Investing.com - I futures dell’oro salgono per la terza seduta consecutiva questo mercoledì, mentre l’attenzione degli investitori è rivolta ai verbali del vertice di settembre della Federal Reserve, previsti nel corso della giornata, che forniranno nuove indicazioni sull’andamento futuro della politica monetaria statunitense.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre è scambiato a 1.217,60 dollari l’oncia troy, in salita di 5,20 dollari, o dello 0,43%.
Ieri, l’oro è salito di 5,10 dollari, o dello 0,42%, a 1.212,40 dollari. Il metallo prezioso è sceso al minimo di dieci mesi di 1.183,30 dollari il 6 ottobre.
Supporto a 1.183,30 dollari, il minimo dal 6 ottobre e resistenza a 1.224,00 dollari, il massimo dal 2 ottobre.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a dicembre sale di 9,7 centesimi, o dello 0,56%, a 17,33 dollari l’oncia troy. Il 3 ottobre il prezzo è crollato al minimo degli ultimi quattro anni di 16,64 dollari.
I traders sono cauti in attesa della pubblicazione dei verbali del vertice di settembre della Fed prevista nel corso della giornata, dopo i dati positivi sull’occupazione statunitense della scorsa settimana che hanno alimentato l’ottimismo per la forza dell’economia e che fanno sperare che la banca centrale possa alzare i tassi prima e più velocemente del previsto.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
Il rame con consegna a dicembre è in calo di 1,9 centesimi, o dello 0,62%, a 3,020 dollari la libbra. Il 2 ottobre il prezzo ha toccato il minimo degli ultimi sei mesi di 2,985 dollari.
Ieri, il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di tagliare le previsioni di crescita globale per la terza volta quest’anno, dichiarando che la ripresa economica è debole e instabile.
L’organizzazione prevede una crescita economica globale pari al 3,3% quest’anno, giù dal 3,4% stimato a luglio, e del 3,8% per il 2015, rispetto alla stima precedente del 4,0%.
Il sentimento degli investitori è stato inoltre colpito dal report che ha mostrato un crollo degli ordinativi alle fabbriche tedesche ad agosto, facendo temere che la principale economia della zona euro stia cadendo in recessione.
Il rame è sensibile alle prospettive di crescita economica poiché è ampiamente utilizzato nel settore industriale.