ROMA (Reuters) - Il tasso di ingresso in sofferenza dei crediti concessi dalle banche alle imprese continuerà a calare nei prossimi mesi per avvicinarsi nel 2017 ai livelli visti prima della crisi del 2008.
Lo stima l'outlook Abi/Cerved che ha pubblicato oggi la sua terza edizione, con un'analisi basata sui tassi di default del numero dei contratti di finanziamento.
"A livello complessivo il tasso di ingresso in sofferenza delle società non finanziarie è atteso in calo dal 3,7% del 2015 al 3% del 2016, per diminuire ulteriormente al 2,4% alla fine del 2017: il valore minimo dal 2009 anche se ancora superiore rispetto al livello pre-crisi (1,7%)", si legge nella sintesi del rapporto.
Il tasso di decadimento indicato nell'Outlook misura il numero di nuovi prestiti entrati in sofferenza rispetto al numero complessivo dei contratti in essere.
Un andamento analogo, sempre in miglioramento, riguarda anche i tassi di decadimento sugli importi dei prestiti, con il fenomeno che è iniziato prima di quello verificato sui numeri di decadimento: dovrebbe essere il segnale che la riduzione degli importi di nuovi crediti in sofferenza sia iniziata a partire dalle imprese medio grandi, hanno osservato gli autori del rapporto, che analizza solo i flussi in termini numerici e non sugli importi.
Secondo la ricerca, da un punto di vista settoriale, il calo si rafforzerà nell'industria portandosi nel 2017, al di sotto dei livelli registrati prima della crisi: il tasso è previsto, infatti, all’1,9% e solo un decimale in più rispetto al 2008.
Per le microimprese industriali i tassi saranno superiori a quelli pre-crisi, mentre le nuove sofferenze di piccole, medie e grandi società manifatturiere sono previste a livelli inferiori a quelli del 2008.
Nel settore delle costruzioni è atteso un deciso miglioramento (i tassi passeranno dal 5,8% del 2015 al 3,9% del 2017) anche se i livelli pre-crisi resteranno distanti.
In questo settore, in maniera anomala rispetto all'andamento generale, i tassi di decadimento dei prestiti sono in questi anni stati maggiori per le imprese di maggiori dimensioni rispetto a quelle minori. Gli autori del rapporto prevedono che ci sarà un marcato miglioramento e verrà meno questa anomalia.