MILANO (Reuters) - UniCredit e Santander hanno messo fine agli accordi per l'aggregazione di Pioneer Investments e Santander Asset Management e per la società di risparmio gestito del gruppo italiano si valutano adesso altre opzioni strategiche tra cui la quotazione in borsa.
Le parti, spiega una nota, non sono riuscite a individuare una soluzione per soddisfare tutti i requisiti regolamentari richiesti "entro un arco di tempo ragionevole" e quindi hanno concluso "che fosse più appropriato porre fine alle trattative".
"Abbiamo cercato per quanto possibile di venire incontro alle istanze regolatorie e non siamo riusciti a farlo", ha commentato il Ceo di Santander Josè Antonio Alvarez nella conference call sulla semestrale.
Pioneer finisce pertanto adesso nel perimetro della revisione strategica del gruppo annunciata da Unicredit (MI:CRDI) l'11 luglio in seguito all'insediamento del nuovo Ceo Jean-Pierre Mustier, i cui esiti saranno annunciati prima della fine del 2016.
UniCredit, Santander e i fondi Usa General Atlantic e Warburg Pincus (controllanti di Sherbrooke Acquisition Corp)avevano firmato un accordo preliminare nell'aprile 2015, poi diventato vincolante lo scorso novembre, per fondere Pioneer e Santander Asset Management in una complessa architettura societaria. L'impatto dell'operazione, che non aveva mai suscitato entusiasmo all'interno di Pioneer, sul Cet1 di UniCredit era stato quantificato in 25 punti base.
UniCredit, alle prese con ratio patrimoniali poco al di sopra delle soglie minime fissate dalle Bce, ha di recente collocato sul mercato quote delle controllate FinecoBank e Bank Pekao, che hanno portato un beneficio sul Cet1 di 20 punti base, e sta valutando un aumento di capitale.