Investing.com – I future sul greggio sono in ripresa dopo il calo di venerdì; l’indebolimento del dollaro USA ha sostenuto i prezzi, ma i guadagni sono stati limitati dalle preoccupazioni per un rallentamento della domanda globale e dalle notizie di un aumento della produzione di petrolio in Arabia Saudita.
Il New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures del greggio con consegna a luglio a 98,98 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,1%.
In mattinata è stato toccato il record di 99,32 dollari al barile.
La debolezza del dollaro ha contribuito a far salire il prezzo del greggio. L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,13%, scambiato a 75,16.
Il dollaro debole spinge le materie prime, in quanto ne aumenta l’appeal come attività alternativa e rende le materie prime espresse in dollari a prezzi più economici per i titolari di altre valute.
Nel frattempo, governatore dell’OPEC Iraniano, Mohammad Aliabadi ha dichiarato durante il fine settimana che un aumento della produzione di greggio dai sauditi non è necessario, in quanto il mercato è adeguatamente fornito per soddisfare la domanda attuale.
Venerdì scorso, il prezzo del greggio è crollato quasi il 3% dopo che il giornale londinese al-Hayat ha dichiarato che l'Arabia Saudita ha pianificato di aumentare la produzione a 10 milioni di barili al giorno nel mese di giugno, il 13% in più da maggio e il livello più alto degli ultimi 30 anni.
Il gruppo di servizi finanziari JP Morgan ha osservato che un aumento di 10 milioni di barili si traduce in 500.000 barili in più al giorno rispetto ai livelli attuali.
I guadagni sono stati limitati inoltre dalle preoccupazioni per le prospettive economiche globali, delle dui maggiori consumatori di petrolio, gli USA e la Cina.
I dati ufficiali di venerdì hanno dimostrato che la Cina ha registrato un avanzo commerciale di 13,1 miliardi a maggio, significativamente al di sotto delle aspettative per un surplus di USD19.1 miliardi, poiché la crescita delle esportazioni è rallentata.
L’ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a luglio a 118,33 dollari al barile, lo 0,27% in più e 19,35 sulla controparte statunitense.
Il divario di quasi 20,00 dollari è un record storico. I due contratti sono storicamente stati scambiati con 1 dollaro di differenza l’uno dall’altro.
Il New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures del greggio con consegna a luglio a 98,98 dollari al barile durante gli scambi europei della mattinata, in salita dello 0,1%.
In mattinata è stato toccato il record di 99,32 dollari al barile.
La debolezza del dollaro ha contribuito a far salire il prezzo del greggio. L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,13%, scambiato a 75,16.
Il dollaro debole spinge le materie prime, in quanto ne aumenta l’appeal come attività alternativa e rende le materie prime espresse in dollari a prezzi più economici per i titolari di altre valute.
Nel frattempo, governatore dell’OPEC Iraniano, Mohammad Aliabadi ha dichiarato durante il fine settimana che un aumento della produzione di greggio dai sauditi non è necessario, in quanto il mercato è adeguatamente fornito per soddisfare la domanda attuale.
Venerdì scorso, il prezzo del greggio è crollato quasi il 3% dopo che il giornale londinese al-Hayat ha dichiarato che l'Arabia Saudita ha pianificato di aumentare la produzione a 10 milioni di barili al giorno nel mese di giugno, il 13% in più da maggio e il livello più alto degli ultimi 30 anni.
Il gruppo di servizi finanziari JP Morgan ha osservato che un aumento di 10 milioni di barili si traduce in 500.000 barili in più al giorno rispetto ai livelli attuali.
I guadagni sono stati limitati inoltre dalle preoccupazioni per le prospettive economiche globali, delle dui maggiori consumatori di petrolio, gli USA e la Cina.
I dati ufficiali di venerdì hanno dimostrato che la Cina ha registrato un avanzo commerciale di 13,1 miliardi a maggio, significativamente al di sotto delle aspettative per un surplus di USD19.1 miliardi, poiché la crescita delle esportazioni è rallentata.
L’ICE Futures Exchange ha scambiato i futures Brent con consegna a luglio a 118,33 dollari al barile, lo 0,27% in più e 19,35 sulla controparte statunitense.
Il divario di quasi 20,00 dollari è un record storico. I due contratti sono storicamente stati scambiati con 1 dollaro di differenza l’uno dall’altro.