Investing.com - Il prezzo dell’oro è in salita questo giovedì, con il dollaro USA che si indebolisce contro l’euro in seguito alle dichiarazioni del Presidente della BCE Mario Draghi.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio salgonoo dello 0,31% o di 3,80 dollari, a 1.212,50 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense.
Ieri i prezzi Comex sono saliti di 9,30 dollari, o dello 0,78%, a 1.208,70 dollari l’oncia. I prezzi hanno toccato 1.141,70 dollari il 1° dicembre, dopo che gli elettori elvetici hanno respinto la proposta di aumentare le riserve auree della SNB.
Supporto a 1.141,70 minimo del 1° dicembre e resistenza a 1.221,00, massimo del 1° dicembre.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo sono saliti di 22,6 centesimi, o dell’1,38%, a 16,63 dollari l’oncia troy. Il 1° dicembre i prezzi hanno toccato ieri 14,42 dollari, un livello che non si registrava dall’agosto 2009.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è a quota 88,69, in calo dello 0,35%. L’indice ha toccato il massimo di cinque anni e mezzo di 89,19 nella giornata di oggi.
L’euro è salito dopo che il Presidente della BCE Mario Draghi non ha annunciato ulteriori misure di stimolo durante la conferenza stampa conclusiva al vertice di politica monetaria.
Intanto, il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione la scorsa settimana è sceso di 17.000 unità a 297.000 la scorsa settimana, dal totale rivisto della settimana precedente di 314.000 unità.
Il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione è rimasto al di sotto delle 300.000 unità per 11 delle ultime 12 settimane, indicando che il mercato del lavoro sta riprendendo il suo slancio.
Sempre nella settimana terminata il 22 novembre le richieste continuative sono salite di 2,362 milioni dal 2,323 milioni della settimana precedente. Gli analisti avevano previsto un calo a 2,318 milioni.
La media mensile è di 299.000, con un aumento di 4.750 unità dal totale della settimana precedente di 294.250. La media mensile è considerata una valutazione più accurata dell’andamento dell’occupazione poiché è meno volatile rispetto ai dati settimanali.
Intanto, gli operatori dei mercati attendono per domani il rilascio dei dati sull’occupazione non agricola negli USA, alla ricerca di indicazioni sulla ripresa del mercato del lavoro.
Secondo gli analisti, l’economia statunitense dovrebbe aver aggiunto 225.000 nuovi posti di lavoro a novembre, dopo l’aumento di 214.000 unità ad ottobre; per quanto riguarda il tasso di disoccupazione si prevede che resti stabile al 5,8%.
Un report positivo sull’occupazione non agricola negli Stati Uniti alimenterà le speculazioni sulla tempistica dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve; una lettura debole potrebbe invece favorire l’oro, rendendo meno probabile un aumento anticipato dei tassi.
Il prezzo dell’oro resterà vulnerabile a breve termine per via dei segnali di miglioramento della ripresa economica statunitense che potrebbero spingere la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse prima e più velocemente del previsto.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sul prezzo dell’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento in condizioni di tassi elevati.
Il rame con consegna a marzo è salito di 5,3 centesimi, o dell’1,85%, a 2,925 dollari la libbra, nelle speranze di nuovi stimoli monetari dalle banche centrali di Cina, Giappone e Europa.