Dopo la pubblicazione dei risultati del Q2 di Tesla (NASDAQ:TSLA) martedì, è arrivato il momento di valutare la fattibilità a lungo termine della compagnia. Il futuro della compagnia dipende dalla sua capacità di scalare la produzione e di essere economica rispetto ai rivali cinesi.
Dopo gli ultimi risultati, il titolo TSLA è crollato del 10%, dipingendo un quadro cupo. Ma cosa dicono i numeri sui veicoli elettrici di Tesla?
Analisi dei risultati di Tesla
Per il secondo trimestre fiscale terminato il 30 giugno, Tesla ha riportato un aumento del 2% su base annua del fatturato totale a 25,5 miliardi di dollari, battendo le stime di 0,8 miliardi. Tuttavia, il fatturato automobilistico è sceso del 7% YoY, a 19,87 miliardi. Le entrate nette di Tesla sono scese del 45% YoY a 1,47 miliardi di dollari.
A fronte del margine operativo del 6,3%, che rappresenta un calo di 333 bp YoY, le spese in conto capitale di Tesla sono salite del 10% YoY a 2,3 miliardi di dollari, con spese operative per un totale di 3 miliardi di dollari più spese fiscali per 0,4 miliardi di dollari. Nel complesso, il costo del fatturato da 25,5 miliardi di dollari è stato 20,9 miliardi.
In altre parole, il calo del margine operativo su base annua di 333 punti base (1 punto base equivale allo 0,01%), significa che Tesla sta operando in perdita.
Dal punto di vista degli investimenti, le aspettative degli azionisti di Tesla erano basse, a causa dei tagli dei prezzi della S3XY e del calo delle consegne. Tesla non ha superato le stime degli utili per azione di 0,46 dollari, riportando EPS di 0,42 dollari, con una sorpresa negativa dell’8,7%.
Il report si conclude con questa previsione:
“Nel 2024, il nostro tasso di crescita del volume dei veicoli potrebbe essere decisamente inferiore al tasso di crescita raggiunto nel 2023”.
Fonti di entrate non-EV
Tesla è ancora principalmente una compagnia di veicoli elettrici, come dimostra il 78% dei ricavi derivante dalle vendite di EV. Il resto si divide tra generazione e conservazione di energia, al 10%, e entrate da servizi al 12%.
Il fatturato della divisione energia è aumentato del 100% YoY a 3 miliardi di dollari, mentre quello da servizi è salito del 21% a 2,6 miliardi. Tuttavia, la scommessa energetica di Tesla va presa con le pinze.
Sebbene la compagnia abbia diversificato la fornitura di batterie da BYD (SZ:002594) e Panasonic (OTC:PCRFY) alla produzione interna, ha anche aumentato la dipendenza da Contemporary Amperex Technology (CATL) (SZ:300750) per le celle prismatiche LFP usate nella Model 3 e nella Model Y.
BYD e Toyota: i principali rivali di Tesla
Non è un segreto che il gap tecnologico tra l’Occidente e la Cina si stia ampliando.
Secondo gli ultimi dati, Tesla si piazza al terzo posto come produttore di EV in Cina, come riporta cnevpost.com:
- BYD – 187.300
- Li Auto (NASDAQ:LI) – 30.200
- Tesla – 28.400
- Nio (NYSE:NIO) – 13.300
- Xiaomi (OTC:XIACF) – 7.500
- Xpeng (NYSE:XPEV) – 5.400
Per sopravvivere a una simile concorrenza, Tesla dovrebbe fare affidamento su un aggressivo intervento governativo. L’UE si è già obbligata a farlo, stabilendo dazi provvisori del 37,6% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, in aggiunta alla tariffa esistente del 10%, per un totale del 48%.
Sebbene ciò sembri andare direttamente contro l’agenda verde dell’UE, sembra che il protezionismo abbia la meglio. Al contempo, la scommessa di Toyota (NYSE:TM) sull’ibrido anziché su veicoli puramente elettrici si sta rivelando un successo.
Questo trend non promette bene per Tesla in quanto compagnia puramente elettrica. Infine, l’annullamento da parte di Tesla del processo di gigacasting in un unico pezzo indica un tetto difficile da raggiungere quando si tratta di scalare le operazioni di produzione.
I robotaxi e Optimus riusciranno a spingere i risultati di Tesla?
Il sentiment degli azionisti di Tesla ora dipende dal lancio dei robotaxi, rinviato da agosto al 10 ottobre. In particolare, dall’eventualità che ci siano significativi progressi nel rendere la guida autonoma completa fattibile.
Senza mezzi termini, dal report sugli utili del secondo trimestre è emerso che Tesla considera l’espansione del servizio di robotaxi come la salvezza.
Cathie Wood ha valutato un “potenziale fuori scala” a 2.600 dollari per azione TSLA entro il 2029, prevedendo che Tesla ricaverà il 90% delle entrate dalla guida autonoma e dai servizi di hailing. Le aspettative sui robot umanoidi Optimus sono pressoché invariate, con la commercializzazione al via nel 2026.
Intanto, Tesla detiene 30,7 miliardi di dollari in contanti, equivalenti e investimenti, con un miglioramento del 33% rispetto all’anno precedente. Gli azionisti di TSLA sperano che questo costituisca una via sufficiente per contrastare BYD, Toyota e gli ostacoli normativi/tecnici per il successo del servizio di robotaxi.
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