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Prospettive sulla domanda di greggio cupe. L’OPEC ridurrà i tagli alla produzione?

Pubblicato 15.10.2020, 16:07
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 15.10.2020

Cupe previsioni sulla domanda petrolifera hanno dominato i mercati ultimamente. L’OPEC, l’EIA, l’AIE ed il colosso petrolifero britannico BP (NYSE:BP) hanno tutti abbassato le aspettative circa la tempistica del ritorno della domanda di greggio ai livelli del 2019. In effetti, le prospettive energetiche mondiali rilasciate ultimamente dall’AIE dipingono uno scenario in cui il mondo non raggiungerà i consumi di 103 milioni di barili al giorno prima del 2023.

Oil Weekly

Grafico settimanale del greggio

L’OPEC di recente ha tagliato le previsioni sulla domanda petrolifera nel 2021 di 80.000 barili al giorno, basandosi sulle stime di una crescita economica più lenta. (Trovate il commento sulle previsioni di BP, con uno scenario in cui la domanda petrolifera globale avrebbe già raggiunto il picco, qui).

Cosa pensano di fare OPEC ed OPEC+ alla luce di queste previsioni sulla domanda sottotono?

Aumentare gradualmente la produzione

L’attuale accordo OPEC+ chiede al gruppo di aggiungere altri 2 milioni di barili al giorno al mercato a partire dal 1° gennaio. Tuttavia, la scorsa settimana il Wall Street Journal ha scritto che l’Arabia Saudita sta pensando di rinviare l’incremento della produzione di 2 milioni di barili al giorno al secondo trimestre del 2021. E questo per via di una crescita della domanda minore del previsto. Alimentando ulteriormente queste speculazioni, Bloomberg ha riportato che altri delegati dell’OPEC+ supportano l’idea di posporre l’aumento della produzione.

Tuttavia, martedì scorso Reuters ha scritto che il ministro del petrolio degli EAU, Suhail Mazroui, ha affermato, in occasione dell’Energy Intelligence Forum, che i tagli OPEC+ saranno “ridotti alla fine di quest’anno, avvicinandoci all’inizio del 2021”. Mazroui potrebbe aver preso posizione in vista del vertice del mese prossimo, o potrebbe aver reso noto qual è il piano attuale, con la possibilità di un cambiamento. Potremmo non sapere cosa farà l’OPEC prima del vertice (ora in programma per l’ultimo giorno di novembre, seguito dal vertice OPEC+ il giorno dopo).

Allo stesso tempo, il greggio libico sta tornando sul mercato, dopo gli sconvolgimenti dovuti a scontri politici e militari interni. Sono già tornati disponibili 300.000 barili al giorno, ed altri 300.000 arriveranno sul mercato quando il giacimento di Sharara, riattivato di recente, tornerà pienamente in funzione. La Libia è stata esentata dall’accordo sulla produzione dell’OPEC+ per via dell’instabilità politica e militare che aveva costretto alla chiusura i suoi maggiori giacimenti e porti. Ora che la produzione libica sta tornando disponibile, difficilmente il paese accetterà di tagliarla. Qualsiasi decisione dell’OPEC dovrà tenere in considerazione questo aumento di circa 600.000 barili al giorno da parte della Libia.

I trader devono chiedersi: se la domanda dovesse restare fondamentalmente stagnante nel resto del 2020 e nel primo trimestre del 2021, l’OPEC+ potrà davvero permettersi di ridurre i suoi tagli alla produzione di 2 milioni di barili al giorno? E, se dovesse effettivamente aumentare la produzione dei 2 milioni di barili al giorno previsti dall’accordo attuale, i 600.000 barili della Libia saranno compresi o esclusi da questa cifra?

Ovviamente, negli ultimi anni la domanda più importante per quanto riguarda l’OPEC+ è stata: Cosa vuole fare la Russia? La Russia ha avuto quasi un potere di veto per la maggior parte delle decisioni fin dalla formazione del gruppo OPEC+.

Ieri, l’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman, avrebbe parlato con il Presidente russo Vladimir Putin riguardo al mercato petrolifero. L’enfasi nella loro telefonata sarebbe stata posta sull’importanza del mantenere l’accordo OPEC+ per “raggiungere e mantenere la stabilità” del mercato petrolifero, ma non ci sono stati indizi circa la politica di produzione futura. Lo stesso giorno, il ministro dell’energia russo Alexander Novak ha dichiarato che vede un miglioramento della domanda di greggio e che l’OPEC+ crede di “essere in grado di aumentare gradualmente la produzione” e che procederà con i piani già fissati per produrre di più.

I trader non dovrebbero interpretare le parole di Novak come a significare che un cambio di piano sia da escludersi, perché manca ancora un mese e mezzo ai vertici OPEC ed OPEC+. L’aumento dei livelli delle scorte ed i dati economici deboli potrebbero ancora spingere il gruppo a rinviare gli aumenti della produzione per qualche mese, soprattutto se l’Arabia Saudita riuscirà a sostenere la tesi che gli aumenti sarebbero deleteri per il mercato e per i prezzi del greggio.

Negli ultimi quattro mesi, i prezzi del greggio sono rimasti considerevolmente stabili. Ad un certo punto dovranno pur muoversi e l’OPEC+, come chiunque altro, aspetta questo momento. Da ora ai vertici OPEC ed OPEC+, avremo un altro mese e mezzo di dati sulla domanda, le importantissime elezioni presidenziali USA e maggiori informazioni sul coronavirus e sulle risposte dei governi. Al momento, l’OPEC+ è altrettanto incerto sul mercato del greggio quanto lo sono gli stessi trader.

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