Ricevi uno sconto del 40%
👀 👁 🧿 Tutti gli occhi sono puntati su Biogen, in rialzo del +4,56% dopo la pubblicazione degli utili.
La nostra AI l'ha scelta nel Marzo 2024. Quali saranno i prossimi titoli in rialzo?
Trova subito azioni

Tre segnali da seguire quando si incontrerà la Commissione OPEC

Pubblicato 22.03.2017, 14:07
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 22.03.2017

Il 25 e 26 marzo la commissione di vigilanza per l’accordo sulla produzione di greggio siglato dai paesi OPEC e non OPEC si incontrerà in Kuwait. Questo vertice si svolge in un periodo che ha visto una certa volatilità e un calo del prezzo del greggio sotto i 50 dollari al barile, per quanto riguarda il WTI, per la prima volta nel 2017. La valutazione della commissione delle cinque nazioni giocherà un ruolo fondamentale nel determinare se le quote di produzione debbano essere mantenute per altre sei mesi quando l’OPEC si incontrerà a fine maggio.

La commissione dovrebbe riportare che i tagli della produzione sono stati efficaci finora, che il rispetto dell’accordo da parte dei paesi OPEC e non-OPEC è stato buono ma potrebbe essere migliorato - in particolare da parte dei paesi che non fanno parte dell’organizzazione - e che tutte le parti coinvolte sono ottimiste. La commissione discuterà dell’eventualità che l’accordo venga prolungato e potrebbe fare una raccomandazione all’OPEC.

Gli investitori, tuttavia, non devono essere tentati di pensare che un tono ottimista indichi che l’OPEC prolungherà i tagli alla produzione. Un eventuale prolungamento dell’accordo dipenderà principalmente dalla volontà dell’Arabia Saudita. La decisione del paese si baserà soprattutto sul valutare se le altre nazioni stiano contribuendo sufficientemente ai tagli agendo “all’altezza delle aspettative”.

Gli investitori dovranno quindi considerare se i tagli alla produzione compiuti dagli altri produttori siano significativi. Secondo Platts, le differenze nella metodologia e nella raccolta di dati hanno reso difficile determinare il grado di rispetto dell’accordo. Per esempio, a seconda dei paesi che si prendono in considerazione, il rispetto dell’accordo si colloca in un range che va dal 72% al 111%. (Un risultato del 100% indicherebbe una piena adesione ai termini dell’accordo mentre un dato maggiore significherebbe che i paesi hanno ridotto la produzione più di quanto richiesto).

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Alcuni paesi, come Iraq ed Emirati Arabi Uniti, non hanno implementato del tutto i tagli della produzione a loro richiesti. Quando si analizzano le cifre sulla riduzione, è importante considerare che l’accordo prevede tagli da ogni nazione per raggiungere la media della cifra desiderata nel corso del semestre. Di conseguenza, un mese mancato non significa che il paese non stia rispettando l’accordo ma soltanto che non stia mantenendo il ritmo necessario per rispettarlo.

Per i paesi non-OPEC, l’attuale tasso di rispetto dell’accordo va dal 40% al 66%, a seconda della metodologia. Il tasso di produzione della Russia è il più preoccupante. A fine febbraio, la Russia ha tagliato solo 120.000 barili al giorno dei 300.000 previsti. Il 19 marzo, tuttavia, il paese ha annunciato di aver ridotto la produzione di altri 161.000 barili al giorno. La Russia al momento è il principale produttore mondiale di greggio, con una media di più di 11 milioni di barili al giorno, mentre l’Arabia Saudita ha la maggiore capacità di scorte (che ammonterebbe a circa 12,5 milioni di barili al giorno).

A gennaio, come dimostrazione di buona fede, l’Arabia Saudita ha tagliato più della quota richiesta. Ciò ha contribuito a far salire il tasso generale di rispetto dell’accordo da parte dell’OPEC, consentendo agli altri paesi di avere più tempo per riprendere fiato ed implementare i tagli in modo più graduale, facendo salire il prezzo del greggio. Tuttavia, a febbraio, i sauditi hanno aumentato la produzione, pur rientrando nella quota di 10.011 milioni di barili al giorno. La notizia ha contribuito al recente calo del prezzo della materia prima. Anche se il paese ha spiegato che non esporterà la produzione extra ma la utilizzerà per rifornire i magazzini vuoti, il segnale che manda agli altri produttori è chiaro.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

L’Arabia Saudita non vuole sostenere il peso maggiore dei tagli da sola e sembra ostinata nel voler utilizzare la sua significativa capacità di scorte per mettere pressione agli altri produttori. Con la sua capacità può minacciare di aumentare ulteriormente la produzione, il che farebbe scendere ancora di più il prezzo del greggio e danneggiare tutti i produttori, sebbene il paese ritenga di essere nella posizione finanziaria migliore per sopportare il danno.

La scorsa settimana, il ministro del petrolio saudita ha dichiarato in un’intervista che l’OPEC terrà in considerazione le seguenti condizioni quando dovrà determinare se i tagli debbano essere prolungati o meno:

  1. se le scorte globali di greggio sono superiori alla media quinquennale (e sicuramente sarà così);

  2. se i mercati non sono fiduciosi per le prospettive;
  3. se le compagnie e gli investitori non si sentono sicuri dello stato di salute dell’industria globale del greggio.

Questi tre segnali sembrerebbero favorire un’estensione dell’accordo. D’altro canto, il ministro saudita ha rimproverato i paesi produttori ed ha dichiarato che i sauditi non continueranno ad accollarsi i tagli mentre altri “non sono all’altezza delle aspettative”. “L’Arabia Saudita non si farà usare dagli altri”, ha detto, aggiungendo che l’accordo è a beneficio di tutti.

Il paese è chiaramente pronto a minacciare di rifiutare il prolungamento dell’accordo quando questo si concluderà, a fine giugno. L’Arabia Saudita spera che ciò possa costringere i produttori che non stanno rispettando l’accordo a raggiungere gli obiettivi nei prossimi tre mesi e mezzo.

L’Arabia Saudita prolungherà i tagli alla produzione solo se riterrà che sia la cosa migliore per se stessa e solo se le altre nazioni parteciperanno. I sauditi sono stati chiari in questo: non si accolleranno i costi del taglio alla produzione da soli.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Ultimi commenti

L'investimento è stato di grande aiuto nella vita di molte persone, i miei 1000$ sono stati una benedizione per me da quando ho iniziato a fare trading con l'esperto Mr George, questo è quello che non mi sarei mai aspettato, se credi di poter guadagnare scrivi Mr George e anche guadagnare come io👉official_georgefx_parker1 @insta🌐gram
Perciò mi viene da pensare che i paesi non Opec e L'Arabia Saudita non sembrqno intenzionati ad un taglio... Anzi l'Arabia Saudita ha già tagliato la produzione come ha precisamente scritto... Vedremo al prossimo incontro... Grazie per l'articolo
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.