I titoli di servizi finanziari e banche si trovano sotto i riflettori con le probabilità di un ulteriore pacchetto di stimoli fiscali USA in aumento. Nel 2020, i titoli finanziari sono stati deludenti, ma le rinnovate speranze di ritorni migliori nel 2021 potrebbero implicare che probabilmente arriveranno maggiori capitali su questo settore.
Di conseguenza, nell’articolo di oggi parleremo di un ETF focalizzato sul settore finanziario.
Un settore altamente ciclico
Il termine “servizi finanziari” è perlopiù associato alle banche. Poiché il settore bancario rappresenta una parte significativa del mondo finanziario, i titoli bancari catturano la maggior parte dell’attenzione, soprattutto durante la stagione degli utili. Ma anche le società assicurative, le società fintech, i REIT, i gestori di asset, i broker, le piazze ed i fornitori di dati finanziari fanno parte di questo settore.
Il segmento è ciclico. Sulle aziende finanziare influiscono i cambiamenti nelle prospettive economiche, come crescita economica, tassi di interesse, attività del mercato immobiliare, salute globale, sviluppi politici e commerciali.
Ci sono segni incoraggianti del fatto che l’economia statunitense potrebbe presto riprendersi dall’incertezza della pandemia. Il Presidente della Federal Reserve di Boston Eric Rosengren crede che nella seconda metà del 2021 si vedrà una robusta ripresa. E la pensano allo stesso modo anche altri Presidenti delle banche Fed regionali.
Tuttavia, le perdite dei posti di lavoro fanno ancora parte della realtà economica. Il 5 febbraio, il Dipartimento per il Lavoro USA ha pubblicato la “Sintesi sulla situazione occupazionale” relativa al mese di gennaio. Sebbene l’economia abbia aggiunto 49.000 posti di lavoro, gli analisti concordano nel dire che la crescita del mercato del lavoro è in stallo, incoraggiando le argomentazioni a favore di ulteriori stimoli fiscali.
Il Presidente Joseph Biden di recente ha sottolineato che “4 milioni di persone sono senza lavoro da sei mesi o più e 2,5 milioni di donne sono state cacciate dalla forza lavoro”.
A causa di queste perdite di posti di lavoro, una preoccupazione per le banche è il rischio creditizio. L’aumento della disoccupazione può comprensibilmente portare ad una difficoltà per i debitori a risarcire i debiti pendenti. Nello scorso anno, le banche hanno effettuato enormi accantonamenti per i crediti deteriorati.
Con più denaro nelle tasche dei consumatori e delle piccole imprese nelle prossime settimane, gli analisti credono che gli storni, i debiti che difficilmente saranno recuperati dai creditori (come le banche), potrebbero non vedere un aumento. Allo stesso modo, anche i crediti deteriorati potrebbero restare stabili. Gli Stati Uniti definiscono i crediti deteriorati “prestiti scaduti da oltre 90 giorni e prestiti in sofferenza (cioè prestiti su cui una banca ha smesso di maturare interessi)”.
Un aumento dei crediti deteriorati comporta una riduzione degli utili per le banche. Tali fattori possono pesare sulla solidità di una banca, influenzando l’intera economia. Di conseguenza, maggiori stimoli possono aiutare molte banche ad evitare perdite sui crediti.
Un’altra difficoltà è rappresentata dai tassi di interesse bassi. Le banche commerciali emettono prestiti, che rappresentano la maggior parte delle loro attività. I depositi, che i depositanti o i creditori possono a volte richiedere quando vogliono, costituiscono una parte significativa delle loro passività. In generale, le attività (cioè i prestiti) hanno scadenze più lunghe rispetto alle passività.
Solitamente le banche commerciali traggono profitto dallo spread tra tassi di deposito e tassi di prestito. Di conseguenza, le banche preferiscono prestare denaro ad un tasso più alto dell’interesse che pagano ai depositanti. Dei tassi di interesse alti contribuiscono a migliorare margini e redditività delle banche. I mercati stanno cominciando a mettere in conto tassi di interesse più alti entro il 2023, un fattore che potrebbe supportare i titoli delle banche.
Infine, in seguito all’esito positivo degli stress test di dicembre, la Fed ora consente alle banche statunitensi di effettuare riacquisti di azioni. Gli investitori esperti preferiscono possedere titoli bancari, in quanto solitamente noti per dividendi e riacquisti di azioni. Dopo la decisione della Fed, JPMorgan Chase (NYSE:JPM) ha annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni da 30 miliardi di dollari. Finora nel 2021 il titolo di JPM ha visto ritorni di circa il 9%.
Ricordando questi aspetti, ecco il fondo di oggi.
Vanguard Financials Index Fund ETF Shares
- Prezzo attuale: 76,67 dollari
- Range su 52 settimane: 42,34 - 78,17 dollari
- Rendimento dividendo: 2,1%
- Percentuale di spesa: 0,10% all’anno
Il Vanguard Financials Index Fund ETF Shares (NYSE:VFH), che ha 412 possedimenti, replica i ritorni dell’indice Spliced US IMI Financials 25/50. Il fondo ha cominciato gli scambi nel gennaio 2004 e gli asset gestiti sono pari a circa 7,3 miliardi di dollari.
Grafico settimanale VFH
I principali quattro segmenti rappresentati sono: Diversified Banks, Regional Banks, Asset Management & Custody Banks e Financial Exchanges & Data. Più del 40% degli asset netti totali del fondo è rappresentato dalle prime dieci società. Tra i nomi principali troviamo JPMorgan Chase, Berkshire Hathaway Class B (NYSE:BRKb), Bank of America (NYSE:BAC), Citigroup (NYSE:C), Wells Fargo (NYSE:WFC) e BlackRock (NYSE:BLK).
Chiaramente, i possedimenti comprendono anche banche di investimento che sono andate meglio degli istituti commerciali, grazie ai forti risultati della negoziazione di titoli e dei mercati dei capitali, in particolare nella gestione degli asset nonché negli investimenti fixed asset.
Negli ultimi 12 mesi, VFH è sceso dello 0,56%. Ma sull’anno in corso ha visto ritorni del 5,24%. Ci piacciono la diversificazione ed il rendimento del dividendo del fondo. Gli investitori buy and hold che acquistano sul calo probabilmente vedranno un ulteriore apprezzamento del capitale anche nei prossimi trimestri.
Morale della favola
C’è una gamma diversificata di fondi del settore finanziario, che va dalle banche USA ad alta capitalizzazione alle banche regionali, ad aziende globali. Altri ETF che meritano l’attenzione dei lettori sono:
- Fidelity® MSCI Financials Index ETF (NYSE:FNCL), +5,38% sull’anno in corso
- Financial Select Sector SPDR® Fund (NYSE:XLF), +4,78% sull’anno in corso
- iShares Global Financials ETF (NYSE:IXG), +3,87% sull’anno in corso
- iShares U.S. Regional Banks ETF (NYSE:IAT), +10,34% sull’anno in corso
- SPDR® S&P Regional Banking ETF (NYSE:KRE), +13,47% sull’anno in corso
- SPDR® S&P Bank ETF (NYSE:KBE), +10,09% sull’anno in corso.
Come sempre, i lettori dovranno condurre un’adeguata due diligence e valutare i possedimenti di un dato fondo alla luce del proprio profilo di rischio/ritorno.
Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.