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Ue punta a riforma mercato energia contro impennata prezzi

Pubblicato 30.08.2022, 14:17
© Reuters. Bandiere dell'Unione europea davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles. REUTERS/Yves Herman/
UE
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BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea sta elaborando dei piani di emergenza per intervenire sul mercato dell'energia, mentre cresce la pressione degli Stati membri per porre un freno al caro bollette. 

Ieri, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che Bruxelles sta preparando un intervento per svincolare i prezzi dell'energia elettrica da quelli del gas, in continuo aumento, ma anche riforme più a lungo termine per garantire che i prezzi dell'elettricità riflettano quelli delle energie rinnovabili, più economiche. 

Negli ultimi mesi, i 27 Paesi Ue si sono trovati in disaccordo sull'opportunità di intervenire sui mercati energetici dopo che la riduzione delle forniture di gas russo all'Europa ha fatto lievitare i costi dell'energia. 

Ma con i prezzi del gas quasi 12 volte superiori a quelli di un anno fa e quelli dell'energia elettrica che raggiungono quasi quotidianamente nuovi record, anche gli Stati più scettici stanno rivalutando la situazione.

La Germania è disposta a discutere, in occasione del vertice Ue sull'energia del 9 settembre, un tetto europeo ai prezzi del gas, ha riferito una fonte citando un messaggio inviato dal ministro dell'Economia tedesco ai ministri dell'Energia europei.

Nella giornata di oggi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz incontrerà il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez a Meseberg, in Germania. La Spagna, insieme a Belgio e Grecia, ha cercato per mesi di porre un limite all'aumento dei prezzi dell'energia e ha sollecitato Bruxelles a sganciare il prezzo del gas da quello dell'elettricità. 

I diplomatici Ue hanno detto di essere in attesa di dettagli da Bruxelles, prima che i rispettivi ministri dell'Energia prendano in considerazione le proposte Ue durante la riunione d'emergenza del 9 settembre. Tra le questioni chiave emerge la possibilità di un intervento limitato al breve termine. 

"Per ora non abbiamo visto come funzionerà. Si tratta di un meccanismo di crisi? Come si inserirà giuridicamente nel trattato (Ue)?", ha detto un diplomatico.

Nel sistema attuale, il prezzo dell'elettricità sui mercati all'ingrosso Ue è fissato dall'ultima centrale elettrica necessaria a soddisfare la domanda complessiva. Spesso sono le centrali a gas a stabilire questo prezzo, che secondo alcuni Paesi, tra cui la Spagna, è iniquo in quanto implica che l'energia rinnovabile a basso costo venga venduta allo stesso prezzo della più costosa energia basata sui combustibili fossili.

Oggi Von der Leyen incontrerà i leader di governo di Danimarca, Polonia, Finlandia e Stati baltici in occasione di un vertice nei pressi di Copenaghen, offrendo così l'opportunità agli Stati contrari alle riforme di mercato di presentare le proprie proposte. 

© Reuters. Bandiere dell'Unione europea davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles. REUTERS/Yves Herman/

Danimarca, Estonia, Finlandia e Lettonia - insieme a Germania, Austria, Paesi Bassi, Irlanda e Lussemburgo - lo scorso ottobre si erano opposte pubblicamente a intervenire sul mercato dell'energia, affermando che la risposta migliore all'aumento dei prezzi a breve termine sarebbe stata quella di fornire un sostegno statale ai consumatori e alle imprese più vulnerabili.

Ma dopo mesi di impennate dei prezzi, tali misure nazionali stanno facendo lievitare i conti dei governi. Secondo il think tank Bruegel, nell'ultimo anno i Paesi Ue hanno speso 280 miliardi di euro per tutelare i consumatori dall'aumento dei costi energetici.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Francesca Piscioneri)

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