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Focus su un titolo, Edizioni Foodies: Starbucks

 

In questa edizione di “A Look at a Stock”, daremo un’occhiata al titolo Starbucks (NASDAQ:SBUX)].

Quando si pensa al caffè americano, Starbucks di solito è il primo marchio che viene in mente. Con una capitalizzazione di mercato di oltre 83 miliardi di dollari, è la seconda azienda della sua categoria dopo Walmart Inc (NYSE:WMT). Ma cosa ha reso Starbucks sinonimo di caffè e cosa possiamo imparare su questa azione? Cos’è che rende Starbucks così, appunto Starbucks?

Leggiamo la storia presente e futura dell’azienda:

Starbucks

La favola della sirena

Cosa ha portato tre abitanti di Seattle (un insegnante di inglese, un insegnante di storia ed uno scrittore) a creare un marchio di caffè che avrebbe invaso il mondo? La risposta è che i tre non avevano nessuna intenzione di aprire una caffetteria.

I tre fondatori hanno iniziato a pensare di avviare l’azienda dopo aver appreso come tostare il caffè dal famoso imprenditore del settore Alfred Peet, ed hanno aperto il primo negozio  Starbucks il 31 marzo 1971, al civico 2000 di Western Avenue, a Seattle.

Anche se può sembrare inverosimile, per i primi 15 anni della sua esistenza Starbucks vendeva semplicemente caffè tostato in grani, tè in foglie e spezie. Infatti, il caffè servito nei negozi era offerto come degustazione gratuita.

Negozio Starbucks
Negozio Starbucks Originale (Crediti immagine: John Anderson - andersononline.net)

Nel 1982, Howard Schultz entrò a far parte dell’azienda in qualità di direttore marketing. Schultz era un grande appassionato della cultura italiana per il caffè, e cercò di farla conoscere a Starbucks proponendo di offrire caffè fresco espresso nei negozi. Nonostante il successo di un progetto pilota in un punto vendita, i fondatori decisero di non proporlo negli altri negozi. La frustrazione di Schultz andava crescendo e nel 1985 lasciò l’azienda per fondare la propria catena di caffetterie chiamata Il Giornale.

Nel 1988, la gestione di Starbucks decise di vendere la branca Starbucks della distribuzione al dettaglio e Schultz prese la palla al balzo, acquistando l’azienda per 3,8 milioni di dollari.

Schultz convertì tutti i bar Il Giornale in Caffetterie Starbucks e iniziò a servire caffè espresso in tutti i negozi originali Starbucks.

Successivamente l’azienda lanciò un piano di espansione aggressivo e nel 1990 si contavano 46 negozi Starbucks nel Nord est e Midwest degli Stati Uniti.

L’evoluzione del logo di Starbucks

Loghi starbucks

IPO ed espansione globale

La rapida espansione dell’azienda fu un successo e Schultz decise di quotare Starbucks in borsa, e nel giugno del 1992, l’azienda lanciò un’offerta pubblica iniziale di 17 dollari ad azione.

Se avessi acquistato 100 azioni durante l’offerta pubblica iniziale (per 1.700 dollari), con split di 6 2-per-1, ora avresti 6.400 azioni dal valore di circa 429.000 dollari al momento della scrittura.

Adesso sembra quasi impensabile di girare il mondo e non trovare nessun negozio Starbucks, ma l’azienda ha aperto il primo punto vendita fuori dagli USA solo nel 1996.

Il primo Starbucks fuori dagli USA è stato aperto a Tokyo, in Giappone. L’azienda scelse il Giappone in quanto è il terzo paese mondiale per consumo di caffè ed è l’economia più forte del Pacifico.

Azione Starbucks

Caffè lungo o corto?

Il successo dell’azienda può essere attribuito a due principali fattori:

 La rapida crescita e la predominanza nel mercato di Starbucks è stata ottenuta grazie a un’espansione aggressiva e ad una saturazione locale. L’azienda, infatti, ha frequentemente aperto negozi in prossimità di caffetterie bene avviate, portandole spesso al fallimento, aprendo i negozi “su ogni strada”.

Quando l’azienda decise di entrare nel mercato britannico, acquistò la Seattle Coffee Company e riconvertì tutti i negozi locali in Starbucks, l’operazione diede all’azienda una solida infrastruttura nel paese, eliminando al contempo un concorrente.

Inoltre Starbucks ha creato un forte brand concentrandosi all’atmosfera dei negozio che è incentrata sul comfort, come si legge nella mission “Creare una cultura del calore e dell’accoglienza, dove tutti sono i benvenuti.” L’azienda è stata una delle prime ad offrire il WiFi gratuito nei negozi, quando le altre aziende non offrivano il servizio o lo offrivano a pagamento.

Dai freelance agli uomini d’affari, agli studenti e alla gente che semplicemente vuole starsene in un bel caffè, Starbucks è diventato un luogo di ritrovo, invece di un posto dove semplicemente prendere una tazza di caffè. questo ha invogliato le persone a restare più a lungo nei punti vendita e a fare un numero maggiore di acquisti.

Interno negozio starbucks

Tuttavia, l’espansione di Starbucks non è stata sempre un successo. Ecco 2 importanti fallimenti:

Nel 2001, Starbucks ha aperto il primo negozio in Israele, per poi aprire 6 punti vendita a Tel-Aviv. Tuttavia, l’approccio di Starbucks, che finora aveva funzionato dappertutto, lì non funzionò. Starbucks vende caffè a prezzi elevati, facendo pagare più per l’atmosfera che per la qualità del caffè in sé. Il mercato locale è concentrato maggiormente sulla qualità e sull’accessibilità. Gli israeliani semplicemente non intendevano pagare così tanto un caffè che effettivamente non era buono quanto quello locale. Nel 2003 Starbucks ha ammesso la sconfitta ed ha chiuso tutti i punti vendita nel paese.

