particolare, è incline a comprare più greggio da mettere in magazzino quando il prezzo è basso. Tuttavia, dal momento che l’Arabia Saudita ha promesso di mantenere la sua produzione petrolifera a 9 milioni di barili al giorno, Aramco non può aumentare le vendite alla Cina a meno che non attinga alle sue scorte.
Problemi per la domanda di greggio
Le prospettive per la domanda petrolifera negli Stati Uniti ed in Europa restano miste, tra qualche segnale di miglioramento, ma la crescita è modesta. L’utilizzo delle raffinerie negli Stati Uniti è migliorato la scorsa settimana arrivando all’80% (anche se questo dato può essere attribuito in parte ad un cambiamento del gruppo di raffinerie incluse nel calcolo) e le scorte di greggio sono scese di 4,5 milioni di barili. Tuttavia, le scorte totali di carburante per veicoli a motore sono aumentate di 700.000 barili la scorsa settimana. Le scorte di greggio, benzina e gasolio restano tutte al di sopra della media per questo periodo dell’anno.
In Europa, il Regno Unito ha riportato di essere caduto in recessione più di ogni altra economia globale. Anche se i governi non stanno più limitando l’attività economica, la recessione causata dalle politiche di restrizione continuerà ad avere un impatto negativo sulla domanda di greggio e probabilmente manterrà i prezzi sottotono nonostante l’attività in Asia.
Morale della favola
Tenere a freno la produzione non è bastato a far salire i prezzi sopra il range di 40-45 dollari. A meno che non ci sia una catastrofe per le scorte, serviranno notizie eccezionali sulla domanda per vedere un balzo significativo dei prezzi. Tuttavia, i maggiori consumatori di greggio stanno cominciando solo ora a fare i conti con le loro condizioni economiche e devono ancora superare la paura del virus, quindi è difficile immaginare una crescita della domanda nell’immediato futuro.
Le compagnie petrolifere andranno meglio nel secondo semestre, perché marzo ed aprile sono stati mesi spaventosamente pessimi. Tuttavia, senza prezzi più alti e senza la domanda per vendere molto più greggio, gli investitori non dovrebbero aspettarsi grandi notizie.