Ricevi uno sconto del 40%
👀 👁 🧿 Tutti gli occhi sono puntati su Biogen, in rialzo del +4,56% dopo la pubblicazione degli utili.
La nostra AI l'ha scelta nel marzo 2024. Quali saranno i prossimi titoli in rialzo?
Trova subito azioni

Stime utili, proiezioni e rischi economici: 5 domande a cui rispondere nel 2023

Pubblicato 30.12.2022, 08:24
Aggiornato 02.09.2020, 08:05


Per non perderti le mie analisi, ricevere gli aggiornamenti in tempo reale, clicca sul pulsante [SEGUI] del mio profilo!

Il 2022 è stato un anno impegnativo per tutti. L'attuale livello dei vari indici azionari è stato volatile, pieno di cali ed importanti rally del mercato ribassista che hanno visto il sentiment oscillare dall'ottimismo al pessimismo rapidamente mettendo alla prova le nostre emozioni.

Nonostante ciò, non è avvenuta una vera e propria riduzione delle stime sugli utili dell'S&P 500 e molti stanno "alimentando" la speranza che questi non diminuiscano in modo significativo nel 2023.

Non è "strano" che i maggiori analisti non hanno abbassato (ulteriormente) le stime degli utili per il 2023 e il 2024 anche se si prevede una recessione?

E' inevitabile che l'inflazione causi una riduzione dei ricavi per le società nel 2023. Ad oggi è la più grande "minaccia" per il mercato nel primo trimestre. Per ora, tuttavia, sembra non essere stata presa sul serio. I maggiori analisti hanno segnato per l'S&P500 un calo del 5,6% per il quarto trimestre del 2022, il calo della stima dell'EPS registrato è superiore alla media a 5 anni e alla media a 15 anni, il più grande ribasso degli utili dal secondo trimestre del 2020.

Ecco la media delle stime di crescita % diviso per settori dell'S&P 500

stime S&P500

La media delle stime di Morgan Stanley (NYSE:MS), Bank of America (NYSE:BAC), JP Morgan (NYSE:JPM) ed altri grandi attori vedono forti ribassi per il 2023.

Il prezzo del petrolio ha portato ad un netto aumento di oltre il 90% degli utili per gli energetici, questi potrebbero vedere un'inversione dei ricavi del 50% nel 2023 riportando la crescita ad un più normale 5%. A seguire il settore immobiliare, che ha avuto guadagni del 15% quest'anno, potrebbe diminuire, visto il crollo del settore, e scendere del 10% nel 2023 e i beni di consumo dovrebbero andare al ribasso, dato che gran parte dei ricavi sono stati per via delle correnti inflazionistiche, mantenendo una crescita al 3% nel 2023. Il settore tech, che nonostante lo stress ha registrato un guadagno del 4,8%, dovrebbe continuare la sua discesa nel 2023 con un -6,3%.

Inoltre gli analisti di Morgan Stanley hanno dichiarato che rimangono convinti che il Bear Market delle azioni non sarà finito fino a quando l'S&P 500 non raggiungerà l'intervallo 3.000-3.400 punti, verso la fine dell'autunno. Mentre il Target price medio (che si basa sulle previsioni delle 23 principali banche d'affari) è compreso tra l'intervallo 4150 - 4270 punti andando dalla stima più ottimista di 4700 - 4500 punti di Deutsche Bank (ETR:DBKGn) alla più pessimista di 3600 - 3400 punti di BNP Paribas.

Forse quello che hanno perso di vista è che Tech e comunicazioni, i due maggiori settori in perdita, torneranno (con le giuste condizioni) a crescere tra il 2023 - 2024, inoltre il mercato del lavoro si è dimostrato molto forte e potrebbe non andare oltre un tasso del 5,5%. Infine, l'inflazione si avvicinerà sempre di più al suo livello "normale" del 2%, quindi questo si rifletterà sui ricavi nominali.

S&P500 PE Ratio vs US10Y

Dal grafico possiamo notare che dal 1994 il rendimento a 10 anni era vicino all'8% e poi è sceso al minimo del 2% durante la crisi del 2008, oscillando tra il 6% e il 3,8% per la maggior parte di questi anni. Durante questo periodo, il P/E dell'S&P 500 ha oscillato tra 21 e 30, ad eccezione del 2000 - 2008 - 2020 in cui gli utili hanno avuto dei picchi. Il tasso "alto" a 10 anni al 4% nei primi anni 2000 e poi del 3% negli ultimi anni che abbiamo vissuto è stato quello definito "normale" ed abbiamo avuto P/E medio a 19. Pertanto, un ritorno a quella media intorno alla fine del 2023 (con un calo dei tassi di interesse) non sarà da escludere.

Da non sottovalutare è l'analisi intermarket che mostra le varie correlazioni tra azioni, obbligazioni, materie prime e valute. Infatti aver chiaro questo concetto porta ad ogni
investitore/trader ulteriori informazioni sui mercati.

