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Si riparte con i dividendi, perché è il momento di acquistare le banche italiane

Pubblicato 28.06.2021, 08:06
Aggiornato 02.09.2020, 08:05



Nella mia recente analisi (8 giugno) parlavo del settore bancario che sembrava essere destinato ad auto-proclamarsi protagonista. Infatti sottolineavo alcuni aspetti come il rialzo dell’indice delle banche italiane sia arrivato ai massimi di febbraio 2020, le indicazioni dell'Unione Europea, la fine del divieto sui dividendi, il rinnovo della garanzia sulle cartolarizzazioni per agevolare lo smobilizzo dei crediti in sofferenza dai bilanci delle banche e degli intermediari finanziari ed infine del risiko che sembra essere in atto.

Ma partiamo dalle ultime notizie. 

Possiamo affermare con certezza che i fondi della Next Generation Ue rappresentano un’occasione per l'Italia. Nello specifico gli investimenti e le riforme possono fornire il giusto impulso per perfomare ed arrivare ad una crescita sostenibile, rimuovendo gli ostacoli che l'hanno impedito negliultimi anni. Di questo indirettamente nè beneficerà anche il settore bancario che vedrà diminuire i crediti in sofferenza.

Altri fattori positivi sono sicuramente i tassi d'interesse, l'aumento dei ricavi dai servizi, una fusione tra banche (Unicredit (MI:CRDI) - banca Mps (MI:BMPS)) che porterebbe a benefici fiscali come le DTA (deferred tax asset, imposte differite) con un abbattimento delle imposte di 3 miliardi di euro e l'ok sui dividendi.

Proprio su quest'ultimo tema, la fed ha dato il via libera (28 giugno) per i buyback e i dividendi alle 23 grandi banche Usa. Nell'ultimo "stress test" messo in atto, ipotizzando una recessione, potrebbero subire fino a 474 miliardi di dollari di perdite lasciandole comunque con più del doppio del capitale richiesto dallo stress capital buffer (SCB).

Per la Bce si prospetta (almeno si spera) una decisione simile il 23 luglio. 

Infatti dopo le parole di Andrea Enria anche De Guindos (vicepresidente della Bce) si è espresso a favore del rispristino che porterebbe 21 miliardi di euro tra cedole e piani di buyback nel 2021 e 59 miliardi di retribuzione agli azionisti nel 2022. La Bce resta comunque cauta sotto questo aspetto,limitandone l'azione (fino al 30 settembre ma molto probabilmente sarà revocato) al 15% degli utili cumulati nel 2019 - 2020, 20 punti base di capitale Cet1 e l'astensione degli acconti sull'utile 2021. Intesa Sanpaolo (MI:ISP) ha intenzione di staccare cedole per circa 0,10 euro ad azione (4,5% di dividend yield) facendo riferimento agli utili del 2020 e al primo esercizio del 2021 mentre Unicredit programma un riacquisto totale delle sue azioni (e quindi una distribuzione) di 652 milioni di euro tramite buyback.

Nonostante il riemergere dell'inflazione il settore è tra quelli che stanno guadagnando di più nel 2021, l’indice "Euro stoxx 600" è balzato del 35% dai minimi di novembre 2020, riportando un forte rialzo. I titoli che comprende possono ancora far parte di un strategia d'investimento?

Tornando in Italia, mettiamo in correlazione IT10Y con i due maggiori istituti bancari presenti sul territorio nazionale.
IT10YvsUCGIT10YvsISP
Ad impattare sull'andamento di titoli bancari, è lo spread Btp-Bund (indica la differenza tra il rendimento del BTP e quello tedesco Bund) che fa aumentare o diminuire il rendimento del decennale. In bilancio gli istituti di credito detengono titoli di Stato e di conseguenza quando il valore del Btp scende, sale lo spread Bund e i titoli ne risentono soprattutoto se sono a lunga scadenza. Lo spread, andando nello specifico, ha effetti "negativi" sul CET1 Ratio che rappresenta il parametro per misurare la loro solidità.

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha sottolineato come il CET1 Ratio del settore bancario sia salito del 3% rispetto agli anni precedenti mediante l’effetto positivo delle cessioni dei crediti deteriorati. In definitiva la distanza con gli altri istituti europei si è assottigliata.

La situazione attuale rende il settore bancario "appetibile"?

FTSE banks


L'indice "FTSE Italia All Share Banks" dopo l'ultimo massimo (6 giugno) che ha eguagliato quello di febbraio 2020 (9800 euro) ha inziato l'inversione del trend o meglio un impulso ribassista, perdendo il 7% e stanziando in area 9100 - 9400 euro cioè il supporto/resistenza del 2009. Utilizzando Fibonacci notiamo che il prezzo ha toccato area 0,382% e una sua proiezione al rialzo potrebbe essere verso i 10500 - 10800 euro ma dovrà prima superare il prezzo psicologico di 10300 euro. C'è ovviamente la possibilià che il ritracciamento sia più profondo del previsto (0,5% - 0,618%) e quindi a quel punto, andremo ad attenzionare area 8800 - 9000 euro.

