Questo qui è un bear market? Di cosa preoccuparsi (davvero)

Pubblicato 06.05.2022, 08:06

La giornata di ieri, con un rosso intenso soprattutto sugli indici americani e sul comparto tecnologico, è arrivata un po' a sorpresa, dopo che l’annuncio di Powell di un rialzo tassi mercoledì dello 0.5% (escludendo aumenti dello 0.75% in futuro) sembrava essere stato digerito bene dalle borse.

Fonte: Investing.com

Diversi titoli tecnologici, anche tra i più grossi, hanno perso tra il 5 ed il 10%, alimentando nuovamente il panico da possibile “bear market”.

Come sempre nelle analisi che cerco di fare, mettiamo un po' di ordine mentale…

Perché oggi (per ora) non siamo ancora in Bear Market

Se analizziamo le discese dei principali indici azionari a livello globale, questi sono i drawdown dai massimi degli ultimi mesi:

Sono correzioni importanti, in doppia cifra, ma non possiamo parlare assolutamente di bear market. Del resto, se la correzione dovuta al Covid (35% circa) era appunto una correzione, ha poco senso oggi parlare di bear market.

Sapere la vera differenza dove sta (e del perché gli investitori percepiscono come peggiore) rispetto al calo attuale? Che quest’ultimo sta durando di più.

Infatti a differenza di marzo 2020, non abbiamo assistito a quel “rimbalzo a V” rapido e veloce dai minimi, ma anzi da inizio anno (da novembre 2021 in alcune situazioni) i mercati tra alti e bassi non fanno che scendere.

Tuttavia, a livello grafico e storico, anche qui non possiamo ancora parlare di Bear Market, andiamo avanti.

Lo dico sempre, ogni volta, tutto ciò che vedete sui mercati, anche se in forme leggermente diverse, è già successo (e succederà ancora).

Fonte: Bloomberg

Nell’immagine sopra, vedete tutte le occasioni in cui l’indice S&P 500, dopo aver guadagnato in una determinata giornata, si è rimangiato tutto e di più nella giornata seguente.

Capita…fa parte della natura dei mercati.

La cosa più stupida (ma purtroppo anche la più frequente nella natura umana) che si può fare è cercare di “interpretare” o prevedere cosa succederà ora, nessuno può saperlo, ed è solo uno spreco di tempo e fatica, meglio concentrarsi sui propri investimenti da qui a qualche anno, monitorare l’equilibrio della nostra Asset Allocation strategica, e andare avanti normalmente con eventuali piani di accumulo o ingressi frazionati.

Una curiosità interessante. A livello grafico, qualcuno ha notato una somiglianza molto forte con il periodo 2010-2011 (vedi foto sotto), con la fine di un testa e spalle rovesciato.

Fonte allstarcharts

Se a livello grafico le cose sono davvero molto simili, è anche vero che a livello economico e monetario la situazione è molto diversa (vedi immagine sotto, nel 2010 la Fed aveva i tassi piatti allo 0.25%, oggi siamo all’1% e saliranno ancora, stessa cosa per l’inflazione).

Fonte: Investing.com

Conclusioni

Non possiamo sapere se questa correzione si trasformerà in un altro 2008 (il vero bear market), in un bear market più modesto, o nell’ennesima correzione per poi ripartire, pertanto sforzarsi di prevedere ciò è l’ultima cosa che dovremmo fare.

Sapendo come funziona la storia e quali sono le statistiche, dobbiamo entrare nell’ottica che movimenti simili sono normali, e che l’unico impatto a cui dobbiamo prestare attenzione è quello emotivo. A seguire gli alti e bassi di mercati si diventa matti, perciò quello che vi direi è di iniziare a ragionare, quando costruite i vostri portafogli, di 5 anni in 5 anni.

Nel senso, se riuscite a fare questo esercizio operativo e mentale, ovvero investire, creare una strategia a 5 anni (come un portafoglio statico a ribilanciamento periodico, anche un semplice portafoglio 50/50 a ribilanciamento annuale ecc) e “tirare la riga” con frequenza quinquennale, vedrete che farete meglio del 90% degli investitori che ogni giorno perdono tempo e fatica a prevedere una cosa imprevedibile.

Alla prossima!

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