È stata un'altra giornata leggera per quanto riguarda i volumi di scambio. Se guardiamo al sito S&P 500 futures, ieri il volume è stato inferiore a ieri, con poco meno di 1,1 milioni di contratti scambiati. Si tratta del giorno di trading più leggero dal 26 dicembre.
I volumi sono diminuiti con il rialzo del mercato; non si tratta necessariamente di un segnale negativo. Indica piuttosto un'assenza di venditori piuttosto che una forza di fondo del mercato. Il ritorno dei volumi potrebbe segnalare il rientro dei venditori. Si tratta di una considerazione importante, poiché i volumi in diminuzione tendono a preannunciare cambiamenti nelle dinamiche di mercato.
La giornata di ieri è stata relativamente tranquilla fino alle 15:50 circa, quando sono stati pubblicati gli squilibri market-on-close. Lo sbilancio ha mostrato un discreto sbilancio in acquisti di circa 1,5 miliardi di dollari. In una sessione a basso volume, uno sbilancio di questo tipo influisce in modo significativo sulla stampa di chiusura, contribuendo a far sì che il S&P 500 guadagni circa 35-40 punti base negli ultimi dieci minuti di negoziazione.
I costi di finanziamento delle azioni a rendimento totale del BTIC S&P 500 sono diminuiti in modo significativo dal picco raggiunto a dicembre. I nuovi dati sul posizionamento dei primary dealer nei mercati dei repo azionari hanno mostrato un calo dei titoli totali detenuti nella settimana conclusasi il 15 gennaio, in linea con i minori costi di finanziamento azionario. Ciò indica un indebolimento della liquidità, rafforzando il fatto che questo rally potrebbe essere "in onda".
Abbiamo visto modelli simili, come il rapido aumento dal 19 novembre al 6 dicembre e la salita ancora più rapida dal 13 gennaio. Tuttavia, a differenza dei casi precedenti, in questo rally manca l'accumulo di leva o liquidità in eccesso, il che suggerisce una base più fragile. Se i volumi di vendita dovessero tornare, potremmo assistere a un nuovo test del livello di 5.875 dello S&P 500.
I rendimenti obbligazionari continuano a salire
I rendimenti obbligazionari sono saliti per il secondo giorno consecutivo, con il 10-year Treasury yield tornato al 4,65% e il rendimento trentennale al 4,87%. La curva dei rendimenti si è ulteriormente irripidita, con lo spread 30-year meno 3-month a 55 punti base, un livello che funge da supporto/resistenza dall'ottobre 2022.
Questo irripidimento suggerisce la possibilità di un bear steepener, che potrebbe aggiungere 100-150 punti base al rendimento trentennale. Questo scenario presuppone che il ciclo di riduzione dei tassi di Fedsia terminato, come indicato dai contratti a termine sui Buoni del Tesoro a 3 mesi per i prossimi 12-18 mesi, con i forward a 12 e 18 mesi scambiati al di sopra del tasso dei Buoni a 3 mesi a pronti.
I livelli di volatilità implicita e di correlazione rimangono al limite inferiore dei loro intervalli, con un margine limitato per un ulteriore calo. Se né la liquidità né la volatilità sostengono il mercato, non è chiaro quali altri fattori possano favorire un ulteriore rialzo. Ogni giorno di trading è come una storia "scegli tu l'avventura", e ieri ha avuto il suo colpo di scena nei minuti finali.