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Oro in salita, timori per la Grecia

Pubblicato 09.02.2015, 11:00
L’oro sale mentre aumentano i timori per il debito greco
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Investing.com - L’oro sale questo lunedì, mentre gli investitori restano cauti in attesa dei nuovi sviluppi in Grecia.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile salgono di 7,00 dollari, o dello 0,57%, a 1.241,60 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino. Il prezzo è rimasto in un range stretto tra 1.234,50 e 1.242,60 dollari.

Venerdì, l’oro ha toccato i 1.228,20 dollari, il minimo dal 15 gennaio, prima di attestarsi a 1.234,60 dollari, con un crollo di 28,10 dollari, o del 2,23%.

I futures troveranno supporto a 1.228,20 dollari, il minimo dal 6 febbraio, e resistenza a 1.269,00 dollari, il massimo dal 6 febbraio.

Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo subiscono un’impennata di 30,4 centesimi, o dell’1,82%, a 16,99 dollari l’oncia troy. L’argento è crollato di 50,2 centesimi, o del 2,92%, a 16,69 dollari venerdì.

L’euro resta sotto pressione per via dei timori per le trattative sul debito Greco che continuano a pesare sul sentimento dei mercati.

Ieri, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha ribadito l’intenzione di diminuire le misure di austerity e di rifiutare il prolungamento del piano di salvataggio internazionale.

L’agenzia di rating Standard and Poor’s ha declassato la Grecia venerdì ed ha dichiarato che ad Atene resta poco tempo per raggiungere un accordo su un nuovo programma finanziario con i creditori.

L’Indice della borsa di Atene è crollato di quasi il 5%, mentre il rendimento dei Titoli di Stato della Grecia a 10 Anni è salito sopra l’11%. Prima delle elezioni, il rendimento dei bond a 10 anni era inferiore al 9%.

Intanto, il dollaro ha subito un’impennata dopo i dati di venerdì che hanno mostrato che l’economia ha aggiunto 257.000 nuovi posti di lavoro a gennaio, ben al di sopra dei 234.000 previsti dagli economisti. Il dato di dicembre è stato rivisto a 329.000 unità dalla stima precedente di 252.000 unità.

Sebbene il tasso di disoccupazione sia salito al 5,7% il mese scorso dal 5,6% di dicembre, i compensi orari ed il tasso di partecipazione sono entrambi saliti a gennaio.

I dati positivi hanno alimentato le speranze che il rafforzamento della ripresa economica possa spingere la Fed ad alzare i tassi di interesse, attualmente vicini allo zero, già a giugno.

Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, dal momento che il metallo prezioso spesso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi di interesse sono alti.

Intanto, il rame con consegna a marzo scende di 1,6 centesimi, o dello 0,63%, a 2,569 dollari la libbra, dal momento che i dati commerciali cinesi deludenti hanno alimentato le speculazioni che i legislatori di Pechino possano implementare nuove misure di stimolo.

Nel corso del fine settimana, la Cina ha riportato un surplus commerciale di 60,0 miliardi di dollari a gennaio, contro le aspettative di una lettura pari a 48,9 miliardi di dollari e in salita dai 49,6 miliardi di dicembre.

Le esportazioni hanno subito una riduzione del 3,3% rispetto all’anno precedente il mese scorso, deludendo le aspettative di un aumento del 6,3%, mentre le importazioni sono crollate del 19,9%, al di sopra del previsto calo del 3,0%.

Secondo i dati, la Cina ha importato 410.000 tonnellate di rame a gennaio, giù del 2,4% rispetto alle 420.000 tonnellate di dicembre.

I dati deludenti hanno alimentato le speculazioni che i policymaker debbano introdurre ulteriori stimoli per supportare l’economia ed incoraggiare la crescita.

La banca centrale cinese, la scorsa settimana, ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatorio delle banche, per incoraggiare i prestiti e sostenere l’attività economica.

La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.

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