LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso su segnali di prese di profitto, dopo il rally registrato a luglio, in cui gli investitori hanno beneficiato della contrazione delle forniture globali e dei segnali di crescita della domanda nella seconda metà dell'anno.
Intorno alle 10,50 i futures sul Brent per ottobre sono a 85,10 dollari al barile, in calo di 32 centesimi. Ieri il Brent Front-month si è attestato ai massimi dal 13 aprile.
I futures sul West Texas Intermediate statunitense sono a 81,42 dollari al barile, in ribasso di 38 centesimi rispetto al valore della seduta precedente, che era ai massimi dal 14 aprile.
Tamas Varga, analista di PVM, ha osservato che per mesi sono state fatte previsioni secondo cui la domanda globale di petrolio crescerà nella seconda metà del 2023, rispetto al prima semestre, in concomitanza con i tagli all'offerta per ridurre le scorte globali di petrolio.
"L'approccio cauto era il prodotto dei timori per la recessione. Poi è arrivato luglio e l'umore è prontamente cambiato", ha aggiunto, citando l'azione delle banche centrali che ha reso gli investitori più fiduciosi sulla possibilità di un "atterraggio morbido" e di evitare una recessione nelle principali economie.
Gli ultimi dati degli Stati Uniti - il primo consumatore di carburante al mondo - hanno mostrato che la domanda di carburante è aumentata a 20,78 milioni di bpd a maggio, il massimo da agosto 2019.
Secondo un sondaggio Reuters, inoltre, le scorte di greggio e di benzina degli Stati Uniti dovrebbero essere diminuite la scorsa settimana. I dati suggeriscono che, in media, le scorte di greggio sono calate di circa 900.000 barili nella settimana fino al 28 luglio.
Oltre alle speranze di una domanda in crescita, si prevede che nella riunione di venerdì dell'Opec+, l'Arabia Saudita deciderà di prorogare i tagli volontari fino a settembre, con un'ulteriore restrizione delle forniture.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)