“La durezza di questi tempi non ci deve fare perdere la tenerezza dei nostri cuori” (Che Guevara)
Dopo avere chiuso il peggiore semestre dal 1970, le Borse mondiali continuano ad essere nella morsa dell’Orso. Ieri Piazza affari ha toccato i minimi da 17 mesi sotto la soglia psicologica di 21mila punti. A pesare negativamente il timori di una recessione più forte delle attese, accompagnata da un aumento dell’inflazione fuori controllo. (anche se ieri il petrolio è sceso sotto i 100 dollari). Questa la diagnosi che vale soprattutto per l’Europa, dove il costo della vita non è legato a un surriscaldamento della domanda, ma uno shock lato offerta. La prova è l’andamento del cambio euro/dollaro sui minimi da 2 anni. La moneta unica si svaluta perché il Mercato non ha fiducia nella capacità della BCE di affrontare la situazione. Uno scenario “inedito” dopo oltre 13 anni, ovvero da quanto è partita la politica monetaria espansiva che ci aveva abituati tutti a pensare che i banchieri avessero gli strumenti per fronteggiare qualsiasi crisi. Un sogno che è terminato con un brusco risveglio. Come se ne esce? Dipende dall’orizzonte temporale: in una prospettiva di breve termine prevale il panico. Per chi può aspettare, forse questo un è periodo in cui fare buoni affari.
BCE Verde
Se la BCE sembra non avere le idee chiare su come fronteggiare la crisi oggi, più comprensibili, e condivisibili, sono le scelte di lungo periodo. Il Consiglio direttivo dell'istituto ha deciso di: "adottare ulteriori misure per includere le considerazioni sui cambiamenti climatici nel quadro di politica monetaria dell'Eurosistema" e di "adeguare le partecipazioni in obbligazioni societarie nei portafogli di politica monetaria dell'Eurosistema e nel suo quadro di garanzia, di introdurre requisiti di informativa sul clima e di migliorare le sue pratiche di gestione del rischio". Con queste decisioni i banchieri europei si impegnano nella lotta al cambiamento climatico in un'azione reale. Il Clima è la sfida globale di questo secolo in grado di smontare qualsiasi certezza come dimostrano le conseguenze della Pandemia. Ancora oggi, nonostante la narrazione green esasperata, l’80% dei consumi mondiali dipendono dai combustibili fossili. Se son rose fioriranno.
Attenti al voto
A novembre in Usa si vota, per le elezioni di medio termine. Il primo e più significativo banco di prova per le scelte adottate sino ad oggi da Joe Biden. In questa prospettiva il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta valutando di rinunciare ai dazi sulle importazioni dalla Cina imposti da Donald Trump, per contenere l’aumento dei prezzi e aiutare i consumatori statunitensi. Una mossa chiaramente elettorale che marca le distanze da quello che resta ancora il suo principale avversario politico e non si può escludere antagonista alle prossime elezioni presidenziali (anche se è improbabile che Biden si ricandidi). Alle 16:00 in Usa è atteso l’indice ISM non manifatturiero che dovrebbe posizionarsi a 54 unti leggermente sotto il dato precedente di 54,3 e comunque sotto la soglia d 55 punti. In serata sono attesi i verbali della riunione della FED di 2 settimane fa, utili per raccogliere indizi sulle prossime mosse della banca centrale Usa, con la possibilità di un ulteriore aumento di 75 punti base nel prossimo meeting in programma a fine mese.