Torna a crescere l’economia statunitense nel secondo trimestre del 2014, dopo il tonfo dei primi tre mesi dell’anno. Il Pil degli USA è aumentato nel secondo trimestre del 2014 del 4% a fronte del +3,2% atteso dagli economisti. La notizia ha riacceso la speculazione su un rialzo anticipato dei tassi d'interesse. Ieri sera Il FOMC (Federal Open Market Committee), il comitato esecutivo della Federal Reserve, ha annunciato che ridurrà il suo programma di acquisti di bond di altri $10 miliardi a $25 miliardi al mese a partire dal 1 agosto. La decisione è stata presa con nove voti favorevoli ed un contrario. Confermati i tassi d'interesse in un range compreso tra lo 0,00% e lo 0,25%. Il tapering quindi continuerà. Dal prossimo mese gli acquisti di titoli garantiti da mutui ipotecari e di Treasuries verranno ridotti entrambi di altri $5 miliardi, rispettivamente a $10 e a $15 miliardi. Il programma di allentamento quantitativo aveva originariamente un volume di $85 miliardi. A seguito del miglioramento delle condizioni dell'economia la Fed ha deciso alla fine dello scorso anno di ridurlo gradualmente. Nella consueta nota che accompagna le sue decisioni di politica monetaria la Fed osserva che l'economia è rimbalzata nel secondo trimestre. Tuttavia la Banca Centrale degli USA continua a vedere una forte stasi del mercato del lavoro che richiede il mantenimento degli stimoli monetari nei mesi a venire. Per quanto riguarda l'inflazione la Fed indica che la probabilità che rimanga persistentemente al di sotto del 2% si è un po' ridotta. Sempre sul fronte macro, Il tasso d'inflazione è sceso in Germania a luglio ai minimi dal febbraio del 2010. La notizia ha alimentato l'aspettativa che l'Eurotower allenterà ancora la sua politica monetaria per sostenere la crescita e contrastare i rischi di deflazione. Le notizie macro economiche di ieri, hanno influenzato le due valute dei due paesi di rifermento, ovvero sul fronte europeo l’euro ha subito un ulteriore deprezzamento mentre sul fronte americano il dollaro si è rafforzato; ciò ha contribuito ad alimentare ancora di più la fase di graduale deprezzamento che stà accompagnando la coppia moneta unico contro green back in queste ultime sedute. In questo momento la major, EUR/USD, si trova sempre al di sotto del livello psicologico a 1,3400 ed esattamente a 1,3395. La divisa unica europea non scendeva al di sotto tale livello dall’inizi di novembre del 2013. Tali movimenti, confermano la tendenza di fondo che resta ribassista e molto probabilmente continuerà anche nei prossimi giorni. Al momento dal punto di vista tecncio – grafico daily, non si intravedono possibili spiragli di movimenti rialzisti, anche se di solito è notorio che dopo movimenti cosi decisi in una determinata direzione spesso prima o poi il mercato tende sempre ad effettuare un naturale e fisiologico ritracciamento, situazione confermata anche dalle condizioni dello stocastico che si trova in zona ipervenduto. Mentre dalla lettura dell’ultima candela daily, in un’ottica intraday potremmo assistere ad un leggero movimento rialzista dettato sia da qualche chiusura delle posizioni short ma anche perché ieri nella seconda parte della giornata abbiamo assistito ad un ritorno dei compratori, tale movimento ha dato vita ad una hammer rialzista. Quindi per gli operatori multiday è preferibile attendere cosa succede oggi, dove nel caso in cui le indicazioni rialziste del pattern vengono confermate dal mercato, si consiglia di attendere il rally di breve rialzista per poi rientrare in linea con il trend di fondo. Oggi dal punto di vista macro in mattinata abbiamo diverse news provenienti dall’Europa, tra cui rispecchia il tasso di disoccupazione tedesco e l’indice dei prezzi al consumo europei, mentre dall’altra parte dell’oceano abbiamo nel pomeriggio la richiesta dei sussidi di disoccupazione.