Era molto atteso il discorso del Presidente della Fed Jerome Powell ieri pomeriggio (ore 18.40 italiane). In particolare, quello che i mercati si aspettavano, era il “cosa avrebbe detto” dopo i forti dati sul mercato del lavoro di venerdì. Lo ricordo, buste paga non agricole il triplo delle attese, e tasso di disoccupazione al 3.4%, un dato che non si vedeva dagli anni ’60.
Ecco i punti salienti del discorso di ieri…
- l'inflazione sta rallentando, anche se ha ribadito la necessità di ulteriori rialzi in quanto la missione di portare l'inflazione all'obiettivo della banca centrale ha ancora molta strada da fare in un mercato del lavoro in fermento.
- "Non ci aspettavamo che [il rapporto sui posti di lavoro di gennaio] fosse così forte, ma dimostra perché pensiamo che questo processo [di riduzione dell'inflazione] richiederà un periodo di tempo significativo perché i mercati del lavoro sono straordinariamente forti"
- Target inflazione al 2% obiettivo prioritario
- "positivo" che l'inflazione stia iniziando a scendere e che ciò non avvenga a scapito di un mercato del lavoro forte.
A questo punto, i rialzi che i mercati si attendono sono almeno 2 (0.25% ciascuno) per arrivare in zona 5.25%, e poi si vedrà, data driven mese per mese quindi.
In tutto questo però i mercati come hanno reagito ieri?
- NASDAQ Composite +1.9%
- S&P 500 +1.29%
- Dow Jones Industrial Average +0.78%
Questo dopo un rimbalzo iniziale, una nuova discesa, ed una chiusura molto forte. Quello che è cambiato quindi, è sicuramente l’umore degli investitori. Nel 2022, davanti all’incertezza si vendeva, nel 2023 si compra.
Anche i volumi sulle opzioni tornano ad essere interessanti, e ricordo che molti grossi investitori (hedge fund compresi) che sono ancora sottopesati sulle azioni o che addirittura sono short, qualora il mercato (vedremo) dovesse continuare a salire in modo costante, sarebbero costretti a ricoprirsi ed entrare pesantemente long, rinforzando ulteriormente la salita.
A livello di fondamentali poi, nel 2023, dal momento che lo scenario più realistico è un soft landing (o addirittura una non recessione) gli utili per azione dovrebbero viaggiare intorno ai 225 USD. A questo come sempre (vedi sotto) dobbiamo moltiplicare il rapporto P/E ritenuto “in linea” con il mercato (la media storica è intorno ai 17) ed eventualmente togliere (nel 2022) o aggiungere (nel 2023) l’effetto del fattore speculativo.
L’unica certezza che abbiamo, è che i mercati sono incerti. Di conseguenza, non è bravo l’investitore, il trader o l’analista che “indovina” lo scenario corretto, ma colui o colei che è sempre in grado di navigare bene all’interno di questa incertezza ed integrarla nella propria strategia.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore"