Outlook Settimanale
riguardante l'andamento della settimana precedente.
Indice del Dollaro
Dopo un andamento negativo nella prima parte della settimana, riesce a recuperare il venerdì ritornando sui prezzi di apertura di inizio settimana. Nonostante questo, nelle ultime due settimane, il dollaro è diminuito di circa il 1%.
I protagonisti di questa settimana sono il CHF (+1.38%), essendo una valuta rifugio e il GBP (+0.92%), mentre in terreno negativo troviamo NZD (-1.05%) e AUD (-1.84).
Sull’Euro hanno pesato le parole di Trump sulla proposta di eliminare le tariffe auto, ritenendola ‘’non abbastanza buona’’.
Tecnicamente il cambio driver del mercato valutario riprenderà forza solamente sopra quota 1,174.
Durante la settimana è andato a ritestare tale livello ma rimane ancora in ottica Short sul trend Secondario e Primario.
Il ministro degli Esteri canadese Chrystia Freeland ha detto venerdì che il Canada sta cercando "un buon affare, non solo un accordo", e questo ha fatto aumentare le preoccupazioni degli investitori pesando negativamente sul CAD.
All’inizio della settimana il loonie si era apprezzato bene andando a confermare il nostro trend secondario Short, ma venerdì il recupero dell’USD unito al sentiment negativo sul CAD, hanno fatto ritornare i prezzi in area 1,3060, rimanendo comunque sotto il trend secondario.
Importante la tenuta dell’area 1,3115-1,3135, pena il ritorno su un trend Long, al ribasso invece abbiamo il supporto 1,297 e successivamente 1,289.
CHF e JPY questa settimana si sono apprezzate come valute rifugio, in seguito alle preoccupazioni che hanno pesato sulle economie più importanti. Il CHF ha continuato a salire anche oggi, mettendo a segno 6 sessioni consecutive in positivo.
I mercati stanno diventando un po’ 'più ottimisti su una svolta nei negoziati Brexit, anche se Raab ha detto di essere ‘’abbastanza ottimista’’ sul fatto che la GB avrebbe raggiunto un accordo con l’UE entro ottobre.
EURGBP è scivolato al di sotto del massimo del 2018, e anche il cable ha avuto una performance positiva sopra il 0,90%. Il GBPUSD rimane ancora su un trend Primario Short, ma con un Microtrend Long che va ad accorciare le distanze dalla resistenza primaria. Solamente sopra 1,32 la sterlina dimostrerebbe un ritorno di forza.
Il NZD ha esteso le sue perdite anche il venerdì con una performance del -1.05%. Il dato negativo sul ’’Business Confidence’’ e le preoccupazioni sulla guerra tra Cina e USA hanno pesato di più sul prezzo del kiwi. Tecnicamente viene ancora confermato il Trend Primario e Secondario Short, dopo una prima prova di risalita di questo martedì.
COMMODITY
Gold
Il metallo giallo mantiene un trend Primario Short ormai da aprile di quest’anno.
A livello Micro però, potrebbe cambiare l’impostazione nel breve, e solamente con la rottura del livello 1.215 dollari andrebbe a rilanciare il movimento positivo.
Con le tariffe sui metalli imposti dagli USA, dovrebbero mantenere elevati i prezzi dei metalli Statunitensi, limitando l’offerta e portando a potenziali carenze.
I produttori di metalli domestici come Century, Nucor Corp (NYSE:NUE). NUE.N, Stati Uniti Steel Corp X.N e ArcelorMittal MT.AS potrebbero trarne beneficio.
Stelco Holdings Inc STLC.TO., con sede in Canada, probabilmente soffrirebbe.
Nell’immagine sotto ritroviamo domanda e offerta del Gold in questo momento, suddivisa per settori.
OIL
Questa settimana il Wti ha guadagno +1.79%, toccando quota 70,47$ (cash).
L’aumento dei prezzi è stato dato da un mix di dati importanti :
- Trump pronto ad imporre nuove tariffe alla Cina - Sanzioni statunitensi sui prezzi di sostegno dell'Iran - La produzione totale dell'OPEC aumenta ad agosto - Il numero di rig degli Stati Uniti aumenta di 2 - Baker Hughes - La produzione mensile negli Stati Uniti raggiunge il nuovo record nel mese di giugno – EIA - Crollo della produzione venezuelana
La produzione di greggio negli Stati Uniti a giugno ha raggiunto i 10,674 milioni di barili al giorno, il più alto totale mensile registrato.
Gli analisti petroliferi intervistati da Reuters hanno tagliato le loro previsioni sui prezzi per il 2018 ad agosto, per la prima volta in quasi un anno, sulle crescenti preoccupazioni per il commercio globale.
Guardando il grafico sotto sulla stagionalità del petrolio dal 2012, possiamo notare come i prezzi nei mesi di Settembre/Ottobre mediamente hanno subito un aumento, per poi ripiegare a partire dal mese di Novembre.
Ovviamente l’andamento passato dei prezzi non indicano che anche nel futuro succederà, ma aiutagli operatori a fare previsioni migliori e più accurate. In questo momento siamo in linea con l’andamento stagionale, in effetti i prezzi dopo aver rimbalzato perfettamente sul livello 64,6$ a metà agosto, hanno guadagnato circa il 9 %, e con l’arrivo dell’autunno la domanda di petrolio aumenta.
Buon trading!
Michele Badea