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Dopo un po’ di calma apparente sulla guerra commerciale, è tornata alla ribalta la questione tariffe in vista dei colloqui tra Donald Trump e Jean Claude Junker che si terranno nella giornata odierna.
Significa che occorrerà massima prudenza, perché le premesse – visti i tweet sibillini del presidente USA – non sono per niente buone.
Poi, chiaramente, gli operatori stanno attendendo con impazienza le giornate di giovedì e venerdì per via della BCE e del PIL USA.
Nel frattempo i rendimenti obbligazionari – dopo la speculazione degli ultimi giorni – hanno ripreso a diminuire con ripercussioni sull’andamento del Dollaro e fasi di consolidamento un po’ su tutte le valute.
Sul lato equity, invece, la stagione degli utili USA continua a impressionare.
La spinta dell’SP500 sui massimi di periodo è stata innescata da Alphabet (Google (NASDAQ:GOOGL)) e United Technologies Corporation (NYSE:UTX).
Le ripercussioni positive si sono propagate sui mercati europei, con il DAX e il FTSE 100 in netta ripresa (quest’ultimo sui massimi da diverse settimane).
Il quesito da porsi è quale sarà la reazione all’incontro odierno, Trump difatti ultimamente è stato sprezzante nei confronti dei leader degli alleati tradizionali e la risposta di Junker potrebbe non essere gradita (si parla di tariffe per 20 miliardi di dollari verso i prodotti provenienti dagli USA).
Particolarmente attenti saranno i produttori di automobili tedesche, perché pare che proprio le auto possano essere il prossimo bersaglio dell’offensiva trumpiana.
Per quanto riguarda le materie prime c'è un leggero rimbalzo da parte dell’XAU/USD, dato dal lieve indebolimento del Dollaro, mentre il Future Petrolio Greggio WTI ha trovato supporto dopo i dati dell’API report.
Tra la notizie più rilevanti di oggi c’è sicuramente l’Ifo Business tedesco delle ore 10, che è risultato leggermente superiore alle attese e di poco al di sotto della lettura precedente (101,7 rispetto al 101,8 del mese scorso).
Nel pomeriggio europeo attenzione alle vendite di nuove abitazioni negli Stati Uniti perché dovrebbero scendere del -2,8% a 671.000 unità, che sarebbe comunque un numero molto forte (da 689.000 il mese scorso).
Le scorte di petrolio delle 16:30 dovrebbero darci -3,0 milioni di barili per il greggio (dopo + 5,8 milioni di barili la scorsa settimana), i distillati dovrebbero crescere marginalmente + 0,4 m (-0,4 m la scorsa settimana) e la benzina -0,9m (-3,2m la settimana scorsa).