La reazione che Saipem (MI:SPMI) ha registrato dai minimi di settembre in area 0.3400 euro è apprezzabile.
Il titolo si trova infatti all’interno di una solida tendenza rialzista, confermata dalla posizione long dei principali indicatori direzionali .
I corsi sembrano voler raggiungere la terza resistenza chiave a 0.6050 euro.
La permanenza al di sopra di questo livello appare necessaria per il prosieguo del trend i cui obiettivi sono ipotizzabili a 0.6420 e con quest’ultima violazione in chiusura di seduta, fino in area 0.7430 euro.
Sul fronte opposto invece, solo al di sotto di 0.4900 euro le prospettive rialziste verrebbero messe in discussione favorendo nuovi approfondimenti con un primo target a 0.4555 euro.
Attenzione alle prese di profitto.
Il titolo in 6 mesi ha guadagnato il 48%, mentre in 12 mesi ha ceduto il 37%, il 71% in 3 anni e l’83% in 5 (dal 2000 ad oggi (+30%).
Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sopra di Ema20, quest’ultima è superiore a Ema50; entrambe sono superiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più rialzista possibile.
Previsioni per l’esercizio 2016
Vengono confermate le guidance comunicate al mercato in occasione della pubblicazione dei risultati relativi al primo semestre 2016, ovvero: o Ricavi: ~10,5 miliardi di euro o Utile operativo (EBIT) adjusted: ~ 0,6 miliardi di euro o Utile netto adjusted: ~ 0,25 miliardi di euro o Investimenti tecnici: < 0,4 miliardi di euro o Debito netto: ~1,5 miliardi di euro
Lo scorso 25 ottobre il Consiglio di Amministrazione di Saipem SpA ha approvato il piano strategico, che individua una serie di azioni per affrontare un contesto di mercato deteriorato e con prospettive di recupero spostate nel tempo rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.
Rifocalizzazione del portafoglio di business, de-risking delle attività, ottimizzazione dei costi e maggiore efficacia dei processi, tecnologia e innovazione, vengono confermate come basi della strategia del Gruppo.
Per meglio raggiungere tali obiettivi, è stata decisa l’adozione di un nuovo modello organizzativo, più snello, efficace ed efficiente, finalizzato ad affidare ai singoli business maggiori responsabilità sul risultato di progetto e garantirne le performance.
Ciò permetterà una maggiore agilità decisionale, una maggiore coerenza tra responsabilizzazione sui risultati e attribuzione delle leve decisionali, una completa autonomia nell’identificazione delle priorità, una maggiore focalizzazione sull’ esecuzione dei progetti.
E’ prevista la creazione di cinque divisioni/società dedicate, rispettivamente, alle attività: costruzioni offshore, costruzioni onshore, drilling offshore, drilling onshore, nonché una realtà dedicata alle attività e ai servizi di ingegneria ad alto valore aggiunto, orientata a migliorare in modo strutturato l’offerta per avvicinarsi ulteriormente alle esigenze dei clienti.
La nuova organizzazione, oltre a generare efficienza nelle strutture in Europa (riduzione di circa 800 risorse) grazie ai nuovi e più snelli processi operativi, favorirà anche un cambiamento di mix quali/quantitativo delle risorse, attivando un processo di crescita, indispensabile per garantire la permanenza delle risorse di pregio presenti nel gruppo, che la congiuntura di settore ha parzialmente rallentato.
Inoltre permetterà la massima flessibilità nella valutazione delle opzioni strategiche per singolo business.
Il piano strategico prevede anche una razionalizzazione dell’“asset base”, principalmente riguardante alcuni mezzi navali/rig nei segmenti Drilling e E&C offshore, nonché alcuni cantieri di fabbricazione nei segmenti E&C offshore e onshore.