Investing.com – Il colpo di stato in Egitto per mano dei militari che hanno deposto il presidente Morsi, mettendolo agli arresti domiciliari, tiene sotto pressione il prezzo del Petrolio che, negli ultimi tre giorni è aumentato del 3/5%.
Il presidente egiziano Morsi ha dovuto affrontare, senza peraltro voler cedere ad immediate concessioni, la massiccia contestazione popolare che ha portato infine alla sua destituzione ed al suo arresto da parte dei militari.
Il leader politico, dopo aver raccolto vasti consensi durante la sua elezione, è ora accusato di aver tentato di favorire, con le sue scelte di governo, una deriva islamico integralista nella società egiziana e di una gestione troppo “arrogante” del potere.
Non mancano tuttavia, anche manifestazioni popolari a suo favore, da parte dei "Fratelli Mussulmani" i quali esprimono il loro dissenso alla cacciata di Morsi.
I timori internazionali sono per un eventuale disturbo della regolare attività del canale di Suez tramite il quale transita quotidianamente circa il 2% del fabbisogno mondiale di Petrolio.
La materia prima è salita, in seguito agli eventi egiziani, immediatamente di prezzo di circa il 3/5% negli ultimi tre giorni arrivando ad un massimo di 102.16 USD/barrel.
L’autorità che gestisce il canale di Suez ha comunque rassicurato gli operatori sulla sua totale capacità operativa escludendo l’eventualità di una interruzione dei transiti a causa delle vicende politiche Egiziane.
La corsa del prezzo sembra ora essersi, almeno momentaneamente, fermata, con un arretramento dai massimi di circa 50 centesimi di dollaro.
Il presidente egiziano Morsi ha dovuto affrontare, senza peraltro voler cedere ad immediate concessioni, la massiccia contestazione popolare che ha portato infine alla sua destituzione ed al suo arresto da parte dei militari.
Il leader politico, dopo aver raccolto vasti consensi durante la sua elezione, è ora accusato di aver tentato di favorire, con le sue scelte di governo, una deriva islamico integralista nella società egiziana e di una gestione troppo “arrogante” del potere.
Non mancano tuttavia, anche manifestazioni popolari a suo favore, da parte dei "Fratelli Mussulmani" i quali esprimono il loro dissenso alla cacciata di Morsi.
I timori internazionali sono per un eventuale disturbo della regolare attività del canale di Suez tramite il quale transita quotidianamente circa il 2% del fabbisogno mondiale di Petrolio.
La materia prima è salita, in seguito agli eventi egiziani, immediatamente di prezzo di circa il 3/5% negli ultimi tre giorni arrivando ad un massimo di 102.16 USD/barrel.
L’autorità che gestisce il canale di Suez ha comunque rassicurato gli operatori sulla sua totale capacità operativa escludendo l’eventualità di una interruzione dei transiti a causa delle vicende politiche Egiziane.
La corsa del prezzo sembra ora essersi, almeno momentaneamente, fermata, con un arretramento dai massimi di circa 50 centesimi di dollaro.