Investing.com - Il prezzo dell’oro sale negli scambi statunitensi di questo giovedì, toccando il massimo di quasi due settimane con gli investitori sempre più in ansia per il futuro della presidenza di Donald Trump che scelgono gli investimenti rifugio.
Sul Comex, i future dell’oro salgono di 1,00 dollari, o dello 0,1%, a 1.260,29 dollari l’oncia troy alle 8:00 ET (12:00 GMT). L’oro spot si attesta a 1.260,51 dollari.
Il prezzo del metallo giallo è schizzato al massimo di 1.265,00 dollari nella notte, il massimo dal 1° maggio.
L’oro ha registrato la sesta seduta al rialzo consecutiva ieri sulla scia delle ultime notizie da Washington.
Reuters ha reso noto che l’ex consigliere alla Sicurezza Nazionale Michael Flynn ed altri del team della campagna di Trump si sarebbero scambiati con i russi almeno 18 telefonate o email nel corso della campagna presidenziale del 2016.
È solo l’ultima di una serie di preoccupazioni in una turbolenta settimana alla Casa Bianca, dopo le accuse secondo cui il Presidente avrebbe cercato di interferire con un’indagine federale ed avrebbe svelato informazioni riservate al ministro degli esteri russo.
Il Dipartimento per la Giustizia ieri ha nominato l’ex direttore dell’FBI Robert Mueller consigliere speciale nelle indagini sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali USA.
La recente serie di polemiche ha alimentato i dubbi che Trump possa non riuscire a procedere con la riforma fiscale, la deregulation e lo stimolo fiscale promessi in campagna elettorale.
Il crescente trambusto politico pesa sulla domanda degli investimenti legati al rischio, come i titoli azionari globali, e spinge quelli considerati beni rifugio, come lo yen, i lingotti e i buoni del Tesoro USA, che vengono scelti nei periodi di instabilità politica.
Il dollaro oscilla vicino al minimo di sei mesi contro il paniere delle altre principali valute questo giovedì, faticando a riprendersi dalla peggiore perdita in quasi un anno contro lo yen e l’euro, poiché pesano i timori per la presidenza Trump.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale meno dello 0,2% a 97,52 nelle primissime ore degli scambi a New York.
L’indice è sceso al minimo di 97,28 nella notte, un livello raggiunto l’ultima volta subito dopo la vittoria a sorpresa di Trump a novembre.
La recente serie di dati economici statunitensi deludenti, tra cui quelli sull’inflazione, le vendite al dettaglio e le nuove costruzioni, pesano inoltre sul dollaro, facendo diminuire le aspettative sugli aumenti dei tassi di interesse.
La probabilità di un aumento dei tassi in occasione del vertice di giugno è scesa al 60%, secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, in calo da più dell’80% della settimana scorsa, mentre la possibilità di un secondo aumento a dicembre è scesa al 30% dal 50% della settimana prima.
La Fed ha dichiarato che intende alzare i tassi due volte quest’anno, dopo l’aumento di un quarto di punto a marzo.
Il metallo prezioso risente dell’andamento dei tassi di interesse USA, il cui aumento fa salire il costo degli investimenti senza rendimento come i lingotti. Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori per il prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti.
Sempre sul Comex, i future dell’argento crollano di 16,2 centesimi, o dell’1%, a 16,74 dollari l’oncia troy, dopo aver toccato il massimo dal 1° maggio di 17,03 dollari ieri.
Intanto, il platino segna -1,1% a 935,95 dollari, mentre il palladio crolla dell’1,5% a 765,17 dollari l’oncia.
I future del rame segnano un crollo di 5,4 centesimi a 2,493 dollari la libbra.