Una nuova era per le azioni? I portafogli diversificati registrano forti guadagni nel 2023

Pubblicato 14.11.2023, 11:37
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Sulla carta, l’assetto sembra tossico. Una guerra in corso ai confini orientali dell’Europa, un nuovo conflitto in Medio Oriente che potrebbe trasformarsi in una battaglia regionale e tassi di interesse in forte aumento per combattere l’inflazione. Non sembrano condizioni favorevoli a forti guadagni, ma i risultati annuali dei portafogli globali suggeriscono il contrario.

Nonostante una serie di fattori di rischio, le strategie diversificate sono pronte a registrare un forte guadagno per il 2023, in base ai dati disponibili alla chiusura di venerdì (10 novembre). Il Global Market Index (GMI) di CapitalSpectator.com ha registrato un forte rialzo del 9,1% su base annua, circa il doppio del rendimento “sicuro” della maggior parte della curva dei rendimenti del Tesoro USA. Il GMI detiene tutte le principali classi di asset (tranne la liquidità) con pesi a valore di mercato e rappresenta un benchmark competitivo per i portafogli multi-asset class.

ETF Performance YTD Returns

Diversi ETF di asset allocation stanno ottenendo risultati simili quest’anno. L’iShares Core Aggressive Allocation ETF (NYSE:AOA), ad esempio, è salito del 9,0% nel 2023.

Il fattore chiave della performance di quest’anno è il buon andamento delle azioni, in particolare quelle statunitensi. Utilizzando una serie di ETF proxy, le azioni americane continuano a guidare la corsa ai cavalli del 2023 con una performance superiore, basata sul Vanguard Total US Stock Market Index Fund (NYSE:VTI), che quest’anno è salito del 15,1%. Si tratta di un risultato di gran lunga superiore al resto del campo, ma si noti che anche le azioni estere dei mercati sviluppati (VEA) ed emergenti (VWO) stanno registrando guadagni annuali, anche se modesti.

Il principale freno alla diversificazione globale nel 2023: le obbligazioni ad alto rating, le materie prime in generale e la maggior parte delle azioni immobiliari. In effetti, i titoli immobiliari statunitensi ed esteri (rispettivamente VTI e VNQI) registrano perdite superiori al 5% ciascuno.

A un mese e mezzo dalla fine, c’è ancora spazio per un’inversione di tendenza nei risultati dell’anno solare e, data la situazione mondiale, nessuno dovrebbe scartare questa possibilità. Ma per il momento il fascino della diversificazione globale rimane intatto e convincente.

Con il senno di poi, è ovvio che sovrappesare pesantemente i titoli statunitensi e minimizzare praticamente tutto il resto avrebbe aumentato notevolmente i rendimenti. Ahimè, i portafogli altamente concentrati tendono a fare colpo soprattutto su base ex-post.

Al contrario, la gestione del rischio insito nella diversificazione globale tra le varie classi di attività si è dimostrata un benchmark difficile da battere, ancora una volta. Perché? Il futuro è ancora incerto e lo sarà sempre. A sua volta, prevedere i vincitori e i perdenti del 2024 non sarà meno impegnativo.

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