Futures Pros - I futures del petrolio greggio sono scesi per la prima volta in quattro giorni nella giornata di lunedì, dopo che il più grande esportatore mondiale di petrolio, l'Arabia Saudita, ha dichiarato che il mercato globale ha avuto forniture di greggio maggiori.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna a giugno a 109,55 dollari al barile durante gli scambi della mattinata europea con un calo dello 0,45%.
Precedentemente si è scesi al minimo giornaliero di 109,33 dollari al barile.
Il ministro del petrolio saudita, Ali al-Naimi, ha dichiarato domenica che il mercato globale del petrolio è stato "sovraccaricato" e che gli aumenti dei prezzi del petrolio non sono dipesi "dalle mani dell’OPEC".
Intervenendo alla conferenza di settore in Kuwait, al-Naimi ha dichiarato che l'Arabia Saudita ha diminuito la propria produzione giornaliera di petrolio di circa 800.000 barili a marzo a 8,29 milioni di barili al giorno, a causa della scarsa domanda.
Le sue dichiarazioni seguono osservazioni simili effettuate la scorsa settimana dal ministro dell'Energia dagli Emirati Arabi Uniti, Mohamed al-Hamli, il quale ha dichiarato che i mercati mondiali del petrolio sono rimasti "adeguatamente forniti" e che "l'impennata dei prezzi del petrolio è soltanto un riflesso della geopolitica".
Sui prezzi ha pesato anche l’allentamento delle preoccupazioni per gli scontri legati alle elezioni in Nigeria che hanno gravato sui prezzi. I media hanno riportato in seguito alle elezioni di sabato che Goodluck Jonathan probabilmente verrà rieletto; la CNN ha dichiarato che la votazione è stata "in gran parte pacifica".
L'Arabia Saudita è il maggior esportatore tra i membri dell'Opec, mentre la Nigeria è il maggior produttore di petrolio dell'Africa, producendo circa 2,2 milioni di barili al giorno.
L’ICE Futures Exchang ha scambiato i futures del Brent con consegna a giugno a 123,00 dollari al barile, in calo dello 0,53% e 13,45 dollari sulla controparte statunitense.
Il New York Mercantile Exchange ha scambiato i futures del greggio con consegna a giugno a 109,55 dollari al barile durante gli scambi della mattinata europea con un calo dello 0,45%.
Precedentemente si è scesi al minimo giornaliero di 109,33 dollari al barile.
Il ministro del petrolio saudita, Ali al-Naimi, ha dichiarato domenica che il mercato globale del petrolio è stato "sovraccaricato" e che gli aumenti dei prezzi del petrolio non sono dipesi "dalle mani dell’OPEC".
Intervenendo alla conferenza di settore in Kuwait, al-Naimi ha dichiarato che l'Arabia Saudita ha diminuito la propria produzione giornaliera di petrolio di circa 800.000 barili a marzo a 8,29 milioni di barili al giorno, a causa della scarsa domanda.
Le sue dichiarazioni seguono osservazioni simili effettuate la scorsa settimana dal ministro dell'Energia dagli Emirati Arabi Uniti, Mohamed al-Hamli, il quale ha dichiarato che i mercati mondiali del petrolio sono rimasti "adeguatamente forniti" e che "l'impennata dei prezzi del petrolio è soltanto un riflesso della geopolitica".
Sui prezzi ha pesato anche l’allentamento delle preoccupazioni per gli scontri legati alle elezioni in Nigeria che hanno gravato sui prezzi. I media hanno riportato in seguito alle elezioni di sabato che Goodluck Jonathan probabilmente verrà rieletto; la CNN ha dichiarato che la votazione è stata "in gran parte pacifica".
L'Arabia Saudita è il maggior esportatore tra i membri dell'Opec, mentre la Nigeria è il maggior produttore di petrolio dell'Africa, producendo circa 2,2 milioni di barili al giorno.
L’ICE Futures Exchang ha scambiato i futures del Brent con consegna a giugno a 123,00 dollari al barile, in calo dello 0,53% e 13,45 dollari sulla controparte statunitense.