ROMA (Reuters) - Il premier Matteo Renzi ha difeso oggi il voto del Senato che mercoledì ha respinto, con i voti determinanti di una buona parte del Pd, la richiesta di arresto ai domiciliari del senatore Ncd Antonio Azzollini.
"Non siamo dei passacarte della procura di Trani", ha detto Renzi in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
Azzollini è indagato dalla Procura di Trani per la bancarotta fraudolenta della casa di cura Divina Provvidenza di Bisceglie.
"Avendo grande rispetto della Costituzione, diciamo che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici e anche degli altri", ha aggiunto il premier.
Favorevole alla richiesta di arresto si era detta la Giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama, in una decisione assunta con il sì dei membri del Pd, ma poi il capogruppo del partito Luigi Zanda, alla vigilia del voto decisivo dell'aula, aveva preferito lasciare "libertà di coscienza" ai suoi parlamentari.
"Il capogruppo Pd ha visto le carte su Azzollini: si è convinto che sia una vicenda molto complicata su cui il fumus persecutionis potrebbe esserci e ha lasciato libertà di coscienza. Io non so dire come avrei votato perché non ho letto le carte. Ma considero il voto un segno di maturità, credo alla buona fede e all'intelligenza dei senatori Pd", ha concluso il premier.
L'esito della vicenda ha rinfocolato le polemiche della minoranza del Pd, che in Senato conta almeno 20 membri spesso decisivi nelle votazioni, con i vertici di partito.
Il voto su Azzollini, che ha ricoperto il delicato ruolo di presidente della commissione Bilancio, e il distacco dal centrodestra di un gruppo di 10 senatori guidati da Denis Verdini e pronti a sostenere Renzi sulle riforme istituzionali, è stato criticato dalla minoranza di sinistra del partito perché sposterebbe più a destra il baricentro del governo.