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La liquidazione ordinata di Popolare Vicenza e Veneto Banca

Pubblicato 28.06.2017, 19:34
© Reuters.  La liquidazione ordinata di Popolare Vicenza e Veneto Banca
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MILANO (Reuters) - Domenica 25 giugno il governo ha varato il decreto legge per la liquidazione ordinata di Popolare Vicenza e Veneto Banca con cessione degli asset "buoni" a Intesa Sanpaolo (MI:ISP) al prezzo simbolico di 1 euro.

Di seguito gli elementi chiave dell'operazione:

COSA ACQUISTA INTESA SANPAOLO

** Crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi di euro

** Crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi (con diritto di retrocessione se entro 2020 sono classificabili come sofferenze o inadempienze probabili)

** Attività finanziarie per circa 8,9 miliardi

** Attività fiscali per circa 1,9 miliardi

** Debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi

** Obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi

** Raccolta indiretta per circa 23 miliardi (10,4 miliardi di risparmio gestito)

** Circa 900 sportelli in Italia e 60 all'estero, inclusa la rete di filiali in Romania e un organico di circa 9.960 in Italia e 880 all'estero. La banca prevede la chiusura di 600 filiali e l'uscita volontaria di 3.900 persone

** Le partecipazioni in Banca Apulia, Banca Nuova, Sec Servizi Scpa, Servizi Bancari Scpa e nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania

** Intesa potrà usufruire delle imposte differite attive delle banche acquisite

** Intesa stanzierà complessivi 60 milioni a titolo di ristoro per i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due banche. (Le obbligazioni subordinate in mano a clientela retail hanno un valore complessivo stimato in massimi 200 milioni su un totale di 1,2 miliardi. La parte residua rispetto ai 60 milioni verrà rimborsata tramite il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi).

** Per far fronte alle passività che non vengono assorbite da Intesa, quest'ultima finanzia le società in liquidazione con un prestito di 5 miliardi ad un tasso annuo dell'1%.

COSA RESTA ALLE BANCHE IN LIQUIDAZIONE

** Alcune controllate bancarie e finanziarie tra cui Banca Intermobiliare (Bim), Farbanca, Prestinuova, Claris Factor, Claris Leasing che continueranno la propria operatività in maniera ordinata con continuità nei rapporti in essere con la clientela

** Partecipazioni nella società di asset management Arca Sgr e nella compagnia assicurativa Cattolica Assicurazioni

** Capitale e riserve per 4 miliardi

** Fondi rischi e oneri per 1,2 miliardi.

COSA VIENE TRASFERITO ALLA SGA

** Crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) per circa 10 miliardi (17,8 miliardi lordi)

ONERI A CARICO DELLO STATO

** Contributo cash per 3,5 miliardi a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali di Intesa tale da mantenere il Cet1 invariato al 12,5%

** Contributo cash per 1,285 miliardi a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione legati all'acquisizione riguardanti, tra gli altri, la chiusura di 600 filiali e l'utilizzo del fondo di solidarietà per l'uscita volontaria di 3.900 persone

** Garanzie per 1,5 miliardi per la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero Intesa per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite

** Garanzie fino a 6,3 miliardi a fronte dell'adempimento da parte delle banche in liquidazione dell'obbligo di pagamento dello sbilancio di cessione, di cui 1 miliardo a esito della due diligence sui crediti acquisiti

** Garanzie fino a 4 miliardi relative agli obblighi di riacquisto di crediti in bonis ad alto rischio

PROSPETTIVE DI RECUPERO PER LO STATO

** A fronte di impegni per 10,9 miliardi, lo Stato ipotizza di chiudere la liquidazione delle due banche venete con un margine positivo di 700 milioni con recuperi tra crediti deteriorati e partecipazioni per 11,6 miliardi.

** In particolare, ipotizzando tassi di recupero in linea con quelli storicamente conseguiti dalle banche italiane, lo Stato può recuperare dai crediti deteriorati 9,6 miliardi, di cui 4,2 miliardi sulle sofferenze e 5,4 miliardi sulle inadempienze probabili. Per le banche estere e la business unit in Romania si ipotizza un recupero di 300 milioni.

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