In Italia le pedine iniziano a muoversi?

Da tempo ci si sta preparando ad una carrellata di fusioni e aggregazioni pronte a partire. Il Banco Bpm (MI:BAMI) sta lavorando per essere uno dei tre gruppi leader in Italia e non ha nessuna intenzione (a detta loro) di essere una pedina in mano ad altri giocatori, dall'altra parte c'è Orcel che non pensa minimamente a caricarsi sulle spalle la "zavorra" Montepaschi senza puntare al premio Bpm (MI:PMII) più che Bper (MI:EMII). questa mossa sullo scacchiere, per Orcel, determinerà il programma ambizioso di Unicredit che punta ad una crescita sostenibile e non a fare un favore al Tesoro che è costretto a cedere il 64% delle quote di Mps come in accordo con l'Unione Europea.

Intanto, come programmato dal "buyback" ha riacquistato un totale di 17.416.128 azioni (4.760 azioni gia in suo possesso) per un controvalore di 179 milioni di euro che vanno aggiunte al precedente acquisto (11 giugno) di 10.614.895 azioni dal valore di 109 milioni di euro.

Per quanto riguarda i crediti in sofferenza, settimana scorsa, sono stati acquistati da Kruk Italia e a MBCredit Solutions. La prima, acquisisce due portafogli NPL unsecured con una prevalenza di credito al consumo e cessione del quinto. Mentre la seconda, crediti non performing da istituti bancari italiani per un valore complessivo di 200 milioni di euro.

Una nota "stonata" è sicuramente l'esclusione temporanea dal collocamento dei bond emessi per finanziare il piano Next Generation Eu.

Al collocamento del primo E-bond a 10 anni da 20 miliardi, a fronte del quale la domanda è stata sette volte superiore, la Banca di Piazza Gae Aulenti è stata esclusa e inserita tra gli istituti che hanno violato le regole antitrust comunitarie. Nel 2021 è prevista l'emissione di 80 miliardi di bond a lungo termine fino ad arrivare a 150 miliardi di euro l'anno entro il 2026, con scadenze che andranno dai 3 ai 30 anni. Uncredit farà bene a "rimettersi in riga".

Per quanto riguarda Intesa, una delle 6 maggiori banche europee, è stata ammessa alla European Clean Hydrogen Alliance (ECHA) della Commissione Europea. Ha la missione di diffondere la produzione di idrogeno rinnovabile a basse emissioni di carbonio, la trasmissione e la distribuzione, entro il 2030. Come previsto dall' European Green Deal, l'obiettivo sarà il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. La banca darà il suo contributo, facilitando l’accesso delle imprese al programma IPCEI (Microelettronica che sostiene attività di ricerca, sviluppo e innovazione) per ricevere contributi a fondo perduto e finanziamenti.

Ma ovviamente non mancano gli investimenti nel settore dei combustibili fossili. Quindi "GREEN" ma non troppo.

Si parla di finanziamenti e investimenti per oltre 12 miliardi tra il 2016 e il 2020 che nel tempo graveranno sull'ambiente (sicuramente), ma bisogna essere realisti e non finti perbenisti. La maggior parte delle banche in Europa (inclusa Unicredit) hanno circa 530 miliardi di euro in asset legati ai combustibili fossili. Proprio questo fattore, come da me ribadito nell'articolo sul greggio, allungherà i tempi di transizone verso un mondo più sostenibile.

Ma non dilunghiamoci troppo, torniamo a noi.

Unicredit e Intesa hanno ancora del potenziale inespresso?

Nonostante alcuni segnali di debolezza, il settore bancario in attesa di un possibile consolidamento tra i vari istituti, rimane nel "breve periodo", uno dei più interessanti. Visto il target price di Unicredit a 12,25 euro, nel tempo potrebbe portare rendimenti che oscillano tra il 9% - 19% (considerando anche i dividendi), con uno CET1 Ratio (rapporto tra il patrimonio di base al netto delle azioni privilegiate e delle partecipazioni di minoranza e le attività di rischio ponderate) del 15% nel 2021.

Unicredit

Nelle scorse settimane abbiamo assistito ad un "calo di interesse" da parte degli investitori e di conseguenza ad un gap-down che ha ampliato la fase correttiva del prezzo trovando poi "supporto" sulla media mobile (50) che corrisponde anche al livello 0.382% di Fibonacci. La fase costruttiva rimane per ora rialzista ma non è da escludere un possibile test "al ribasso" in area 9,6 - 9 euro.

Mentre Ca' de Sass, è osservata con attenzione in vista degli utili e per via della più probabile rimozione del blocco sui dividendi che porterebbe nelle tasche dei soci quasi 2 miliardi di euro. Nel frattempo ha recuperato quasi del tutto il gap accumulato a partire da marzo 2020, consolidando il trend rialzista e ottenendo un profitto del 70% circa partendo da 1,38 euro e arrivando (per ora) a 2,38 euro circa.

