Investing.com - Il prezzo del greggio scende questo giovedì, con i trader che hanno reagito ai dati deludenti sulle scorte USA della seduta precedente, mentre sui mercati regna la cautela in vista dell’attesissimo vertice dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di domani.
Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna ad ottobre si attesta a 50,39 dollari al barile alle 06:35 ET (10:35 GMT) giù di 30 centesimi, o dello 0,59%, staccandosi dal massimo di quattro mesi della seduta precedente di 50,79 dollari.
Intanto, il greggio Brent con consegna a novembre sull’ICE Futures Exchange di Londra sale di 19 centesimi, o dello 0,34%, a 56,10 dollari al barile, dopo aver segnato un nuovo massimo di cinque mesi di 56,30 dollari nella notte.
I trader all’inizio sembravano non aver tenuto conto del report di ieri della U.S. Energy Information Administration secondo cui le scorte di greggio sono salite più del previsto la scorsa settimana.
Si tratta del terzo aumento settimanale consecutivo delle scorte di greggio negli Stati Uniti, poiché le forti alluvioni causate dall’uragano Harvey hanno ridotto quasi un quarto della capacità di raffinazione nazionale ad agosto, pesando sulla domanda di greggio, la principale materia prima delle raffinerie.
Il prezzo è schizzato ai massimi plurimensili la scorsa settimana ed è rimasto supportato dalle previsioni sulla domanda stimate dall’OPEC e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia.
L’oro nero è stato incoraggiato inoltre ieri, quando il ministro del petrolio iracheno Jabar al-Luaibi ha dichiarato che il suo paese ed altri membri OPEC stanno pensando ad altre opzioni per l’accordo sui tagli alla produzione, tra cui una proroga dopo marzo ed un taglio maggiore.
Gli investitori attendono ora il vertice in agenda a Vienna domani tra l’OPEC e gli altri produttori dove si discuterà della possibile estensione dei limiti alla produzione.
Lo scorso maggio, i paesi OPEC e non-OPEC hanno deciso di prorogare i tagli alla produzione per altri nove mesi fino a marzo ma rispettando il tetto di 1,8 milioni di bpd fissato a novembre.
Intanto, i future della benzina si attestano a 1,643 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale scendono dello 0,36% a 3,083 dollari per milione di BTU.