Questa notte la Reserve Bank of Australia (RBA) ha comunicato che lascerà invariati i tassi di interesse al minimo storico dell’1,5%, in linea con quelle che erano state le previsioni degli analisti.
Il precedente intervento della banca centrale risale ad agosto 2016, quando venne attuato un taglio sui tassi di 25 bps, analogamente a quanto si verificò anche a maggio dello stesso anno.
Per trovare un intervento al rialzo bisogna tornare a novembre del 2010.
Bisogna specificare che in Australia si sta assistendo ad una dinamica molto particolare: da un parte la RBA sta mantenendo i tassi di interesse fermi all’1,5%, dall'altra alcune tra le principali banche australiane hanno iniziato ad alzare i tassi in maniera piuttosto decisa.
Essendo quella attuale una politica monetaria che penalizza i profitti delle banche riducendone i margini di guadagno, Commonwealth Bank, NAP e ANZ hanno deciso di andare controcorrente alzando i tassi in maniera indipendente. Secondo numerosi analisti questa situazione permetterebbe in realtà alla RBA di mantenere i tassi di interesse su livelli minimi ancora per diverso tempo.
La comunicazione è arrivata proprio pochi giorni dopo che le autorità di regolamentazione (Australian Prudential (LON:PRU) Regulation Authority e Australian Securities and Investments Commission) avevano già preannunciato un giro di vite sui mutui, indispensabile per affrontare l’aumentato rischio nel settore immobiliare.
A destare preoccupazione in Australia è livello di indebitamento delle famiglie, che oltre a crescere più velocemente rispetto alle entrate, comporta quasi sempre un’esposizione proprio verso il settore immobiliare. A seguito della comunicazione AUD si è deprezzato in maniera decisa.
Alessandro Bonetti
(Bonetti Financial)