Investing.com – I futures del petrolio greggio sono in salita nella mattinata europea di questo giovedì e recuperano le forti perdite della seduta precedente per via degli sviluppi in Libia che fanno presagire un’interruzione delle forniture nel paese.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 102,16 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,55%.
Il contratto di novembre è rimasto nel range tra 101,32 dollari al barile, il minimo giornaliero ed il massimo della seduta di 102,27 dollari al barile.
Il contratto di novembre è sceso ieri dell’1,82% a 101,61 dollari al barile mercoledì, dopo i dati ufficiali che hanno mostrato che le scorte di greggio sono salite di 6,8 milioni di barili la scorsa settimana.
Supporto a breve a 101,07 dollari al barile, il minimo del1° ottobre e resistenza a 104,06 dollari al barile, massimo dell’8 ottobre.
Secondo la tv di stato libica, un gruppo di ribelli in rapporti con il ministro degli interni, avrebbe rapito il Primo Ministro Ali Zaidan da un hotel a tripoli e lo avrebbe portato in una destinazione sconosciuta.
La notizia ha alimentato i timori di un’interruzione delle forniture dal paese nordafricano.
La Libia detiene le riserve maggiori di greggio dell’Africa. I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa hanno prodotto il 36% della produzione mondiale ed hanno detenuto il 52% delle riserve accertate nel 2012.
Intanto gli investitori continuano a monitorare i negoziati sull’impasse che tiene ferma la macchina federale dal 1° ottobre.
Nel corso della giornata i leader Repubblicani terranno il primo incontro con il Presidente Obama da quando è iniziato lo shutdown.
Il Presidente Obama ha chiesto ai Repubblicani di innalzare il tetto del debito e ravviare la macchina federale prima di iniziare i negoziati sulla politica fiscale. Gli USA rischiano un default del debito sovrano se il tetto massimo del governo non sarà aumentato dal 17 ottobre.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a novembre sono saliti dello 0,85% a 110,02 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 7,867 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 102,16 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,55%.
Il contratto di novembre è rimasto nel range tra 101,32 dollari al barile, il minimo giornaliero ed il massimo della seduta di 102,27 dollari al barile.
Il contratto di novembre è sceso ieri dell’1,82% a 101,61 dollari al barile mercoledì, dopo i dati ufficiali che hanno mostrato che le scorte di greggio sono salite di 6,8 milioni di barili la scorsa settimana.
Supporto a breve a 101,07 dollari al barile, il minimo del1° ottobre e resistenza a 104,06 dollari al barile, massimo dell’8 ottobre.
Secondo la tv di stato libica, un gruppo di ribelli in rapporti con il ministro degli interni, avrebbe rapito il Primo Ministro Ali Zaidan da un hotel a tripoli e lo avrebbe portato in una destinazione sconosciuta.
La notizia ha alimentato i timori di un’interruzione delle forniture dal paese nordafricano.
La Libia detiene le riserve maggiori di greggio dell’Africa. I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa hanno prodotto il 36% della produzione mondiale ed hanno detenuto il 52% delle riserve accertate nel 2012.
Intanto gli investitori continuano a monitorare i negoziati sull’impasse che tiene ferma la macchina federale dal 1° ottobre.
Nel corso della giornata i leader Repubblicani terranno il primo incontro con il Presidente Obama da quando è iniziato lo shutdown.
Il Presidente Obama ha chiesto ai Repubblicani di innalzare il tetto del debito e ravviare la macchina federale prima di iniziare i negoziati sulla politica fiscale. Gli USA rischiano un default del debito sovrano se il tetto massimo del governo non sarà aumentato dal 17 ottobre.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna a novembre sono saliti dello 0,85% a 110,02 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 7,867 dollari al barile.