Bentornati all’appuntamento con l’Outlook settimanale sul nostro Ftse Mib. La situazione torna a farsi critica, a pochi giorni dal referendum, e secondo i sondaggi, col NO in vantaggio sul SI’.
Con la seduta di ieri, Lunedì 21 Novembre, siamo nuovamente andati a testare l’area di supporto strategica a 16100-15800, con la generazione di una candela hammer che ha tutta l’aria di essere una sorta di ultima spiaggia. Vediamo la situazione su un grafico daily, così da definire meglio la situazione:
Come si può notare da questo grafico, il livello di 16000, sembra fare da spartiacque tra collasso e tenuta del nostro indice. Ho come sempre lasciato tracciato la trend line ribassista principale (che unisce i due top del 2015), ricavandone due parallele, che sono in grado di creare un piccolo canale capace di contenere i massimi ed i minimi dell’ultimo bimestre. L’RSI in ipervenduto lascerebbe qualche spazio per un rimbalzo…e tuttavia la mia domanda è: quanto può aiutarci condurre un’analisi di carattere tecnico quando tra due settimane ci presenteremo alle urne per un voto che pare essere decisivo? Francamente molto poco. Attualmente è impossibile tracciare uno scenario. Andrei tuttavia a guardare la situazione strutturale del nostro listino con un grafico mensile:
La ricordate la celeberrima citazione di dantesca memoria, “lasciate ogni speranza, voi ch’intrate”? Beh osservando questo grafico ventennale, è la prima cosa che ho pensato. Le trend line principali (tracciate con linea continua), disegnano un canale ribassista che lungi dall’essere messo in minima discussione: i massimi dell’anno scorso, hanno cozzato esattamente contro l’ipotetica mediana.
Dal punto di vista tecnico, si noti come sia sul grafico mensile che su quello giornaliero, le quotazioni siano a ridosso del 12.50% di ritracciamento dai rispettivi massimi…un dato che serve giusto a sintetizzare quanto delicata e deprimente sia la situazione.
Vorrei infine farvi vedere questo, per proporre una semplice ma efficace analisi comportamentale degli operatori, a seguito di sorprese elettorali, precedentemente annunciate come potenziali crash del mercato:
Ftse100 Index (United Kingdom)
Brexit. Vince il “leave”, FTSE 100 arretra pesantemente in apertura, ma nel giro di 3 sedute recupera tutto e mette a segno un rally di oltre il 12%, andando a segnare addirittura un nuovo massimo storico. Ad oggi, 105 giorni dopo, la performance dell’indice inglese è di +6.94%. Da notare anche come l’indice, scontando una vittoria dello “stay”, avesse performato in maniera positiva prima del voto sul referendum…ci si sarebbe dunque aspettati un crollo. Non è accaduto.
S&P 500 (United States of America)
Elezioni presidenziali. Vince Trump. Il principale indice americano apre in lap down, per poi recuperare tutto e mettere a segno una serie di sedute rialziste consecutive ed una performance del +3.27%. Anche qui record storico. Da notare in questo caso, come le tre sedute precedenti l’elezione di Trump, fossero già state rialziste, scontando la vittoria di Clinton. La vittoria di Trump doveva far crollare le borse americane. Non è accaduto.
Italia…
Gli ultimi sondaggi, danno il NO in vantaggio…bene ora se guardassi quanto accaduto in Inghilterra e Stati Uniti, una mezza idea su cosa attendermi (e cosa auspicare) ce l’avrei…il problema è che la situazione in Italia è strutturalmente peggiore (eufemisticamente parlando) rispetto a quella di UK e USA: risulta quindi impossibile fare una valutazione sul nostro paese.
Andando a guardare al passato ed a quanto accaduto sui mercati finanziari a seguito di vari shock (la cui frequenza è in aumento): si registra una tendenza al riassorbimento delle quotazioni a seguito di ogni crash:
- Tigri Asiatiche – Terzo quadrimestre 1998 – storno e ripresa veloce dei mercati
- Attentato alle Twin Towers – Settembre 2001 – ripresa dei mercati nella seconda parte del mese e nel mese successivo
- Flash Crash – Maggio 2010 – Dow Jones che storna del 10% in 5 minuti. Riassorbito in giornata e rally nelle sedute successive
- Marzo 2011 – Terremoto in Giappone – 4 gap down consecutivi, tutto recuperato nel giro di una dozzina di sedute
Brexit e Presidenziali Usa, sono storia recente. Vedremo se proprio noi Italia, rappresenteremo l’eccezione che conferma la regola…
Buon trading a tutti, ed un invito a stare flat…la volatilità a prescindere dall’esito del voto sarà elevata. Ridurre la leva a 0.40 è la regola aurea!