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Conferenza stampa della Bce. Francoforte sul Meno, 8 marzo 2018

Da Banca Centrale Europea08.03.2018 15:30
 

CONFERENZA STAMPA

Mario Draghi, Presidente della BCE,
Vítor Constâncio, Vicepresidente della BCE,
Francoforte sul Meno, 8 marzo 2018

DICHIARAZIONE INTRODUTTIVA

Signore, Signori, è con grande piacere che insieme al Vicepresidente vi porgo il benvenuto alla conferenza stampa. Vi esponiamo ora gli esiti della riunione odierna del Consiglio direttivo.

Sulla base della consueta analisi economica e monetaria abbiamo deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Continuiamo ad attenderci che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte dei nostri acquisti netti di attività.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, confermiamo l’intenzione di proseguire gli acquisti netti di attività, all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro, sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione. L’Eurosistema continuerà a reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario. Ciò contribuirà sia a condizioni di liquidità favorevoli sia a un orientamento di politica monetaria adeguato.

Le nuove informazioni, comprese le ultime proiezioni formulate dai nostri esperti, confermano la dinamica espansiva vigorosa e generalizzata dell’economia dell’area dell’euro, che nel breve periodo, secondo le proiezioni, dovrebbe crescere a un ritmo in certa misura più rapido rispetto alle precedenti attese. Queste prospettive di crescita confermano la nostra convinzione che l’inflazione convergerà verso il nostro obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2% a medio termine. Nel contempo, le misure dell’inflazione di fondo restano contenute e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo. In questo contesto, il Consiglio direttivo continuerà a seguire gli andamenti del cambio e le condizioni finanziarie in relazione alle loro possibili implicazioni per le prospettive di inflazione. Nel complesso permane la necessità di un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. Il perdurare del sostegno monetario deriva dagli acquisti netti di attività, dalle notevoli consistenze acquistate e dai prossimi reinvestimenti, nonché dalle nostre indicazioni prospettiche sui tassi di interesse.

Passo ora a illustrare la nostra valutazione in maggior dettaglio, a iniziare dall’analisi economica. Nel quarto trimestre del 2017 il PIL in termini reali è aumentato dello 0,6% sul periodo precedente, dopo una crescita dello 0,7% nel terzo trimestre. I dati economici più recenti e i risultati delle ultime indagini congiunturali indicano il procedere di una dinamica espansiva vigorosa e generalizzata. Le nostre misure di politica monetaria, che hanno agevolato il processo di riduzione della leva finanziaria, continuano a sorreggere la domanda interna. I consumi privati sono sostenuti dall’incremento dell’occupazione, che a sua volta beneficia delle passate riforme del mercato del lavoro, e dalla crescente ricchezza delle famiglie. Gli investimenti delle imprese seguitano a rafforzarsi per effetto delle condizioni di finanziamento molto favorevoli, dell’aumento della redditività delle imprese e della solidità della domanda. Gli investimenti nell’edilizia residenziale hanno registrato un ulteriore miglioramento negli ultimi trimestri. In aggiunta, l’espansione generalizzata a livello globale sospinge le esportazioni dell’area dell’euro.

Questa valutazione trova sostanzialmente riscontro nelle proiezioni macroeconomiche di marzo 2018 formulate dagli esperti della BCE per l’area dell’euro. Le proiezioni indicano una crescita annua del PIL in termini reali del 2,4% nel 2018, dell’1,9% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020. Rispetto all’esercizio condotto a dicembre dagli esperti dell’Eurosistema, le prospettive per l’espansione del PIL in termini reali sono state riviste al rialzo per il 2018, mentre restano invariate per il 2019 e il 2020.

Secondo le valutazioni, i rischi per le prospettive di crescita sono essenzialmente bilanciati nell’area dell’euro. Da un lato, la congiuntura positiva osservata potrebbe dar luogo a una più forte espansione nel breve periodo. Dall’altro lato, i rischi al ribasso restano connessi principalmente a fattori di carattere globale, fra i quali il crescente protezionismo e gli andamenti nei mercati valutari e negli altri mercati finanziari.

Secondo la stima rapida dell’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è diminuita all’1,2% lo scorso febbraio, dall’1,3% di gennaio, evoluzione che riflette principalmente gli effetti base negativi della componente relativa ai prodotti alimentari freschi. In prospettiva, sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva si collochi intorno all’1,5% nella parte restante dell’anno. Le misure dell’inflazione di fondo restano nell’insieme moderate. Guardando al futuro, dovrebbero aumentare gradualmente nel medio periodo, sostenute dalle nostre misure di politica monetaria, dal perdurare dell’espansione economica, dalla corrispondente riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale.

Questa valutazione si riflette sostanzialmente anche nelle proiezioni macroeconomiche di marzo predisposte dagli esperti della BCE per l’area dell’euro, che anticipano un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell’1,4% nel 2018, dell’1,4% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020. Rispetto all’esercizio condotto a dicembre dagli esperti dell’Eurosistema, le prospettive per l’inflazione complessiva hanno subìto una lieve revisione al ribasso per il 2019, mentre rimangono invariate per il 2018 e il 2020.

Passando all’analisi monetaria, l’aggregato monetario ampio (M3) continua ad aumentare a un ritmo sostenuto, registrando lo scorso gennaio un tasso di crescita sui dodici mesi del 4,6%, livello invariato rispetto al mese precedente; questa evoluzione riflette l’impatto delle misure di politica monetaria della BCE e il basso costo opportunità di detenere i depositi più liquidi. Pertanto, l’aggregato monetario ristretto (M1) ha continuato a fornire il contributo principale all’espansione dell’aggregato monetario ampio, seguitando a registrare un solido tasso di crescita sui dodici mesi.

Procede la ripresa dell’espansione dei prestiti al settore privato che si osserva dagli inizi del 2014. A gennaio scorso il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è aumentato al 3,4%, dopo il 3,1% di dicembre 2017, mentre quello dei prestiti alle famiglie è rimasto invariato al 2,9%. La trasmissione delle misure di politica monetaria in atto da giugno 2014 continua a sostenere in maniera significativa le condizioni di prestito per famiglie e imprese, l’accesso al finanziamento – in particolare per le piccole e medie imprese – e i flussi di credito nell’intera area dell’euro.

In sintesi, la verifica incrociata degli esiti dell’analisi economica con le indicazioni derivanti dall’analisi monetaria ha confermato la necessità di un ampio grado di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

Per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono contribuire in modo decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine e a ridurre le vulnerabilità. L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttività e il potenziale di crescita dell’area. Data l’applicazione complessivamente limitata delle raccomandazioni specifiche per paese nel 2017, come ha reso noto ieri la Commissione europea, è necessario un maggiore impegno di riforma da parte dei paesi dell’area dell’euro. Quanto alle politiche di bilancio, l’espansione sempre più solida e generalizzata spinge a ricostituire margini di manovra nelle finanze pubbliche. Ciò è particolarmente importante per i paesi in cui il debito pubblico resta elevato. A tutti i paesi gioverebbe intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita. Una piena, trasparente e coerente attuazione del Patto di stabilità e crescita e della procedura per gli squilibri macroeconomici, nel tempo e nei vari paesi, resta essenziale per consolidare la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro. L’approfondimento dell’Unione economica e monetaria resta una priorità. Il Consiglio direttivo esorta ad adottare misure specifiche e incisive per il completamento dell’unione bancaria e dell’unione dei mercati dei capitali.

Siamo ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.

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