Nel corso del 2012 l'oro ha tentato senza successo di raggiungere il livello tondo di 1800 $ l'oncia, fermandosi invece in area 1790, che rappresenta il doppio massimo del 2012, toccato due volte per la precisione il 29 febbraio e il 10 maggio.
Negli ultimi mesi dell'anno appena trascorso, il metallo giallo ha segnato un lento movimento di declino, racchiuso in maniera geometricamente molto netta tra due trendline dinamiche, che si ricavano graficamente congiungendo la sequenza dei minimi decrescenti e dei massimi decrescenti (aree e segmenti viola nel grafico).
Si può affermare senza tanti giri di parole che siamo in presenza di un trend ribassista di medio periodo, con oscillazioni che portano a sporadici rialzi della durata di qualche giorno.
Il movimento del prezzo nelle ultime settimane disegna un cuneo discendente (wedge in analisi tecnica) che solitamente costituisce una figura di continuazione all'interno di un trend rialzista principale. Da questo punto di vista, possiamo considerare questa fase ribassista come una lunga fase di distribuzione prima della possibile ripresa del rialzo di lungo termine.
In ogni caso, questa formazione grafica mostra una decisa compressione di volatilità, che lascia presagire una forte accelerazione direzionale, nel momento in cui il prezzo romperà con decisione uno dei due lati.
D'altra parte, la media mobile 200 giorni è praticamente piatta da un paio di mesi, segno evidente di lateralità e di indecisione, e si trova sul livello 1660. Dopo una rottura al ribasso a metà dicembre, il prezzo si è fermato a "cincischiare" (scusate il termine troppo tecnico...) qualche giorno nei dintorni della media. Grazie al gap up in apertura del 1 gennaio è riuscito a rompere al rialzo, ma è stato respinto con precisione dalla trendilne dei massimi decrescenti ed è tornato nuovamente al di sotto della media, che ora sta testando dal basso come resistenza.
Che cosa possiamo aspettarci adesso?
La compressione dei prezzi all'interno del cuneo discendente è presagio di una possibile esplosione di volatilità nel momento in cui il prezzo prederà una direzione precisa, al rialzo o al ribasso.
Se si realizza la rottura definitiva della MA200 al ribasso, questa sarà una conferma netta del movimento ribassista, con possibili target sotto il livello tondo 1600. Da questo punto di vista, un'operazione short presenta un migliore rapporto rendimento/rischio, dato che lo stop loss andrebbe posizionato subito sopra la trendline dei massimi decrescenti.
Nei prossimi giorni verificheremo la tenuta della resistenza della MA200 sul livello 1660 e quale lato del cuneo discendente verrà perforato per primo.
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