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Eurozona: indice Pmi in calo, economia in stagnazione a luglio

Pubblicato 25.07.2024, 10:46
© Reuters.

Investing.com -- I dati previsionali dell’indagine PMI di luglio hanno registrato una stagnazione del settore privato dell’Eurozona, che ha indicato un progressivo affievolimento della ripresa economica.

L'indice Pmi composito della produzione nell’Eurozona, infatti, a luglio è calato a 50.1 dal 50.9 di giugno, toccando il valore minimo in 5 mesi, un dato che permette al blocco valutario di restare lievemente al di sopra della soglia dei 50 punti che divide l’espansione dalla contrazione.

A causare la debolezza dei Paesi con l’euro è ancora una volta il settore manifatturiero. La produzione di luglio è scesa a 45.3 dal 46.1 di giugno, ai minimi degli ultimi 7 mesi. In tale contesto, l’aumento dell’attività del terziario (51.9) ha evitato all’intero settore privato di finire in contrazione, tuttavia l’espansione dei servizi è stata solo modesta e la più debole da marzo.

L’inflazione accelera

I nuovi ordini sono diminuiti per il secondo mese consecutivo e la fiducia è scesa ai minimi in sei mesi, ponendo fine alla sequenza mensile ininterrotta di assunzioni avutasi dall’inizio del 2024. Allo stesso tempo, il tasso di inflazione dei costi è accelerato, ma la debolezza della domanda ha spinto le aziende ad un minore aumento dei prezzi di vendita, il cui tasso di inflazione è infatti stato il più lento dallo scorso ottobre.

Le due economie principali della regione hanno continuato a frenare la prestazione dell’Eurozona. Per la prima volta in quattro mesi, la produzione della Germania è scesa, mentre la Francia ha segnato il terzo mese consecutivo di contrazione dell’attività economica. Tali valori contrastano con la continua crescita registrata nel resto dell’area euro, anche se l’ultimo incremento della produzione è stato il meno forte da gennaio.

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Crescita quasi a zero ma prezzi aumentano, difficile per la Bce tagliare

“Qualora tenessimo in considerazione soltanto una crescita, ci sarebbero forti presupposti per un dibattito sul taglio dei tassi di interessi di settembre da parte della BCE. Tuttavia, i dati relativi ai prezzi non hanno fornito alcuna speranza di sollievo”, ha sottolineato Cyrus de la Rubia, Chief Economist di Hamburg Commercial Bank, commentando i dati Pmi.

“I prezzi di acquisto del settore dei servizi sono aumentati ad un tasso più veloce e le tariffe ai clienti sono risultate in espansione ad un tasso simile a quello della precedente indagine. A peggiorare il tutto, i prezzi di acquisto del settore manifatturiero, in contrazione per oltre un anno da marzo 2023 a maggio 2024, ora risultano maggiori per il secondo mese consecutivo. I prezzi di vendita sono diminuiti solo leggermente, rendendo più difficile per l’inflazione complessiva di avvicinarsi all’obbiettivo di crescita del 2%. La nostra conclusione è che, mentre i tagli dei tassi di settembre saranno probabilmente messi in opera, sarà molto più complicato seguire questa traiettoria nei mesi successivi, a meno che la contrazione non muti in una grave recessione”, ha chiosato de la Rubia.

Leggi anche: Bce, Lagarde: “Oggi decisione unanime, taglio a settembre è questione aperta”

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