Mentre il mercato si concentrava sull’Italia, ieri negli USA sono stati pubblicati dati interesssanti. L’ADP di maggio ha mostrato un risultato marginalmente più debole, attestandosi a 178 mila unità rispetto alle 190 mila previste.
Il BEA ha rivisto al ribasso il PIL reale del T1, portandolo al 2,2% t/t rispetto al 2,3% previsto e al 2,3% t/t della lettura precedente.
La spesa per i consumi personali (PCE) è scesa all’1,0%, confermando la debolezza economica del T1.
Nonostante il dato in flessione, prevediamo una ripresa sana nel T2, dato che i fondamentali riferiti ai consumi sono solidi.
Come emerso dal rapporto ADP, i mercati del lavoro USA, il fondamento dell’ottimismo delle famiglie, continuano a produrre.
Lo slancio economico rimane inoltre intatto e le condizioni finanziarie accomodanti, nonché la politica fiscale favorevole, sostengono le prospettive.
L’indice sull’inflazione PCE core per il T1 è stato rivisto al ribasso, all’1,6% su base annua rispetto all’1,7% del T1.
Il leggero calo farà ridimensionare le aspettative sui tassi della Fed, consentendo agli asset legati al rischio di migliorare. Infine, il Beige Book della Fed per la riunione del FOMC del 12-13 giugno indica poche variazioni nella traiettoria delle prospettive di crescita.
C’è stato un lieve rallentamento naturale dell’attività dei consumatori, ma niente che possa far cambiare le attese. Poiché le prospettive su occupazione e crescita delle retribuzioni rimangono solide ma non si prevede un’accelerazione, dovremmo assistere a un indebolimento dell’USD sulla scia dei miglioramenti a livello macroeconomico.