Investing.com - Goldman Sachs prevede che il greggio Brent tocchi i 59 dollari nel primo semestre del 2017 dal momento che il taglio della produzione concordato dai principali produttori della materia prima dovrebbe portare il mercato in deficit nel primo trimestre del nuovo anno.
Per quanto riguarda l’accordo per la riduzione della produzione siglato dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) e da quelli che non ne fanno parte, come la Russia, secondo Goldman verrà rispettato all’84%, con un taglio di 1,6 milioni di barili al giorno (contro gli 1,8 milioni dell’accordo) “poiché il rispetto dell’accordo sui tagli da parte dei produttori che non fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein e Oman) storicamente è sempre stato poco”.
Secondo gli analisti, inoltre, la Russia congelerà la produzione ai livelli attuali ma avvertono che “un rispetto dell’accordo maggiore del previsto, o tagli maggiori di quanto annunciato da parte dell’Arabia Saudita, pongono rischi rialzisti alle nostre previsioni”. Spiegano che se l’accordo venisse rispettato completamente, bisognerebbe considerare un aumento di 6 dollari della loro stima.
Nonostante le prospettive rialziste, per Goldman un aumento al di sopra del range massimo di 50 dollari al barile resterà limitato, dal momento che porterebbe ad “un incremento della produzione del petrolio da scisto statunitense e di quella di altri produttori a basso costo, mentre continuano a nascere nuovi progetti”.