Intesa (w)Intesa (D)

Il sentiment nel lungo periodo è sicuramente "Bullish", e la rottura del triangolo simmetrico (W) proietta il prezzo in area 2,55 euro, avvicinandosi al gap creatosi nel 2018 e al prezzo psicologico dei 3 euro. Una volta superata questa soglia, il target price sarà 3,20 euro dove si denota una resistenza che perdura dal 2009. Eventuali segnali di debolezza porterebbero un ribasso fino ai 2,85 euro e nel peggior dei casi, nuovamente sotto i 2 euro per azione.

Concludendo

Se ritorniamo alla correlazione tra "azione ed "obbligazione", da quando le banche centrali stanno pompando "a più non posso" liquidità, è davvero difficile comprendere quale sia la strategia migliore per un investitore. La Bce ormai ha, nel proprio bilancio, per lo più bond governativi pari al 75% del Pil europeo mentre la Fed è vicina al 35% del suo Pil. Comprare obbligazioni (in questo momento), da detenere nel proprio portfolio, è davvero rischioso per il futuro visto l'aumento dell'inflazione e del Pil. Mentre per le azioni (nel caso delle banche e non solo) la situazione è diversa, potrebbero comunque beneficiare dello sviluppo di nuovi
business e tecnologie sostenbili portando al rialzo le loro quotazioni.

Il contesto economico in cui ci troviamo è favorevole alle banche (le condizioni patrimoniali sono migliorate e anche i crediti deteriorati sono rientrati nella media europea) ed uno dei fattori più interessanti; oltre alla distribuzione dei dividendi e al buyback che porterà una ripersa generale dell’economia, al cambiamento legato alla prossima M&A che potrebbe sfociare in un rialzo delle quotazioni, alla rivoluzione tecnologica che finirà di stravolgere questo settore (fintech); è la valutazione poco cara che rende le loro azioni un'opportunità da cogliere in questo momento oppure da evitare ?


"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets è altamento rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore."

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Ultimi commenti

interessante l'area di supporto segnalata per unicredit e su intesa penso che l'area da valutare al ribasso si trovi a 2,20 vista la situazione attuale
i prezzi avranno un ribasso anche per via dell'andamento del ftsemib che non penso salga ancora! dopo questo consolidamento continueranno la loro striscia positiva
visionati anche il grafico dell'indice bancario e l'area di ritracciamento
crollato tutto subito dopo l'articolo :D
Di sicuro il fatto che le banche europee abbiano accolto a braccia aperte la proposta BCE di non pagare i dividendi le ha penalizzate immensamente. Aggiungi il fatto che hanno visto crescere gli utili nel periodo 2020, mostrando l’inutilità del blocco dvd. Ci sono società ben più affidabili, nella categoria aristocrats.
ottima lettura dei grafici
molto utile, nonostante il momento negativo le aree di supporto sono esatte
Son d'accordo, il problema è che la troppa liquidità e le successive chiusure sono dietro l'angolo
Analisi ben strutturata ma come dice lei nonostante tutte queste notizie e situazioni è davvero il caso di acquistare azioni bancarie? A parer mio, credo che ci si possa solamente fare delle piccole operazioni brevi mentre per il lungo periodo aspetterei l'evolversi delle situazioni da lei citate quali dividendi, fusioni e compagnia bella!
operazioni brevi long o short?
articolo molto esaustivo e per quanto riguarda la domanda finale ritengo che in questo momento le banche sono da evitare. Prepariamoci ad un crollo
fino a quando l'Italia si baserà sull'evasione, le banche andranno sempre in perdita ma nel breve periodo qualche operazione è possibile farla (2021 - 2023)
ci vuole una fusione per avere un rialzo
nel breve ci può stare
l'Italia vuole che ci sia l'evasione, non va incontro alle situazioni
Bel analisi! Intesa recupererà il gap lasciato avanti, è fisiologico. Io punterei sulle banche ma non troppo allungo
esatto
intesa la vedo verso i 3 euro, unicredit più sotto i 9
Analisi tecnica corretta e la condivido. Acquistare Unicredit solo per breve periodo vista la storicità del titolo
con un'eventuale fusione il titolo arriverà a 15 e
 non ha senso. se tuto andrà bene max 11 - 12
banche italiane da valutare assolutamente ma con le giuste strategie
tutto bellissimo... fino a che "si ********a più non posso " liquidità sul mercato i prezzi saliranno, ma se l'economia va così bene che motivo c'è di pompare ancora liquidità (che nessuno ancora ha detto come sarà restituita)?
l'economia è sorretta dalle iniezioni di liquidità almeno fino al 2022
sei convinto che sarà restituita
Forse perchè serve rilanciare le economie globali e non dar loro una spintarella e lasciarle poi impantanate
i dividendi non sono piú al record del 11%...se poi continuate a comprare...il 3% lo da pure pincopallo srl...
da visionare
articolo interessante ma per quanto riguarda la parentesi greggio è un dato di fatto che ci siano ancora  investimenti in essere e ce ne saranno ancora per molto
Penso che UCG e ISP siano da acquistare con lo sblocco dei dividendi
quest'estate ci sarà un bel movimento
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