Ad esempio, quando ci troviamo in un situazione di risk off le azioni tendono ad andare al ribasso, ed è probabile che i capitali si spostino su asset più sicuri come l'oro. Il prezzo
del greggio influisce sui consumatori, più è elevato più porta al calo di vari settori correlati come i viaggi, il che a sua volta influiscono sul settore aereo. Un dollaro ancora forte potrebbe aiutare le azioni USA, ma allo stesso tempo avere un impatto negativo sugli utili delle società con attività all'estero.

Quindi dovremo cercare di trovare una risposta a queste domande nei prossimi mesi:

- Il dollaro USA tornerà continuerà a salire? guarda il grafico

Dollaro USA

Al momento, il DXY (indice dollaro USA) sta ritestando i massimi di dicembre 2016 - marzo 2020 dopo aver subito una significativa "pressione" al ribasso negli ultimi due mesi e mezzo. Il prezzo potrebbe usare area $104 - 103,5, precedente resistenza, come supporto per nuovi massimi. D'altro canto, una violazione al ribasso si tradurrebbe in un "vento favoravole" per le azioni.

- Il Gold andrà verso l'alto o si invertirà? guarda il grafico

GOLD

Il trend principale è rimasto intatto in questi anni, attualmente sta ritestando i massimi di settembre 2011 in area $1821 - 1815/oz, dopo aver usato come supporto la media 50 periodi, e potrebbe ritoccare i $1970/oz livello altrettanto importante per nuovi massimi. D'altro canto, possibili debolezze, potrebbero portare ad una violazione dei $1705/oz e al ritorno sulla trend line (linea verde).

- Il greggio resterà all'interno del "canale discendente"? guarda il grafico

Petrolio

A partire da settembre fino ad oggi ha perso il 9% circa, completando il doppio massimo (di cui ho spesso parlato) restando all'interno del canale ribassista e toccando il livello 0,5% di Fibonacci.

Il petrolio è in ribasso sui timori che ulteriori aumenti dei casi di Covid in Cina e della nascita di nuove varianti (il primo importatore di petrolio al mondo) possano ostacolare la ripresa economica e "alimentare" la crescita della domanda, nonostante la Cina si sia detta meno rigida anche con i visitatori in entrata (a partire dall'8 gennaio). Allo stesso tempo, molte economie occidentali stanno entrando in recessione, mentre Putin ha firmato un decreto che vieterà per 5 mesi la fornitura di greggio ed altri prodotti petroliferi alle nazioni che aderiscono al "price cap" (dal 1 febbraio 2023). La produzione di petrolio della Russia potrebbe diminuire fino a 700 mila barili al giorno dal 2023, pari al 5-6% circa dell'attuale produzione nazionale.

- Gli investitori ritorneranno ad investire sulle Mega Cap? guarda il grafico

XLG - RUSSELL

CEO e investitori hanno perso oltre $400 miliardi nel 2022, a causa della perdita del valore di mercato dei "player" di settore come Amazon (NASDAQ:AMZN), Meta, Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Tesla (NASDAQ:TSLA), Nvidia e Apple (NASDAQ:AAPL), Netflix (NASDAQ:NFLX). In questo nuovo anno l'attenzione potrebbe tornare sulla tecnologia di "alta qualità", sui titoli (alcuni dei quali citati) che hanno perso oltre il 50% dal loro picco.

- Il portafoglio 60/40 tornerà a performare? guarda il grafico
60/40 performance

Non considerare più il portafoglio 60/40 potrebbe essere un errore. Risulterebbe vero se i tassi di interesse a lungo termine fossero destinati ad aumentare insieme all'inflazione, le azioni come presupposto logico diventerebbero l'unica soluzione per generare rendimenti. Ma il 2022 è stato più un anomalia che altro.

Nell'allocazione del portafoglio 60/40, le obbligazioni "offrono" minore volatilità, un flusso di reddito annuale e il ritorno. Infatti, a differenza della parte azionaria, la percentuale di obbligazioni mette al riparo (l'investitore) da errori di valutazioni sulla direzione dei tassi e dell'inflazione (alla scadenza ricevono indietro il 100% del capitale più gli interessi).

Concludendo...
Il mercato azionario ha avuto un anno difficile e molti non si aspettano grandi risultati dal prossimo, ma nessuno può saperlo con certezza. Il prossimo anno potrebbe "offrire" altre opportunità di acquisto oppure no e le banche centrali potrebbero iniziare a tagliare i tassi per sostenere l'economia in un'eventuale recessione.

Condividete l'analisi e il vostro pensiero (costruttivo) nei commenti.

Buone Feste, alla prossima!

"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Ultimi commenti

Giuste considerazioni, alla fine nessuno sa cosa succederà ma con la giusta pianificazione, strategia e visione degli asset qualcosa possiamo capirci
Questi restano i quesiti di cui tutti voremo delle risposte anche perché sono sensibili al sentiment delle banche centrali…
Condivido, e comunque le banche restano le protagoniste
Buon punto di entrata per l’azionario, ma resto liquido ancora un 10%
Un calo dei settori protagonisti passati protebbe esserci viste le proiezioni dell’inflazione
Nell domande mancano le crypto
Sono state travolte dalla politica economica e poi da loro stesse, non c’è altro da dire
Il mercato andrà su oppure no. Guarda il grafico
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.