Questo articolo fa parte del Programma Esperti di Cointelegraph, che mira ad offrire alla community italiana contenuti di alta qualità realizzati dai più autorevoli esperti italiani di blockchain e criptovalute.Nel mio lavoro, spesso mi trovo a dire che ho dedicato gli ultimi sette anni a studiare e costruire modi per creare valore da protocolli distribuiti e blockchain pubbliche.Purtroppo è un riflesso incondizionato: aprire una conversazione in modo più preciso, sostenendo che Bitcoin è l’unico protocollo tecnicamente capace di offrire quello che la buzzword “blockchain” promette, provoca nell’ottanta per cento delle volte una reazione di sdegno, rifiuto o scetticismo.
Questo accade perché, per anni, il Bitcoin ha subito campagne negative e male informate su tutti gli organi di stampa. Inoltre, il Bitcoin è un protocollo privo di una “incorporated” che paga avvocati e si difende nei tribunali da queste attività diffamatorie.Ma se questo spiega perché devo utilizzare il termine meno specifico di “blockchain”, non sono per niente preoccupato dal Bitcoin in quanto tale: quello che stampa disinformata (e i manager più attenti) stanno imparando in fretta è che questa avversità non lo rallenta, ma anzi ne fortifica ulteriormente il protocollo, aumentando il distacco con quello che le altre “piattaforme blockchain” continuano a promettere, senza mai concretizzare.