Rassegna giornaliera sul mercato forex, 20 ottobre 2021
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Gli utili più forti del previsto hanno spinto il Dow Jones Industrial Average ai massimi storici. Nonostante i timori per la variante Delta, l’aumento dei prezzi ed i problemi delle filiere, le più grandi società USA stanno prosperando. Più dell’85% delle società dell’indice S&P 500 che hanno pubblicato i dati fino a martedì ha battuto le aspettative nel terzo trimestre. Risultati come questi rafforzano le attese di un tapering della Federal Reserve a novembre. Solitamente, la prospettiva di un tapering dovrebbe essere positiva per il dollaro e, per molti versi, lo è stata per il cambio USD/JPY, salito al livello più alto dal novembre 2017. Tuttavia, i guadagni del biglietto verde si fermano qui: contro le altre maggiori valute è scambiato al ribasso.
Un’adeguata comunicazione della politica è da tempo uno dei più importanti compiti della banca centrale, soprattutto quando si prospettano grossi cambiamenti. Il fatto che il dollaro non stia schizzando quando mancano meno di due settimane al vertice del FOMC testimonia il successo della Fed. La banca aveva detto che avrebbe preparato il mercato ad un eventuale cambiamento ed ha fatto un buon lavoro in tal senso. È quasi certo che agirà a novembre e, ormai, gli investitori hanno messo in conto questo intervento. Ciò spiega perché i dati buoni ed i movimenti da record dei titoli azionari non abbiano spinto su il dollaro.
Il Libro Beige è stato leggermente più deludente, riportando una crescita più lenta. Nello specifico, si legge: “Le prospettive per l’attività economica a breve termine restano positive nel complesso, ma alcuni distretti notano un aumento dell’incertezza ed un ottimismo più cauto rispetto ai mesi precedenti”.
Infine, il biglietto verde è una valuta rifugio e, con i titoli azionari ai massimi storici, gli investitori stanno spostando i loro soldi sulle valute più rischiose, come il dollaro australiano e neozelandese. Sono più sensibili alla crescita globale ed alle oscillazioni dell’economia globale.
Sterlina e dollaro canadese sono saliti oggi. L’inflazione britannica ha deluso le aspettative, mentre il report sull’indice IPC canadese le ha battute. I prezzi al consumo sono saliti dello 0,3% sul mese di settembre, in calo dallo 0,7% del mese prima nel Regno Unito. Su base annua, la crescita è scesa dal 3,2% al 3,1%. Molti economisti stanno avvertendo gli investitori di non farsi ingannare da questo calo, perché il rallentamento è stato dovuto ad un cavillo nelle misurazioni. Un programma di sovvenzioni per i pasti ad agosto ha spinto le letture sull’inflazione del mese scorso. Le alte pressioni sui prezzi restano un problema che preoccupa la Banca d’Inghilterra. In Canada, l’indice IPC è salito dello 0,2%, poco più del previsto. Su base annua, il tasso di crescita è passato dal 4,1% al 4,4%. Il cambio USD/CAD è sceso di conseguenza ad un nuovo minimo di tre mesi. Il dollaro australiano e quello neozelandese continuano ad essere in testa ai guadagni. Ha partecipato anche l’euro, grazie ai prezzi alla produzione tedeschi più forti.