Evergrande, un colosso immobiliare cinese a rischio di default, ha sconvolto gli investitori ieri, spingendoli ad allontanarsi dagli asset rischiosi ed a preferire i bond governativi, tradizionali asset rifugio.
Il rendimento dei Treasury decennali, di riferimento, è crollato di quasi 6 punti base ieri, a circa l’1,312%, dopo essere schizzato la scorsa settimana quando l’indice sui prezzi al consumo aveva registrato un rallentamento dell’inflazione e le vendite al dettaglio di agosto erano risultate più forti del previsto.
Si è parlato di un “momento Lehman” per la Cina (in riferimento alla decisione del governo statunitense nel 2008 di permettere il collasso della Lehman Brothers, amplificando la crisi finanziaria), se Pechino dovesse mantenere la sua promessa di non salvare Evergrande, che ha, si stima, 300 miliardi di dollari di debiti. Un default potrebbe destabilizzare l’economia cinese e comportare delle ripercussioni in tutto il mondo.
In Europa, anche il rendimento dei bond tedeschi a 10 anni è sceso ieri, arrivando a -0,3240% dopo essere salito sopra -0,2750% la scorsa settimana, nei timori per l’inflazione nella zona euro.
La notizia che il capo economista della Banca Centrale Europea, Philip Lane, avrebbe riferito ad alcuni analisti che l’inflazione potrebbe arrivare all’obiettivo del 2% della banca prima del previsto, portando a degli aumenti dei tassi nel 2023, un anno prima di quanto ci si aspettasse, ha sconvolto gli investitori facendo salire i rendimenti dei bond governativi la scorsa settimana. La BCE ha definito la notizia inesatta, ma il danno era fatto.
Il rendimento dei bond decennali francesi è sceso sotto lo 0,2% ieri, dopo essere schizzato sopra lo 0,5% la scorsa settimana. Parigi è alle prese con un braccio di ferro diplomatico con Washington, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato che aiuteranno l’Australia a costruire dei sottomarini nucleari, distruggendo l’accordo multimiliardario francese per la fornitura di sottomarini tradizionali.
Il caos in Francia è solo una delle numerose questioni che deve affrontare una Casa Bianca ancora scossa per la raffazzonata ritirata dall’Afghanistan, mentre l’agenda domestica del Presidente Joe Biden incontra ostacoli al Congresso. Come se non bastasse, l’improvviso arrivo di immigrati haitiani in Texas ha peggiorato una brutta situazione al confine, costringendo Washington a rimpatriarli.
Il Segretario al Tesoro Janet Yellen ha avvertito che, se il Congresso non riuscirà ad aumentare o sospendere il tetto del debito, rientrato in vigore il 31 luglio dopo la sospensione per la pandemia, ciò potrebbe innescare un default statunitense e “precipitare in una crisi finanziaria dalla portata storica”. Il pubblico statunitense ha già assistito altre volte a questa politica del rischio calcolato, ma stavolta la questione viene esacerbata dalla determinazione dei Democratici di portare avanti un piano di spesa da 3,5 mila miliardi di dollari, contro l’opposizione dei Repubblicani.
Il problema del tetto del debito va ad aggiungersi all’incertezza degli investitori, con la commissione di politica monetaria della Fed che si incontrerà questa settimana e dovrebbe offrire indicazioni circa il piano per la riduzione degli acquisti di bond. Le proiezioni economiche dei membri del Federal Open Market Committee potrebbero inoltre rivelare delle aspettative di un’inflazione più alta ed un orizzonte più a breve termine per l’aumento dei tassi di interesse.
L’indice S&P 500 è sceso di oltre 100 punti ieri, arrivando quasi a 4.300 prima di recuperare terreno negli scambi del pomeriggio, con Evergrande che ha accelerato un trend ribassista.
In teoria, la prospettiva di una riduzione degli acquisti di bond da parte della Fed dovrebbe comportare dei prezzi dei Treasury più bassi e dei rendimenti più alti, ma l’incertezza per il tetto del debito e le spese governative stanno supportando i prezzi. Aggiungiamo la possibilità di un enorme default cinese e abbiamo il mix perfetto per il calo dei rendimenti.