La storia del fallimento di Starbucks in Australia è abbastanza simile. Il primo Starbucks nel continente australiano è stato aperto nel luglio del 2000. Nel 2008 l’azienda aveva aperto 84 punti vendita, ma ne ha dovuti chiudere 60 visto lo scarso successo registrato. Analogamente a quanto accaduto in Israele, l’Australia possedeva già una sua cultura del caffè e Starbucks non è riuscito ad adattarsi ai gusti locali.

 Nonostante il modello di impresa vincente di Starbucks, l’incapacità di adattarsi ad alcuni mercati si è tradotta in opportunità mancate.

Bicchiere Starbucks

Parliamo di Schultz

Il 28 gennaio 2019, Howard Schultz, il leggendario ex AD di Starbucks e attuale presidente esecutivo, ha postato un tweet che ha agitato le acque politiche statunitensi:

 L’annuncio di Schultz è stato sia accolto che criticato da entrambe le sponde politiche, ma è stata una mossa interessante, forse ispirata dalla scommessa vincente del 2016 dell’attuale presidente Donald Trump. Nessuno può negare il talento imprenditoriale di Schultz, che è stato l’unico a capire il potenziale di Starbucks ed è riuscito a trasformare l’azienda in una miniera d’oro.

Nel 2001, Schultz si è dimesso dalla posizione di Amministratore Delegato, ma dopo il crollo del valore delle azioni del 76% registrato tra il 2006 e il 2008, Schultz è ritornato a ricoprire l’incarico di AD.

Grazie a una serie di mosse intelligenti, il valore delle azioni è tornato da poco meno di 5 dollari a oltre 60! Tra alcune di queste brillanti intuizioni c’è quella di decidere di chiudere tutti i punti vendita negli USA per 3 ore e mezza per insegnare ai baristi come preparare un “espresso perfetto”, l’idea di dare il proprio indirizzo email ai clienti, di trasformare tutti i registratori di cassa in registratori computerizzati, di sostituire tutte le macchine da caffè con macchine professionali prodotte in Svizzera, di migliorare l’efficienza della catena e portare l’accuratezza da 3/10 a 9/10, e altro ancora.

Investire nel caffè

La sirena verde non è l’unica opzione per investire nel settore del caffè. Infatti esistono altre opzioni, tra cui azioni e future.

Se preferisci le azioni puoi decidere di acquistare titoli di Dunkin Brands Group Inc (NASDAQ:DNKN) , il gruppo proprietario di tutta la catena di caffè Dunkin’ Donuts. La capitalizzazione di mercato è di 5,64 miliardi, con utili di 1,23 miliardi nel 2018 ed una crescita del 9,5% nel valore delle azioni.

Un’altra opzione è la JM Smucker Company (NYSE:SJM)  proprietaria di diversi marchi tra cui Folger’s, Kava, e Medaglia D’Oro. L’azienda ha una capitalizzazione di mercato di 11,81 miliardi di dollari e utili annui di 7,61 miliardi nel 2018. Bisogna dire che il valore delle azioni è crollato del 24% nel 2018, ma dall’inizio del 2019 il titolo ha già recuperato l’11%.

Per chi invece preferisce i futures, è possibile investire nel caffè. Si tratta, infatti, della seconda materia prima più scambiata. Le opzioni principali sono Future Caffè C e Future Caffè (Robusta). Bisogna dire che il caffè è una materia prima alquanto volatile, che risente delle condizioni climatiche, dei cambiamenti geopolitici e della domanda dei consumato

chicchi di caffè

Un’ultima tazza

Esaminando gli utili del 4°trimestre 2018 di Starbucks, l’azienda ha raggiunto un record di 6,3 miliardi di utili netti, le vendite sono aumentate del 3% complessivamente, in parte grazie alla crescita in Cina.

Nel 2018 l’azienda ha registrato 24,7 miliardi di dollari di entrate 24.7, in salita del 10% rispetto al 2017.

Il colosso del caffè è chiaramente pieno di energia, come spiega il nostro analista Jesse Cohen:

"In generale, è stato un ottimo trimestre per Starbucks. I recenti sforzi dell’azienda stanno dando risultati reali. Le vendite negli USA hanno toccato un record storico negli ultimi tre mesi del 2018. Più importante, le vendite in Cina, il secondo maggior mercato, hanno mostrato una crescita, uno sviluppo positivo per il futuro".

Quando abbiamo chiesto cosa pesa del titolo Starbucks al nostro analista senior Clement Thibault ci ha risposto che:

“c’è un motivo per cui Starbucks è una delle poche aziende le cui azioni sono scambiate ai massimi storici. La catena di caffè sta andando forte, che si tratti della crescita in Cina o dell’aumento delle vendite nei negozi. Starbucks ha raggiunto un punto di saturazione negli USA per quanto riguarda il numero di negozi, quindi la chiave sta nel far spendere di più alle persone e Starbucks ci è riuscito molto bene. Se l’azienda continua a far salire le vendite del 3-4%, non ci sono dubbi che anche il titolo continuerà a salire sempre di più”.

Insomma, Stabucks sembra un titolo davvero forte, un’azienda attraente e dal forte potenziale di crescita.

E voi, come lo prendete il vostro caffè?

Nota: questo articolo non deve essere considerato una sponsorizzazione, né un consiglio di investimento. Bisogna effettuare una due diligence prima di investire su qualsiasi asset o classe di asset.

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