Investing.com - Il prezzo dell’oro continua la discesa della seduta precedente questo lunedì, mentre i traders tengono d’occhio l’andamento del dollaro per valutare l’appeal del metallo prezioso.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a giugno toccano il minimo intraday di 1.187,10 dollari l’oncia troy, prima di attestarsi a 1.187,50 dollari negli scambi della mattinata europea, con un crollo di 13,20 dollari, o dell’1,1%.
Venerdì, i futures sono scesi di 5,00 dollari, o dello 0,41%, a 1.200,70 dollari. Supporto a 1.178,60 dollari, minimo dal 23 marzo e resistenza a 1.220,40 dollari, massimo dal 26 marzo.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,55% a 98,15 questa mattina. L’indice è sceso dello 0,66% la scorsa settimana, il secondo calo settimanale consecutivo.
Il prezzo dell’oro ha spesso un andamento inverso a quello del dollaro, poiché il metallo prezioso diventa meno costoso per i titolari di altre valute.
Il biglietto verde sale contro l’euro e lo yen dopo che venerdì la Presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha ribadito che la banca dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di interesse nel corso di quest’anno.
I traders attendono il report sull’occupazione USA di febbraio previsto per venerdì ed i dati di oggi sulle spese pro-capite per avere ulteriori informazioni sul corso futuro della politica monetaria.
Se il report dovesse essere positivo, aumenteranno le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre se i dati dovessero essere deludenti si ridimensionerebbero le speranze di un aumento anticipato dei tassi.
Il 17 marzo, l’oro è crollato al minimo di quattro mesi di 1.141,60 dollari, tra i timori che la Fed potesse alzare i tassi già a giugno, prima di subire un’impennata per sette sedute consecutive quando la Federal Reserve ha dichiarato che i tassi potrebbero salire più gradualmente.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a maggio crollano di 32,9 centesimi, o del’1,93% a 16,74 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio salgono di 0,6 centesimi, o dello 0,22%, a 2,774 dollari la libbra.
Il rame resta supportato tra le speculazioni che i legislatori cinesi debbano fare di più per sostenere la crescita in seguito ai commenti rilasciati dal Governatore della Banca Popolare cinese Zhou Xiaochuan nel corso del fine settimana.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.