Investing.com - I prezzi dell’oro sono in calo questo giovedì, dal momento che il dollaro si è rafforzato in seguito al rilascio dei verbali del vertice di gennaio della Federal Reserve.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile sono rimasti in un range tra 1.308,70 dollari l’oncia troy e 1.314,80 dollari l’oncia.
I prezzi dell’oro si sono attestati a 1.313,90 dollari l’oncia durante gli scambi della mattinata europea, in calo dello 0,5%. I futures hanno chiuso la seduta di ieri in calo dello 0,3%, o di 4,00 dollari, a 1.320,40 dollari l’oncia.
I prezzi troveranno supporto a 1.299,90 dollari l’oncia troy, il minimo dal 14 febbraio e resistenza a 1.332,40 dollari, il massimo dal 18 febbraio.
Intanto, l’argento con consegna a marzo è sceso dell’1,1% a 21,61 dollari l’oncia troy. Il contratto di marzo ieri è sceso dello 0,22% a 21,85 dollari l’oncia.
Ieri, i verbali del vertice di gennaio della Federal Reserve hanno mostrato che la banca manterrà invariato l’attuale ritmo della riduzione del suo programma di acquisti di bond fino a quando l’economia continuerà a migliorare come previsto.
I traders attendono gli importanti dati economici USA nel corso della giornata per valutare ulteriormente la forza dell’economia.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione e i dati sull’indice dei prezzi al consumo. Inoltre saranno rilasciati i dati sull’attività manifatturiera nella regione di Philadelphia.
I prezzi dell’oro sono rimasti supportati nelle ultime settimane tra i timori che la ripresa statunitense abbia perso lo slancio a partire dalla fine dello scorso anno, dal momento che il rigido clima invernale ha pesato sulla crescita.
L’oro è salito di circa il 7% dall’inizio dell’anno, dopo il calo del 28% nel 2013.
Sul Comex, i futures del rame con consegna a marzo sono in calo dello 0,7% a 3,263 dollari la libbra.
I dati rilasciati oggi hanno mostrato un calo della lettura preliminare dell’indice HSBC Flash dei direttori acquisti per il settore manifatturiero cinese, il principale indicatore dell’attività industriale del paese, al minimo di sette mesi di 48,3 a febbraio, in calo da 49,5 a gennaio, alimentando i timori che la seconda economia mondiale stia andando incontro ad un rallentamento.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della richiesta globale lo scorso anno.